Con una nuova giornata di protesta, festosa e pacifica, a Madrid, circa 40 mila persone, 150 mila in tutta la Spagna, sono di nuovo scese in piazza per chiedere “Democrazia e dignità”. Sei marce, convocate del Movimento 15-M (che prende il nome dalla data, il 15 maggio scorso) hanno attraversato la capitale, dirette verso Plaza de Neptuno. Gli “indignados” chiedono lo sciopero generale: “Dobbiamo paralizzare il paese” ha gridato un oratore a Plaza de Neptuno.
Tratto dai lavori della Commissione economica di Puerta del Sol. Un testo aperto che è stato presentato il 5 giugno 2011
1. Sottoporre a referendum obbligatorio le recenti riforme sul lavoro e le pensioni
In modo che la popolazione possa pronunciarsi su entrambi gli aspetti che provocano un aumento della precarietà, una riduzione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici così come un peggioramento delle stesse pensioni.
2. Diminuzione del tempo effettivo di lavoro
Fino a che siano soddisfatti tutti i bisogni della popolazione in materia di impiego. Si tratterebbe di una misura concreta di redistribuzione della ricchezza.
3. Liberazione del debito ipotecario delle famiglie che si trovano in una situazione di precarietà e arresto immediato delle espulsioni (seguono linee guida per una riforma degli alloggi).
4. Creazione di un parco di alloggi pubblici con affitto sociale.
Tocca a un organismo pubblico e indipendente il compito di recensire e classificare gli alloggi vuoti per il loro utilizzi effettivo in funzione del reddito e della situazione economica di ognuno.
5. Aumento delle entrate fiscali con l’accentuazione della progressività del regime fiscale e di una lotta efficace contro l’evasione.
Si propone di aumentare le aliquote più alte, l’imposizione sulle rendite, la riduzione progressiva delle imposte dirette (Iva), eliminazione in Europa delle attività delle Società di investimento a tasso variabile, della concorrenza fiscale europea, il recupero dell’imposizione sulle successioni e le donazioni, interdizione dei licenziamenti per le aziende in utile.
7. Sottomissione a referendum degli eventuali salvataggi bancari o di tutte le misure di aggiustamento strutturale e tagli alle spese sociali imposte dagli organismi internazionali.
8. Stop alla spoliazione e privatizzazione delle casse di risparmio locali e rafforzamento di un sistema finanziario sotto controllo sociale.
9. Controllo democratico e trasparente delle attività bancarie pubbliche e private.
In particolare: separazione delle attività di investimento e speculazioni (nelle attività di deposito e prestito)
Eventuale procedimento penale per le attività di agenzie come Moody’s, Bce, Fmi e Banca di Spagna, anche sul loro patrimonio.
10. Abolizione dei paradisi fiscali
11. Credito pubblico per le piccole e medie imprese
12. Rispetto della legge di pagamento immediato (in caso di licenziamento)
13. Moratoria del pagamento del debito estero fino alla realizzazione di un audit a cura di esperti indipendenti e di agenti sociali. Se il debito è dichiarato illegittimo occorrerà ripudiare il suo pagamento e esigere procedure civili o penali nei confronti dei debitori e dei creditori.
14. Rispetto, da parte delle multinazionali – registrate in Spagna e che dispongono di capitale spagnolo – della legislazione che accorda le maggiori garanzie in termini di diritti umani, sociali, sindacali, ambientali, economici dei popoli in cui agiscono.
15. Realizzazione di un sistema di imposizione globale che garantisca una redistribuzione progressiva delle risorse a livello mondiale. In particolare, un’imposta sulle transazioni finanziarie internazionali, imposte per penalizzare l’inquinamento ambientale e preservare la biodiversità.
* La traduzione dallo spagnolo è stata pubblicata sul sito www.alencontre.org. la traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di www.ilmegafonoquotidiano.it