I giornali degli ultimi giorni ci hanno informati che i “bonus dei banchieri svizzeri hanno ritrovato i livelli pre-crisi”. Questa “bella notizia” ci è giunta proprio negli stessi giorni in cui entravano in vigore le modifiche della Legge sull’assicurazione disoccupazione (LADI), che questi stessi banchieri avevano fortemente sostenuto, con la conseguenza che circa 20’000 persone in tutta la Svizzera saranno costrette a rivolgersi all’assistenza perché private di qualsiasi indennità di disoccupazione.
I banchieri svizzeri sono in buona compagnia, ci dice uno studio elaborato da un’università tedesca, perché la stessa felice sorte è toccata anche ai colleghi tedeschi e austriaci (forse sarà anche per via della stessa lingua parlata…).
Ebbene, da questo studio veniamo a sapere che le remunerazioni variabili (i bonus) nel 2010 sono cresciute di circa il 23% rispetto all’anno precedente, ritrovando così livelli del 2007, anno che ha preceduto lo scoppia della crisi finanziaria ed economica.
La cosa, evidentemente, non ci sorprende, visto che anche i profitti delle maggiori imprese svizzere quotate in borsa hanno superato lo scorso anno, con il conseguimento di utili per oltre 80 miliardi, i livelli del 2007. E siccome gli azionisti sono riconoscenti (oltre che con se stessi, grazie a lauti dividendi) anche verso coloro che gli permettono di intascare dividendi, premiano i manager che conducono gli affari all’insegna della massimizzazione dei profitti.
In verità i grandi manager del settore finanziario non hanno dovuto tirare la cinghia nemmeno nei due anni difficili passati all’insegna della crisi finanziaria. Lo stesso studio ci dice infatti che, mentre tutti facevamo fatica ad arrivare alla fine del mese, in Svizzera il 95% delle società finanziarie hanno riconosciuto dei bonus anche durante la crisi.
E mentre i banchieri navigano nell’oro e nei bonus, la gente normale, quella che vive del proprio salario, deve continuare a fare i conti ogni fine mese.
In Ticino, come noto, la metà delle persone attive ricevono salari inferiori ai 4’000 franchi. Spesso questi salari sono anche l’unica forte di reddito con la quale deve vivere un’intera famiglia.
Ed allora i conti sono subito fatti: 1’000-1’300 franchi per affitto e spese ad esso collegate, un migliaia di franchi di cassa malati ed assicurazioni obbligatorie: e se ne sono già andati i due terzi del reddito/salario.
Normale poi che siano circa 20’000 e rotti coloro che non riescono a pagare nemmeno più i premi di cassa malati!
Un segnale evidente della crisi sociale nella quale vive ormai la stragrande maggioranza della popolazione del Cantone.
Di tutte queste cose, che sono poi i problemi reali con i quali sono confrontati i cittadini e le cittadine ai quali si chiede, in questi giorni di “avere fiducia”, se ne è parlato poco.
Ogni volta che abbiamo tentato di farlo, ad esempio nei dibattiti televisivi, ci è stato detto che non era possibile, che si poteva fare solo a livello nazionale, che costava troppo, ecc. ecc.
Una dimostrazione di impotenza e di disinteresse per la sorte della stragrande maggioranza della popolazione.
Questi governanti, decisamente, non meritano alcuna fiducia!
* candidato MPS al Gran Consiglio e al Consiglio di Stato