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La linea Pelli del PLRT svizzero sembra ormai  essere stata definitivamente sposata dal partito cantonale. Come noto negli ultimi anni Fulvio  Pelli ha risolutamente proceduto ad  adeguare la linea del suo partito a quella dell’UDC sui temi elettoralmente e socialmente più sensibili (sicurezza, immigrazione, socialità). Ora sembra che su questa linea anche il PLRT di Gianora cerchi di avanzare con l’obiettivo di riprendersi dalla batosta elettorale di aprile e nel disperato tentativo di recuperare un elettorato ormai in fuga a destra o in quello, forse più realistico, di fermare l’emorragia.

 

È così che il PLRT ha assunto un ruolo guida (con tanto di mozione parlamentare) nella  “battaglia” sui ristorni fiscali del frontalierato, parte integrante della “guerra” italo-svizzera contro Tremonti. Un derby, quello con la vicina penisola, fondato sostanzialmente su poco o nulla, ma estremamente utile per poter costruire una campagna elettorale, con un tifo tutto a favore per coloro che perseguono l’odiato vicino…

Non contento di questo, ecco uno dei sindaci dei maggiori centri del cantone, fiore all’occhiello del partitone (ormai ex), partire all’attacco contro la presenza nel suo comune di un centro di registrazione per richiedenti l’asilo. Una campagna alla quale si sono  associati il municipio di Chiasso e quasi tutte le forze politiche che lo compongono (con la lodevole eccezione, se abbiamo ben capito, delle forze che fanno capo alla sinistra), trascinate dal vice-sindaco leghista Roberta Pantani, figlia di cotanto padre.

Il meccanismo utilizzato è quello di sempre, usato non solo per la questione asilanti, ma per tutto quanto riguarda il turbamento dell'”ordine costituito”. Così da pochi episodi (sicuramente anche reali) si costruiscono scenari apocalittici, arrivando a richiedere la “fine delle violenze pubbliche” a Chiasso ed il “ripristino della legalità”. Come se la città di confine fosse una sorta di Bronx e non, purtroppo, una vecchia e stanca, sonnolenta cittadina che ogni tanto, bisogna riconoscerlo, riesce a risvegliarsi dal suo torpore grazie alle sue iniziative culturali, quasi sempre di stampo “cosmopolita” (di che far inorridire il sindaco Colombo e banda…).

Il meccanismo di esagerazione e di costruzione di una realtà fasulla serve a giustificare la richiesta di “ordine e disciplina” e la sospensione di qualsiasi diritto soggettivo, a cominciare da quello di richiedere lo statuto di asilante, diritto che ogni cittadino e cittadina del mondo dovrebbe vedersi riconosciuto.

Naturalmente di fronte alla propaganda liberal-leghista (e con l’occhio puntato alle elezioni nazionali) tutti tacciono e tutti, o quasi, ribadiscono la necessità di garantire “sicurezza” e “ordine” a favore dei cittadini e delle cittadine di Chiasso e di tutto il Ticino. Come la sicurezza fosse una questione di polizia e non, per definizione, un problema di ordine squisitamente sociale.