La redazione di Solidarietà e tutti i militanti e le militanti del Movimento per il socialismo esprimono solidarietà allo studente Mapuche José Ancalao, arrestato pochi giorni fa durante una manifestazione in memoria di Matias Cartileo, giovane Mapuche assassinato nel 2008. La nostra solidarietà va anche a tutte le vittime della repressione dell’autorità cilena. Tra loro ci sono molti giovani, donne e intere famiglie, che combattono per un sistema educativo pubblico e per una società migliore. Qui di seguito un contributo che riassume la vicenda (Red.)
Il portavoce della Federazione Mapuche degli studenti (Femae) e membro del consiglio esecutivo del Confech (Federazione degli Studenti Universitari del Cile) è stato arrestato e picchiato brutalmente dai Carabinieri (polizia militarizzata cosiddetta antisommossa) all’inizio di gennaio.
Durante queste conferenze, ha spiegato l’importanza della mobilitazione studentesca in Cile, le difficoltà specifiche che incontrano gli studenti Mapuche, così come il tipo di repressione selettiva che li colpisce.
Il 4 gennaio 2012, stava partecipando con membri della Femae a una marcia che si teneva a Temuco – capitale della provincia di Cautin – a 650 km da Santiago. Questa marcia era organizzata in collaborazione con gli amici e i membri della famiglia di Matías Catrileo, giovane mapuche assassinato il 3 gennaio 2008. L’inchiesta ha confermato che la sua morte è stata dovuta a tre proiettili di una mitragliatrice tipo Uzi (di fabbricazione israeliana). L’inchiesta indica che il responsabile di questo crimine era un membro del gruppo delle Operazioni Speciali, brigata repressiva specializzata del Corpo dei Carabinieri. Lo scorso 15 dicembre, il Tribunale Supremo (in seguito a un ricorso presentato della famiglia di Matías Catrileo), ha, di fatto, confermato l’impunità dell’assassino: il carabiniere Walter Ramírez. È stato condannato a 3 anni e 1 giorno di arresti domiciliari da un’istanza giuridica militare.
Pablo Millalen, portavoce della Femae, ha dichiarato alla pubblicazione Azkintuwe che i carabinieri “gli avevano rotto il naso (a José Ancalao). Sanguinava molto durante il suo trasferimento. Mi ha detto che era stato colpito in varie parti del corpo, come Diego Zaldivia” e altri giovani mapuche arrestati. Pablo Millalen afferma: “Hanno represso José per il ruolo che ha nel movimento studentesco. Rivendichiamo i diritti del Popolo Mapuche e prendiamo la parola, con forza, come studenti mapuche. Rivendichiamo un’Università Mapuche. Esigiamo un’educazione di qualità. Rivendichiamo edifici per gli studenti e respingiamo l’accusa di terrorismo che ci muove il governo [la Concertazione di Piñera]. Millalen sottolinea i comportamenti razzisti dei funzionari del Corpo dei Carabinieri. Cosa che è pratica corrente e troppo poco denunciata dalle forze tradizionali della sinistra cilena.