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Immancabilmente, come il sole riflette tutte le ombre diceva qualcuno, i giornalisti di ogni specie (mediatica s’intende) ci chiedono come mai abbiamo presentato una lista anche per il consiglio di Stato. Naturalmente questa domanda non viene posta ad altre formazioni politiche che, seppur accreditate nei sondaggi di risultati più importanti dei nostri, sicuramente non riusciranno ad entrare in governo (pensiamo, ad esempio, ai Verdi).
La ragione di questa domanda, allora, non può essere che di tipo “politico” e potrebbe essere più o meno questa: “dopotutto, una presenza di sinistra in governo c’è già, quella del PS: n è sufficiente?”.
Naturalmente questa domanda se la pongono non solo i giornalisti, ma anche alcuni elettori ed elettrici che preferirebbero soluzioni “unitarie”. Naturalmente tra questi ultimi ci sono coloro che “unitari” diventano quando si tratta di rimproverare gli altri di non esserlo. Ma ci sono anche persone che sinceramente si pongono la questione.
Val la pena quindi di tentare di rispondere.
Ad aiutarci in questo compito è una persona direttamente impegnata in questa presenza: ci riferiamo alla Consigliera di Stato PS uscente Patrizia Pesenti. Al recente congresso elettorale del suo partito a Chiasso essa ha dato una caratterizzazione molto precisa del governo degli ultimi quattro anni: “Nel quadriennio che si chiuderà fra poco il clima in governo è radicalmente mutato ed io sono convinta che tutti i cittadini ticinesi ne hanno tratto beneficio. Il governo ha lavorato tanto e bene. È stato un governo di vera concordanza. Nella migliore tradizione svizzera. Il genere di concordanza per la quale siamo famosi (ancor più che per gli orologi e il cioccolato) che ci ha permesso di crescere nel benessere. Diverse importanti riforme sono state accettate da governo e parlamento. Tra l’altro parecchie partite da iniziative dei socialisti: penso al fondo per la formazione professionale, penso all’introduzione del reddito disponibile per l’aiuto nel pagamento dei premi, penso alla fioritura di asili nido, nell’ambito di una politica familiare che non lascia cadere in povertà le famiglie per la nascita di uno o più figli. Abbiamo traghettato il cantone attraverso una delle peggiori crisi economiche mettendo a disposizione ricette squisitamente keynesiane”.
Nessuno, al congresso di Chiasso, l’ha smentita.
Noi non vogliamo certo iniziare qui una polemica con la consigliera Pesenti o con il suo partito. Diciamo semplicemente, e lo diciamo in particolare all’indirizzo di tutti coloro che ci fanno la domanda che abbiamo richiamato all’inizio, che noi non pensiamo che in questi quattro anni il governo abbia mostrato una rottura rispetto a quello precedente; non pensiamo che grazie alla sua politica “tutti i ticinesi ne hanno tratto profitto”; non pensiamo che “abbia traghettato il cantone attraverso una delle peggiori crisi economiche”, né tantomeno che abbia messo a disposizione “ricette squisitamente keynesiane”; non crediamo nemmeno che la sua politica abbia “permesso di crescere nel benessere”.
Non crediamo tutto questo per la semplice ragione che non è vero. I dati economici e sociali obiettivi, i dati relativi alla povertà, al degrado sociale, alle difficoltà scolastiche e formative, all’aumento della disoccupazione, questi  ed altri indizi ci dicono che le cose stanno proprio in modo radicalmente diverso (e tralasciamo, per carità di patria, molti altri aspetti: dalla politica fiscale a quella della gestione delle aziende pubbliche, AET e BancaStato in testa).
Un altro governo, un’altra politica di governo è necessaria, fondamentalmente diversa da quella che abbiamo vissuto e che sembra piacere a tutti coloro che vi fanno parte.
Per questo pensiamo che tutti comprenderanno come non possiamo sentirci “rappresentati” da chi oggi in governo c’è o, con la stessa logica, intende entrarvi.
È una politica legittima, così come  riteniamo più che legittimo, oltre che doveroso, presentare una lista per il governo che affermi questo nostro punto di vista.