Tempo di lettura: 3 minuti

Pubblichiamo qui di seguito la presa di posizione della COPE – la commissione del personale dell’Officina di Bellinzona, in accordo con le organizzazioni sindacali. Questo documento è stato distribuito nel corso della conferenza stampa tenutasi la scorsa settimana. (Red).

 

Negli scorsi giorni, la commissione del personale e i sindacati (in seguito CoPe) sono stati informati dalla direzione dalla direzione delle Officine di Bellinzona (OBE) sui previsti piani di produzione 2012. 

 

Di comune accordo, la stessa informazione è poi stata trasmessa ieri al personale  riunito in assemblea:

– ad oggi, le ore di lavoro previste per il 2012 subiranno una contrazione del 26%, passando da circa 500’000 a 370’000.

– Secondo la direzione, un calo di circa 50’000 ore era previsto e dovuto alla domanda di prestazioni di manutenzione che nel 2010 e nel 2011 è da considerare come eccezionale.

– A questa situazione, si sono poi aggiunti provvedimenti di contrazione delle sue attività da parte di FFS Cargo, che dovrebbero generare un calo di ordini in ragione di 80’000 ore lavorative per il 2012 nel settore della manutenzione dei carri merci. Da notare che questo calo corrisponde a circa l’80% (!) dell’attività totale svolta per FFS Cargo dal settore carri.

 

Per la CoPe, questa situazione impone alcune riflessioni:

 

– La prima riguarda i rapporti tra le OBE e FFS Cargo, che riflettono un preoccupante  stato di dipendenza. Non ci si può infatti esimere da chiedersi come sia possibile modificare la mole di ordinazioni in queste proporzioni con poche settimane di preavviso.

– Cambiamenti come questo rendono praticamente impossibile gestire una struttura di manutenzione in modo efficiente.

–            Occorre anche considerare come, negli ultimi due anni, le OBE siano state chiamate a produrre sforzi ingenti per soddisfare l’aumento di esigenze di manutenzione della stessa FFS Cargo.

– Tali sforzi sono andati a scapito delle possibilità di riorientarsi sul mercato della manutenzione, che pure in questo periodo avrebbe offerto prospettive interessanti.

–            Le indicazioni strategiche delle stesse FFS per il futuro delle OBE prevedevano nel medio lungo termine (dal 2014 in poi) un calo delle esigenze di manutenzione di FFS Cargo, da compensare con commesse da parte di terzi. Dopo aver saturato le capacità produttive, FFS Cargo anticipa ora in modo del tutto inopinato la contrazione delle sue ordinazioni.

 

Queste considerazioni devono portare a provvedimenti concreti:

 

–            Da parte di FFS Cargo ci si aspetta una maggior considerazione delle esigenze delle OBE, che negli ultimi mesi hanno prodotto ingenti sforzi per soddisfare le sue ordinazioni. Questa considerazione deve tradursi in una maggior costanza della mole di lavoro richiesta, rispettivamente in preavvisi sufficienti per permettere alle OBE di adattarsi ai cambiamenti.

– Da parte delle FFS uno sforzo per compensare gli eventuali cali di ordinazioni da parte di FFS Cargo.

– Da parte della direzione delle Officine l’intensificazione delle attività di mercato, volte ad acquisire nuove ordinazioni per mantenere i volumi e l’occupazione attuale. Un eventuale temporaneo calo dovrebbe essere utilizzato al meglio per l’adozione di provvedimenti organizzativi e formativi atti a migliorare la capacità produttiva delle Officine.

– Da parte delle autorità cantonali: un’accelerazione di processi volti alla creazione di un centro cantonale di competenze nella mobilità sostenibile attorno alle OBE. Gli attuali sviluppi evidenziano la debolezza delle OBE che si limitano ad operare nel contesto delle FFS.

– Da parte delle autorità federali, un chiaro segnale in favore del mantenimento di prestazioni di pubbliche utilità da parte di FFS Cargo. Al di là di comportamenti e di dinamiche interne al gruppo FFS discutibili, risulta evidente che il mandato conferito all’azienda sia praticamente impossibile e che la concretizzazione della politica di trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia necessiti di un sostegno concreto da parte delle autorità.

 

La CoPe è stata chiamata a collaborare nell’ambito di due gruppi di lavoro all’elaborazione di provvedimenti che permettano alle OBE di superare questo momento difficile ed intende farlo nell’ottica di realizzare i provvedimenti sopra esposti