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 Sette ticinesi su 100 dichiarano di aver problemi psichici gravi, quattordici, problemi psichici medi. (cfr. la Regione, 8 marzo 2011, citando i dati dell’inchiesta sulla salute, realizzata a livello federale nel 2007). In altre parole è un/a ticinese su cinque che dichiara, spontaneamente, di soffrire di problemi psicologici.

 

L’analisi dei dati ci dice che le donne sono più toccate dagli uomini; che chi non ha una buona formazione ha più  probabilità di aver problemi psichici; che  le famiglie monoparentali e i giovani adulti sono particolarmente a rischio.

In altre parole i dati sopra citati sembrano confermare il detto popolare “meglio ricco e in buona salute che povero e ammalato”.

Sapevamo già  che la società nella quale viviamo non riesce a rispondere ai bisogni elementari di tutti – una casa, un lavoro, una formazione, un vita sociale. Ora constatiamo che questa società fa ammalare in modo rilevante la psiche delle persone.

 

Lavoro, precarietà, stress e malattie psichiche

 

Le persone che hanno un lavoro si ammalano perché ne hanno troppo: ritmi sempre  più incalzanti, condizioni sempre più stressanti.

Le persone che non hanno un lavoro o che lo cercano si ammalano perché cercare un lavoro provoca stress: centinaia di richieste di lavoro… non solo senza trovarne uno, ma spesso senza che nessuno si degni di darti una risposta… E il lavoro non si trova per una ragione semplice:  non c’è.

Alle persone ammalate bisogna dare risposte immediate ed aiuto. Ma bisogna capovolgere la situazione, mettendo l’economia al servizio delle  persone.

 

Creare lavoro

 

Tra le nostre proposte che permeterebbero di creare lavoro, cito la riduzione massiccia (35 ore) dell’orario di lavoro e l’introduzione di un salario minimo legale di 4’000 Fr. mensili lordi (per 13 mensilità), per un lavoro a tempo pieno di 40 ore settimanali e la compensazione del rincaro per tutti i salari del settore pubblico e privato.

 

Rispondere alla precarietà sociale

 

Per fronteggiare una situazione di crisi sociale profonda è necessario adottare misure come l’introduzione di un reddito minimo garantito, l’aumento dei limiti di reddito al di sotto dei quali scatta il diritto ai sussidi per i premi di cassa malati, l’introduzione di premi di cassa malati sulla base del reddito, la garanzia delle cure mediche, farmaceutiche e ospedaliere per tutti coloro che per ragioni economiche non possono pagare la cassa malati, l’introduzione di un diritto alla riqualificazione professionale pagata.

 

I giovani a rischio

 

I giovani lavoratori, gli/le apprendisti sono particolarmente colpiti in questa fase. Per questo chiediamo:

– l’introduzione  di un salario minimo legale di 1’000 franchi al primo anno (con un aumento del 30% per ogni altro anno successivo di apprendistato)

– 10  settimane di vacanze,  raddoppio dei posti di tirocinio nell’amministrazione cantonale e nelle aziende pubbliche e parapubbliche, l’introduzione del diritto di voto a 16 anni.

– il potenziamento delle scuole professionali a tempo pieno per la formazione di giovani che non trovano un posto di apprendistato

– La gratuità dei trasporti pubblici, l’aumento del limite di reddito determinante al di sotto del quale scatta il diritto all’assegno di studio, l’accesso gratuito per i giovani alle manifestazioni culturali, il diritto di voto a 16 anni.

 

* candidata MPS al Gran Consiglio e al Consiglio di Stato

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