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Qui di seguito pubblichiamo l’interrogazione al Consiglio di Stato inoltrata dal nostro deputato Matteo Pronzini in Gran Consiglio in riferimento alla situazione della Banca Axion, acquistata durante l’estate 2010.

 

In occasione della pubblicazione dei dati relativi all’esercizio 2011, BancaStato ha presentato, oltre ai dati complessivi riguardanti l’istituto, anche quelli relativi alla Axion Bank.

Questa banca, acquistata da BancaStato nella seconda metà del 2010, dovrebbe rappresentare lo strumento attraverso il quale BancaStato vorrebbe sviluppare la propria strategia di diversificazione verso il settore della gestione patrimoniale. Axion Bank è quindi il perno di una prospettiva strategica che, ci si ripete, è fondamentale per il futuro di BancaStato.

I dati 2011 relativi alla situazione di Axion Bank, pubblicati la scorsa settimana, confermano le voci  che da tempo circolano nell’ambiente finanziario in relazione al guaio in cui Bancastato si è cacciata con questa l’operazione.  All’interno di Bancastato vi sarebbe un fortissimo nervosismo e si starebbe già riflettendo su una exit strategy da Axion Bank. Solidarietà, il giornale quindicinale pubblicato dall’MPS, riportava in modo dettagliato questa situazione in un articolo apparso due giorni prima delle comunicazioni ufficiali di BancaStato.

Una situazione che è emersa in modo plateale attraverso le dichiarazioni del direttore generale di BancaStato che, ai microfoni della RSI, così commentava la situazione di Axion Bank: “Il risultato di quest’anno è positivo, non bisogna però farsi imbrogliare nella lettura del risultato che è dato da una riduzione sostanziale dei costi per la chiusura della succursale di Zurigo. Se si dovesse ritornare, o se io dovessi ritornare a prendere la decisione sapendo quello che è successo nel frattempo, probabilmente me ne sarei stato a guardare nel mio cantuccio“.

Dichiarazioni che in realtà sono un tentativo penoso di giustificare, alla luce di presunti mutamenti, una decisione strategica sbagliata.

Il direttore Bulla è responsabile di questa scelta quanto tutto il gruppo dirigente di BancaStato, così come il suo consiglio di amministrazione, così come il Consiglio di Stato e il Parlamento che, per convinzione o omissione, hanno di fatto permesso che questa operazione venisse fatta.

Le dichiarazioni del direttore Bulla appaiono sorprendenti perché da agosto 2010 non è successo nulla che non fosse già noto e che ha posto in una prospettiva diversa (presumibilmente sfavorevole) l’acquisto di quella che oggi si chiama Axion Bank.

Non erano granché diversa la situazione finanziaria internazionale; erano a tutti note le pressioni che si stavano esercitando sulla Svizzera in merito alla fiscalità degli averi qui depositati e gestiti; erano note le evoluzioni del settore della gestione patrimoniale in Svizzera (difficoltà sempre più evidenti per chi non dispone, nel settore della gestione patrimoniale, di una massa critica); era nota la composizione degli averi gestiti da Axion Bank, il profilo della sua clientela ed il ruolo che avrebbe potuto avere il management della banca (che di fatto detiene il 20% della banca).

Tutte queste cose erano note a tutti, anche al direttore generale Bulla che, all’epoca non era responsabile del servizio fotocopie di BancaStato, ma era uno dei membri della direzione generale.

Questa situazione, che rischia di diventare un disastro per BancaStato, pone evidentemente fondamentali interrogativi politici che investono, come detto, Governo e Parlamento che hanno permesso tale operazione, addirittura inchinandosi di fronte alla volontà del consiglio di amministrazione della Banca. Come non ricordare che il consiglio di amministrazione di BancaStato ha concluso l’operazione mettendo governo e Parlamento (che da tempo discutevano di una modifica legislativa che avrebbe dovuto porre una serie di garanzie di fronte a questo tipo di operazioni) di fronte al fatto compiuto?

Fummo allora i soli, come MPS,  a dire queste cose e a ricordare come con quella operazione BancaStato andava a cercarsi guai.

Il tempo scorre ed i silenzi diventano sempre più imbarazzati ed imbarazzanti. Un silenzio che, tranne un´ interrogazione del collega Sanvido (che però ci pare glissi sul fondo della questione), continua ad essere la linea di fondo delle autorità politiche di questo cantone sulle strategie di BancaStato. Chi ha fatto precise scelte politiche ed aziendali dovrà risponderne ai cittadini e alle cittadine di questo cantone che, tuttora, sono i legittimi proprietari di BancaStato.

 

Alla luce di queste osservazioni e considerata la gravità della situazione chiedo al Consiglio di Stato:

 

– se non ritiene opportuno, visto l’iter parlamentare della vicenda che ha accompagnato l’acquisto di Axion Bank, riferire al Parlamento sull’attuale situazione?

 

– se non ritiene opportuno fare in modo che il Parlamento possa discutere degli attuali orientamenti strategici di BancaStato. Quanto comunicato in merito allo sviluppo di Axion Bank significa indirettamente, è inutile girarci attorno, il fallimento della strategia di diversificazione annunciata negli anni scorsi?

 

– se non ritiene opportuno, in qualità di rappresentante della proprietà, intervenire per chiedere una correzione di questa situazione, onde evitare, tra qualche tempo, di dover prendere misure più drastiche?

 

Matteo Pronzini