I nostri lettori ricorderanno i diversi articoli che, nei mesi scorsi, abbiamo dedicato al nuovo sistema salariale (denominato TOCO) che direzioni sindacali e direzione delle FFS hanno negoziato e concluso nell’ambito del rinnovo del contratto collettivo di lavoro (CCL).
Avevamo segnalato, accusati da qualcuno di eccessivo pessimismo, un vero e proprio attacco ai salari dei dipendenti FFS, sottolineando come il nuovo sistema salariale penalizzasse sia i lavoratori già attivi attraverso la nuova classificazione delle funzioni, sia i nuovi assunti, assegnando loro, soprattutto per le classi più basse, salari inferiori a quelli attualmente vigenti.
Il risultato di tutta l’operazione, che avevamo denunciato a più riprese, è una diminuzione, abbastanza forte, dei livelli salariali alle FFS, adesso ed in futuro: una vera e propria operazione di dumping salariale (cioè di spinta dei salari verso il basso) concordata tra direzioni sindacali e direzione aziendale.
Ed avere capito molto bene tutto questo erano state le rare assemblee indette all’epoca delle trattative (quasi di nascosto) durante le quali i lavoratori si erano fortemente opposti al progetto di nuovo sistema salariale. Una opposizione che le direzioni sindacali si erano guardate bene dal raccogliere, continuando imperterrite sulla via di quello che si sta rivelando, persino ai loro occhi, un vero e proprio disastro.
La nuova classificazione, amara sorpresa
A rendere evidente la drammaticità della situazione è la classificazione in atto in questi giorni. Tutti i dipendenti delle FFS ricevono una lettera che rappresenta, di fatto, un nuovo contratto di lavoro. In particolare ad ognuno di loro viene indicata la nuova classe relativa al nuovo sistema salariale ed il rapporto tra la sua situazione salariale personale e il salario massimo fissato nelle nuove categorie salariali.
Ed è proprio qui che scatta il meccanismo che sta inquietando gran parte dei lavoratori delle FFS. Il passaggio dalle precedenti 29 classi salariali alle nuove (15, dalla classe A alla classe O) si risolve, per la maggior parte del personale assegnato alle classi medio-basse, nell’assunzione di un debito nei confronti delle FFS che peserà sulla evoluzione futura del salario. In altre parole i salari attualmente percepiti sono superiori a quelli massimi che, per le stesse funzioni, potrebbero essere raggiunti con il nuovo sistema salariale.
Questa situazione è uno dei risultati principali, per quel che riguarda il personale già alle dipendenze delle FFS, della “vittoria” (vantata come tale) ottenuta al tavolo delle trattative dalle direzioni sindacali: cioè la garanzia che il nuovo sistema salariale non avrebbe comportato alcuna diminuzione salariale per i lavoratori già in forza alle FFS.
Formalmente questo avverrà. Ma il “bello” comincerà dopo. I lavoratori delle classi inferiori (nelle quali si trova la maggioranza dei dipendenti delle FFS) inizieranno una sorta di “corsa ad handicap” con l’obiettivo di recuperare la differenza tra il loro attuale salario e il massimo previsto dal nuovo sistema salariale.Una differenza che, in molti casi, raggiunge la bellezza di diverse migliaia di franchi all’anno.
Questo significa, come indica in modo esplicito il nuovo sistema salariale codificato nel contratto, che gli eventuali adeguamenti salariali previsti verranno concessi solo nella misura del 50% fino ad esaurimento di questo “debito” nei confronti delle FFS.
Verso un forte declino salariale
A questo infernale meccanismo, che, come si può capire, sta creando rabbia e inquietudine tra i lavoratori si devono aggiungere due ulteriori constatazioni, sempre in materia salariale.
La prima è che il nuovo sistema codifica in modo preciso e rigido il principio del salario al merito. Tra salario minimo e salario massimo di ognuno dei 15 livelli di funzione non vi è nessun meccanismo di adeguamento automatico, ma solo possibili adeguamenti legati alla redditività valutata dal diretto superiore nell’ambito delle qualifiche annuali. La conferma cioè di un sistema di salario al merito. Ai quali si aggiungeranno ulteriori adeguamenti (ad esempio quale indennità di rincaro) decisi dai partner contrattuali. Senza dimenticare, come abbiamo detto sopra, che questi adeguamenti complessivi potranno essere fatti valere solo nella misura del 50% qualora l’attuale salario fosse al di sopra dei limiti massimi fissati con il cambiamento di scala salariale.
Una seconda considerazione riguarda i salari attuale nel loro aspetto complessivo. Essi sono, ormai già da un paio d’anni, soggetti ad una forte pressione. Da un lato attraverso la concessione di adeguamenti salariali non integrati nel salario di base (una tantum nemmeno riconosciuta ai fini del salario assicurato alla cassa pensione); dall’altro attraverso le deduzioni introdotte a fini di “risanamento” della cassa pensione. Il risultato di questa politica salariale è che i salari reali per i dipendenti delle FFS sono in calo ormai da diversi anni, configurando una perdita del potere d’acquisto quantificabile, per gli ultimi cinque anni, attorno ad almeno il 5-10%
Un meccanismo di dumping evidente
Abbiamo già accennato al fatto che il nuovo sistema salariale rappresenta un vero e proprio atto di dumping salariale, cioè di spinta verso il basso di tutto il sistema salariale. Infatti, in particolare per le classi medio-basse (come potrebbero essere considerate quelle dei lavoratori delle Officine, per rendere l’idea), i salari minimi (i cosiddetti valori base previsti dal nuovo sistema salariale) si situano molto al di sotto degli attuali livelli salariali, con diminuzione dell’ordine di parecchie migliaia di franchi.
Questo significa, sull’arco di diversi anni, una diminuzione generale dei livelli salariali, in particolare attraverso il normale processo di rotazione del personale. Ed è questo l’obiettivo fondamentale che, fin dall’inizio, si erano fissate le FFS lanciando la trattativa per il nuovo sistema salariale.
Il fatto che si sia concessa una garanzia (con i limiti che abbiamo indicato) dell’attuale salario e che alcune categorie ( i macchinisti) abbiano potuto negoziare una situazione particolare, non impedisce di poter dire che nelle FFS è iniziato un processo di dumping salariale che avrà conseguenze non solo sui lavoratori dell’azienda ma su tutto il settore ex-pubblico e su quello tradizionale del settore privato dei trasporti.