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Pubblichiamo qui di seguito il comunicato stampa reso oggi dall’MPS sugli ultimi sviluppi della vicenda BancaStato.

 

Dalle informazioni che pubblicano oggi i giorni risulterebbe che il Consiglio di Stato è stato informato nella giornata di martedì sulla situazione interna a BancaStato, in particolare sul fatto che il direttore Barbuscia sarebbe stato sfiduciato ed abbandonerà la direzione della banca.

 

Se le cose stanno così (e l’MPS attraverso il suo rappresentante in Parlamento Matteo Pronzini lo aveva ipotizzato già una settimana fa) è evidente che il Consiglio di Amministrazione ed il suo presidente hanno mentito non solo al Consiglio di Stato, ma anche a tutti i ticinesi sulla reale situazione alla testa della banca pubblica cantonale.

Essi hanno diramato un comunicato falso, sostenendo che Barbuscia  aveva chiesto ed ottenuto un congedo di formazione.

Il presidente Pelli, interpellato a seguito dell’interrogazione Pronzini, ha confermato questa versione, mentendo, non foss’altro che per omissione.

E ci pare di poter affermare che si continua a mentire. Infatti, stando a questa nuova versione, Barbuscia pagherebbe per la sua incapacità a gestire la implementazione di progetti informatici: ma tutti sanno che in seno a BancaStato tutto il settore delle infrastrutture (comprese quelle informatiche) dipende dalla responsabilità di altri direttori.

 

A questo punto l’MPS ritiene necessario:

 

a) che il consiglio d’amministrazione di BancaStato, con alla testa il suo presidente, si dimetta.

 

b) che nella società ticinese (e non solo nel Parlamento e in governo) venga avviata una pubblica discussione su quali compiti deve svolgere una banca pubblica cantonale; quale debba essere il suo contributo all’economia del cantone; quali debbano essere i criteri di gestione e di controllo pubblico su questa banca.

 

È del tutto evidente che con le dimissioni di Barbuscia e con la crisi nella quale si trova BancaStato appare conclusa, con un fallimento, la svolta voluta – da tutti i partiti – con la revisione della Legge su BancaStato approvata otto anni fa dal Gran Consiglio e all’epoca contestata per via referendaria dal solo MPS (che riuscì comunque a ottenere più del 40% di No).