Oggi pomeriggio ho telefonato al presidente del Consiglio di Amministrazione di BancaStato Fulvio Pelli per sapere se corrispondeva al vero la notizia che la banca pubblica cantonale avesse intenzione di fare una campagna a sostegno della mia candidatura al Consiglio di Stato.
Fulvio Pelli non ha avuto tempo di richiamarmi, la sua segretaria, alla quale avevo anticipato la notizia, mi ha detto che era uno scherzo: Carnevale sembra essere cominciato…Eppure penso, che, come me, ogni altro candidato al Consiglio di Stato dovrebbe fare una telefonatina a Fulvio Pelli…
Non sto scherzando e non sono impazzito. Queste cose, purtroppo, stanno capitando sotto gli occhi di tutti i ticinesi e le ticinesi. E tutti sono concentrati sui problemi di AET che quasi nessuno guarda a quanto succedo in seno all’altro “gioiello” pubblico cantonale, BancaStato, dove gli episodi di gestione perlomeno discutibile si susseguono. Episodi che in questi anni solo l’MPS ha denunciato.
Di cosa sto parlando, e perché ho telefonato al presidente del Consiglio di Amministrazione di BancaStato?
Lo spunto me l’ha dato la lettura del Corriere del Ticino di questa mattina (pag. 11) nel quale si informa i lettori e le lettrici (che non aspettavano altro evidentemente) di una lettera del gruppo di IdeaLiberale al presidente Gianora con la quale ci si lamentava della “brutta partenza” della campagna del partito. “Brutta” perché, così sembrerebbe, i primi atti della campagna tenderebbero a discriminare il pupillo di IdeaLiberale, Sergio Morisoli.
Tra le nefandezze che, così pare, Gianora e i suoi stiano preparando nei confronti del povero Morisoli vi sarebbe anche un non meglio precisato sostegno di BancaStato agli altri candidati liberali ed in particolare a Laura Sadis. Spinti dal sacro fuoco di conoscere la verità, solo la verità, i redattori del Corriere del Ticino hanno girato questa illazione di IdeaLiberale al presidente Gianora, “da noi interpellato” scrive il Corriere; naturalmente Gianora ha smentito il coinvolgimento di BancaStato: “ho verificato di persona con il presidente del CdA di BancaStato Fulvio Pelli” avrebbe detto al Corriere il presidente del PLRT cantonale.
Io, veramente, da Gianora mi sarei aspettato ben altro che una telefonata a Fulvio Pelli. Mi sarei aspettato come cittadino, e quindi anche un po’ “proprietario” di BancaStato, che Gianora insorgesse (pubblicamente sarebbe stato ancora meglio) contro il fatto che questa ipotesi fosse stata in qualche modo ventilata. Avrebbe dovuto affermare, chiaro e forte, che solo la formulazione di tale ipotesi è già di per sé uno scandalo. Cosa può avere a che fare la banca pubblica cantonale, di tutti i ticinesi, con il sostegno ai candidati (o, ancora peggio, ad una parte dei candidati di uno solo) di un partito politico? La sola ipotesi che qualcuno abbia potuto ipotizzare un intervento di questo tipo, inoltre, avrebbe dovuto fare insorgere il presidente Gianora, in nome della tanto conclamata “autonomia gestionale” di BancaStato, del sua proclamata “indipendenza” nei confronti delle diverse consorterie politiche, ecc. ecc. ecc. Tutte cose che vengono regolarmente ripetute, con enfasi, negli interventi parlamentari quando si discute dei conti (di solito non brillanti) di BancaStato o di altre vicende, non proprio edificanti, che in questi anni l’hanno vista protagonista.
A questo punto il fatto che effetivamente all’interno di BancaStato si sia discusso o meno di un eventuale sostegno, diretto o indiretto, a uno o più candidati del PLRT diventa di per sé un fatto inessenziale (anche se preoccupante qualora se ne sia sul serio discusso). È invece significativo il fatto che Gianora abbia voluto “andare a vedere”, consultando Pelli: una dimostrazione ulteriore, qualora ce ne fosse stato bisogno, di quanto tutte quelle dichiarazioni della classe politica su BancaStato altro non siano che aria fritta.
La verità è che il PLRT considera BancaStato, così come AET, “cosa sua”. Questo ennesimo episodio non fa che confermarlo.
*Candidato MPS al Consiglio di Stato