Pubblichiamo qui di seguito l’interrogazione parlamentare del nostro deputato Matteo Pronzini sull’obbligo fatto ai dipendenti dei negozi facenti capo alla Federcommercio di raccogliere delle firme per una pertizione per il prolungo degli orari d’apertura dei negozi al sabato fino alle 18.30.
Interrogazione al Consiglio di Stato
Negli scorsi giorni la Federcommercio ha lanciato una petizione con la quale si chiede di prolungare gli orari d’apertura dei negozi al sabato fino alle 18.30.
Questa petizione ha lo scopo esercitare una pressione politica in relazione al progetto di legge sugli orari d’apertura attualmente in discussione nella commissione della gestione.
Federcommercio e le organizzazioni che aderiscono a quest’associazione padronale, a cominciare da Coop e Migros, in questi giorni stanno obbligando il proprio personale a raccogliere firme durante il tempo di lavoro per questa petizione.
In Ticino il personale della vendita nella sua stragrande maggioranza è profondamente contrario ad una liberalizzazione degli orari d’apertura dei negozi. Un prolungamento degli orari d’apertura rende più difficile per il personale coniugare lavoro e vita famigliare e sociale. L’esperienza degli ultimi vent’anni dimostra inoltre che nessun posto di lavoro è stato creato nel settore della vendita in Ticino grazie al prolungamento degli orari d’apertura. Anzi le grandi catene di distribuzione, a cominciare da Coop e Migros, in questi anni hanno sistematicamente soppresso posti di lavoro.
Esigere che il personale della vendita raccolga firme a favore di una petizione che rivendica un peggioramento delle proprie condizioni di lavoro e di vita si caratterizza come una violazione della libertà d’opinione, contraria alle disposizioni contenute nella costituzione svizzera e ticinese.
Alla luce di quanto sopra chiedo al Consiglio di Stato:
a) Ritiene eticamente corretto che il personale delle grande catene di distribuzione sia costretto a raccogliere firme a sostegno di una petizione che vuole peggiorare le proprie condizioni di lavoro?
b) Non ritiene che questo modo di procedere rappresenti una violazione dei propri diritti individuali e della liberta di pensiero?
c) Non ravvede il Consiglio di Stato gli estremi per chiedere all’Ispettorato cantonale del lavoro di effettuare un’inchiesta presso le aziende aderenti alla Federcommercio affinché venga appurato se i diritti individuali dei dipendenti sono stati rispettati?
Matteo Pronzini