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La redazione di Solidarietà e tutti i militanti e le militanti del Movimento per il socialismo esprimono solidarietà allo studente Mapuche José Ancalao, arrestato pochi giorni fa durante una manifestazione in memoria di Matias Cartileo, giovane Mapuche assassinato nel 2008. La nostra solidarietà va anche a tutte le vittime della repressione dell’autorità cilena. Tra loro ci sono molti giovani, donne e intere famiglie, che combattono per un sistema educativo pubblico e per una società migliore. Qui di seguito un contributo che riassume la vicenda (Red.)

 

Il portavoce della Federazione Mapuche degli studenti (Femae) e membro del consiglio esecutivo del Confech (Federazione degli Studenti Universitari del Cile) è stato arrestato e picchiato brutalmente dai Carabinieri (polizia militarizzata cosiddetta antisommossa) all’inizio di gennaio.

José Ancalao aveva tenuto due conferenze in Svizzera (martedì 22 novembre 2011 in Uni-Mail a Ginevra e mercoledì 23 novembre all’Università di Friburgo), su invito del Cercle la Brèche (i giovani MPS della Svizzera francese), del sito web del Movimento per il socialismo (MPS) e delle Editions Page deux.

Durante queste conferenze, ha spiegato l’importanza della mobilitazione studentesca in Cile, le difficoltà specifiche che incontrano gli studenti Mapuche, così come il tipo di repressione selettiva che li colpisce.
Il 4 gennaio 2012, stava partecipando con membri della Femae a una marcia che si teneva a Temuco – capitale della provincia di Cautin – a 650 km da Santiago. Questa marcia era organizzata in collaborazione con gli amici e i membri della famiglia di Matías Catrileo, giovane mapuche assassinato il 3 gennaio 2008. L’inchiesta ha confermato che la sua morte è stata dovuta a tre proiettili di una mitragliatrice tipo Uzi (di fabbricazione israeliana). L’inchiesta indica che il responsabile di questo crimine era un membro del gruppo delle Operazioni Speciali, brigata repressiva specializzata del Corpo dei Carabinieri. Lo scorso 15 dicembre, il Tribunale Supremo (in seguito a un ricorso presentato della famiglia di Matías Catrileo), ha, di fatto, confermato l’impunità dell’assassino: il carabiniere Walter Ramírez. È stato condannato a 3 anni e 1 giorno di arresti domiciliari da un’istanza giuridica militare.

Durante la marcia di commemorazione di quest’assassinio, sono stati arrestati José Ancalao e anche la madre e la sorella di Matías Catrileo. Nel suo account di Twitter, José Ancalao ha descritto la brutalità con cui è stata trattata durante il suo arresto e nel suo trasferimento alla centrale di polizia situata in via Varas. È più che significativo che quest’arresto sia avvenuto con il pretesto di una marcia che denunciava l’impunità dei membri del Corpo dei Carabinieri in un assassinio “documentato”.
Pablo Millalen, portavoce della Femae, ha dichiarato alla pubblicazione Azkintuwe che i carabinieri “gli avevano rotto il naso (a José Ancalao). Sanguinava molto durante il suo trasferimento. Mi ha detto che era stato colpito in varie parti del corpo, come Diego Zaldivia” e altri giovani mapuche arrestati. Pablo Millalen afferma: “Hanno represso José per il ruolo che ha nel movimento studentesco. Rivendichiamo i diritti del Popolo Mapuche e prendiamo la parola, con forza, come studenti mapuche. Rivendichiamo un’Università Mapuche. Esigiamo un’educazione di qualità. Rivendichiamo edifici per gli studenti e respingiamo l’accusa di terrorismo che ci muove il governo [la Concertazione di Piñera]. Millalen sottolinea i comportamenti razzisti dei funzionari del Corpo dei Carabinieri. Cosa che è pratica corrente e troppo poco denunciata dalle forze tradizionali della sinistra cilena.   
 
* Il presente testo è stato pubblicato sul sito dell’MPS romando, www.alencontre.org. La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di www.rivoluzione.ch, il Blog dei giovani del Movimento per il socialismo.