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Pubblichiamo qui di seguito l’intervista a Gianni Frizzo pubblicata nell’ultimo numero di Solidarietà.

Pochi giorni fa la notizia bomba: Cargo SA intende ridurre la mole di lavoro alla Officina di Bellinzona dell’80% a partire dal prossimo 1° gennaio. Di che mettere in ginocchio lo stabilimento di Bellinzona e far saltare posti di lavoro. Pronta la reazione della commissione del personale  (vedi presa di posizione pubblica qui sotto). Al suo presidente, Gianni Frizzo, abbiamo voluto porre alcune domande.

 

Con il loro annuncio le FFS vengono meno all’impegno che avevano assunto di garantire il volume di commesse da parte di Cargo almeno fino al 2013. Come valuti questo atteggiamento e quali sono, secondo te, le ragioni vere di questa iniziativa delle FFS?

 

È francamente assai difficile l’impresa di cercare di decifrare la strategia messa in campo dalle FFS in questo ultimo decennio e forse più. L’atteggiamento delle FFS Cargo SA (dirette da Perrin) è ancor più “deplorevole” anche perché non è un cliente qualunque, ma è un “familiare” stretto delle FFS come lo sono le nostre Officine principali di Bellinzona (OBe); e tutti, evidentemente, si aspettano per questo maggior rispetto e trasparenza.

Possiamo solo azzardare delle ipotesi che partono innanzitutto dall’atteggiamento “anti- pubblico” e di conseguenza “asociale” della classe politica in generale, in special modo annidata a Palazzo federale: è per l’appunto da un decennio che assistiamo ad incessanti riorganizzazioni, con tutte le nefaste conseguenze occupazionali e sociali che ne conseguono, con il pretesto del raggiungimento del pareggio dei conti imposto da una classe“Politica” che non fa altro che impartire “ordini” dettati dalle l’hobby economiche locali ed europee.  Obiettivi dunque molto lontani dal concetto di “servizio pubblico” inteso come tale, cioè teso a favore dei cittadini; un atteggiamento privo di qualsia dimensione etica: occupazione, condizioni di lavoro, equa presenza nelle diverse regioni. Un’azienda federale, come tutte le altre ex-regie, che contravviene dunque ai valori e ai principi sui quali sono state fondate!!!

Le OBe, pur “liberandosi”, con il trasferimento alla divisione viaggiatori, della direzione di Cargo, sono state tenute egualmente dipendenti (ostaggio) da quest’ultima. Questa sudditanza forzata non ha permesso alle OBe di orientarsi, come tra l’altro stabilito, dopo lo sciopero, nei diversi incontri della “Tavola rotonda”,  verso il mercato terzi attraverso una diversificazione del prodotto, proprio per  soddisfare le urgenti esigenze di FFS Cargo.  Una situazione quella appena illustrata unitamente al sistema organizzativo centralizzato, che pone delle serie difficoltà anche nel concretizzare il centro di competenze atteso da tutti i cittadini della Svizzera italiana da ormai oltre tre anni.

Nelle finalità strategiche di Perrin (CEO Cargo) e accoliti, nella ricerca ultradecennale del pareggio dei conti, vi è in atto, da una parte, una cura dimagrante atta  a “snellire” il fabbisogno minimo la propria flotta,  affittando poi, nel bisogno, carri, con annessa manutenzione, da terzi;  dall’altra un prolungamento del periodo di  manutenzione pesante (da sei a dodici anni) ponendo di conseguenza  seri e preoccupanti interrogativi per quanto riguarda la sicurezza.

 

A fare la parte del “cattivo” è Cargo che viene meno ai suoi impegni. Ma, in realtà, Cargo sono ancora le FFS. È una società le cui decisioni strategiche (e qui siamo confrontati con una decisione strategica) vengono prese dalle FFS e dal suo consiglio di amministrazione. IN realtà la partita è con le FFS e non con Cargo…

 

Come anche  traspare dalla tua domanda, è  difficile immaginare una decisione strategica di tale portata, privando di fatto il settore carri del 40% (~100’000 ore) dei volumi di lavoro preventivati in un primo tempo, oltretutto con un preavviso pressoché nullo, senza prima essersi garantiti l’accordo del CEO FFS Andreas Meyer e dal CdA FFS.

Comunque FFS Cargo con l’annuncio dell’attuale strategia, puntualmente come detto benedetta dalla direzione del gruppo (CEO e CdA), ostenta, a nostro modesto parere, una certa insolenza  e una scarsa serietà, incurante delle inevitabili e generalizzate conseguenze provocate alle OBe (occupazionali ed economiche),

Una decisione provocatoria e decisamente irrispettosa nei riguardi di tutti coloro che si sono impegnati a sottoscrivere  precisi accordi (in particolare quello del 28 novembre 2008) con i quali FFS Cargo si impegnava a garantire i propri volumi di lavoro almeno fino al 2013.

Un impegno verso le OBe che le FFS, per tramite del CEO A. Meyer e del CdA, dovranno impegnarsi a garantire almeno per quanto riguardano i termini stabiliti. Nessuno di noi pretende di definire le strategie di FFS Cargo, si chiede esclusivamente che rispettino quanto sancito di comune accordo in occasione della Tavola rotonda; in quella occasione la diminuzione dei volumi previsti per le OBe (~20%), ci si è impegnati a  dilazionarla sull’arco di dieci anni (2008-2017) per permetterci d’organizzare a tempo un’efficace compensazione tramite commesse da terzi.

Un ammanco di volumi complessivi (FFS Cargo e altri) abnorme che rappresenta il 50% delle attuali capacità produttive (235 coll.) attualmente operative nel settore carri delle OBe.

Come detto, una situazione grave e inaccettabile sia per dimensione che modalità!!!

 

Come vivono questa situazione i lavoratori all’interno dell’azienda? Quali sono i prossimi passi che pensate di fare in difesa dell’occupazione?

 

Non tutti si sono ancora perfettamente resi conto della gravità della situazione. Anche perché risulta difficile credere che da una situazione di tanto lavoro si arrivi improvvisamente a perderne la metà. Le cose si complicheranno nel momento che verrà posta l’equazione: tot volumi eguale a tot posti di lavoro.

Come Comitato ci siamo dapprima attivati verso la direzione ad interim delle OBe ponendo una serie di condizioni per bloccare qualsiasi azione nei riguardi del personale (interinali compresi). Successivamente abbiamo informato sulla portata del problema i colleghi e i delegati di reparto, manifestando per l’occasione la nostra assoluta contrarietà alla strategia delle FFS nei riguardi delle OBe con l’obiettivo di intraprendere tutto quanto possa servire per far retrocedere dalle sua decisione le FFS . Come sottolineato precedentemente, il comportamento subdolo delle FFS (FFS Cargo) ci pone, con dovuto senso di responsabilità, in una posizione di difesa ad oltranza di ogni posto di lavoro presente alle OBe, indipendentemente dal fatto che sia occupato da interinali o meno.

Ci siamo attivati anche verso i rappresentanti del Cantone, come ad esempio il Consiglio di Stato dal quale ci attendiamo a breve una  presa di posizione chiara ed inequivocabile di condanna all’indirizzo delle FFS.

Non mancheremo prossimamente ad informare anche la popolazione tramite serate informative o assemblee, mettendo in azione anche la nostra Associazione  “Giù le mani”. Siamo pronti più che mai, con l’appoggio popolare e politico, a difendere con ogni mezzo un bene comune che ci appartiene e che non vogliamo perdere a causa di decisioni strategiche subdole e ingiustificate.