Il 18 ottobre circa cinquecento insegnanti e “attivisti” del movimento Occupy LA (Los Angeles) hanno marciato dal municipio, attualmente occupato, fino ai quartieri generali del Los Angeles Unified School District (LAUSD).
Lì abbiamo iniziato a montare l’accampamento Occupy LAUSD.
Le nostre rivendicazioni sono semplici: 1.Introdurre una tassa del’1% per finanziare le nostre scuole; 2. Mantenere pubbliche al 99% le nostre scuole per il 99% [a favore del 99% della popolazione]; 3. Avere scuole democratiche, basate sul principio dei bisogni della comunità e sulla “Wall Street reform” [legge introdotta nel luglio 2010….].
Il corteo – che lanciava slogan come “Tassate i ricchi, finanziate le nostre scuole”,”Le banche sono state salvate, gli insegnanti espulsi” o ancora “Loro dicono che bisogna privatizzare, noi diciamo che bisogna organizzarci!” – ha provocato grande interesse da parte dei media. Da allora, alcuni insegnanti hanno mantenuto un accampamento di una mezza dozzina di tende [per cinque giorni ].
Ma, fedele a se stesso, il sovraintende del LAUSD, John Deasy, ha attaccato gli insegnanti: “Occupare il LAUSD è sbagliato e contrario allo spirito e agli obiettivi di Occupy Wall Streeet, di Occupy LA e di tutti gli altri rispettabili movimenti a favore della giustizia economica, sorti durante lo scorso mese nel nostro paese e nel mondo. Paragonare un distretto scolastico, che nel corso dei quattro ultimi anni ha subito tagli di budget di due miliardi di dollari, con politiche e istituzioni [le banche] che hanno sistematicamente danneggiato la classe povera e media é un insulto nei confronti di coloro che protestano”.
È abbastanza comico vedere il nostro padrone, che guadagna un quarto di milione l’anno e che ha un autista personale, arrogarsi il diritto di parlare del movimento “Occupy” come se niente fosse o, ancora peggio, di una manifestazione organizzata dagli insegnanti. Immagino sia il genere di ritornello che si impara all’istituto di management Eli Broad [legato all’Università del Michigan].
Di fatto, il LAUSD come anche lo stesso John Deasy, si sono rifiutati di ubbidire alla Legge 114 dello Stato della California, che prescrive che per l’anno in corso i distretti avrebbero dovuto mantenere gli stessi effettivi dell’anno scorso e riassumere gli/le insegnati licenziati per questioni di budget. John Deasy sta scegliendo di non seguire la legge dello Stato e di mantenere sottodotate alcune scuole.
Jose Lara, il presidente del Central Area of United Teachers di Los AngelesC (UTLA), uno degli organizzatori della protesta, ha dichiarato: “E’ ora che la direzione del LAUSD ci ascolti, noi siamo il 99%. Chiediamo il finanziamento totale delle nostre scuole e la fine dei licenziamenti che danneggiano le nostre comunità scolastiche; ed anche la fine della “svendita” delle scuole pubbliche. Occorre riassumere insegnanti, consiglieri, infermieri, personale amministrativo e tutti coloro che giocano un ruolo indispensabile nell’educazione dei nostri allievi”.
Militanti di UTLA, ispirati dal movimento “Occupy”, hanno iniziato ad organizzare un accampamento per far pressione anche sulla riunione pubblica bimensile organizzata dalla direzione scolastica. La prima notte dell’occupazione, venti auto della polizia hanno bloccato la strada di accesso all’accampamento; la polizia ha ordinato agli insegnanti di togliere le tende. Abbiamo negoziato la possibilità di lasciare le nostre tende, in un numero minore, in posti che non intralciassero l’accesso al palazzo.
Circa cento militanti di Occupy LA, informati dei nostri problemi, si sono precipitati a piedi e in bicicletta verso la sede del LAUSD per ridarci coraggio ed aiutarci a rimanere fermi contro ogni tentativo di spostamento.
La seconda notte di occupazione, il comitato direttivo del sindacato (CTA) e di insegnanti UTLA hanno deciso di sostenere Occupy LA e anche Occupy LAUSD, tramutando la nostra azione in un’azione sindacale ufficiale.
La terza notte di occupazione, i delegati del Consiglio Nazionale delle Associazioni di Insegnanti della California, riuniti a Los Angeles dal 21 ottobre hanno iniziato a manifestare il loro sostegno all’occupazione.
Gloria Martinez, insegnante di una sezione elementare dell’Est di Los Angeles ha detto: “Per me l’azione Occupy LAUSD significa la speranza. Significa che si sta spiegando al pubblico ciò che meritano i nostri allievi”.
Anche Kelly Flores, insegnante del sud della città di Los Angeles, accampata con tutta la famiglia, ha spiegato: “E’ inaccettabile che bambini di una qualsiasi scuola nel nostro distretto debbano perdere il loro tempo in una classe di 45 allievi e più, dove non si impara nulla. Oppure che non possano usare le toilette perché il custode, che lavora da solo, non ha il tempo per pulirle o perché non c’è carta. O che non possano vedere un’infermiera o prendere un libro in prestito, perché alcuni posti sono stati soppressi.
E’ assolutamente inconcepibile che il nostro distretto scolastico continui a licenziare insegnanti, malgrado il numero sempre crescente di allievi, mentre in un piano di verifica per privatizzare si continui a pagare 300’000 dollari l’anno a ditte private che vengono a sottoporre su vasta scala i loro test e che si tagli sempre alla base e mai ai vertici.
E’ evidente che gli obiettivi di questi piani di privatizzazione non sono quelli di dare un’educazione ai poveri, ma piuttosto di garantire un forza lavoro composta da persone poco formate e quasi ridotte in schiavitù! Ecco perché sono accampata qui! Non sopporto più tutto questo! I miei allievi mi domandano: “Perché aprono nuove scuole se non forniscono i mezzi per funzionare?” “Perché non possiamo usare le toilette” “Perché la biblioteca é chiusa?”.
Il quinto ed ultimo giorno di occupazione, trecento delegati del CTA – in rappresentanza degli insegnanti di tutto lo Stato – hanno marciato dal luogo del loro Congresso per raggiungere la nostra manifestazione cantando: “Siamo noi, siamo insegnanti, siamo il 99%”. I militanti di Occupy LAUSD, ripiegando le loro tende, hanno annunciato il lancio di una campagna con l’obiettivo: “Occupare le [loro] scuole”.
* testimonianza pubblicata sul sito www.socialistworker,org il 24 ottobre 2011. La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di Solidarietà.