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È passata quasi inosservata la notizia relativa alla evoluzione della questione dei forfait fiscali nel Canton Zurigo. Eppure ci sono motivi di interesse (in particolare per quei cantoni, come il Ticino, nei quali la questione è discussa) nelle notizie che giungono dalla principale piazza finanziaria svizzera.

Decisa nel 2010, l’abolizione della tassazione degli stranieri ricchi secondo il cosiddetto “dispendio” (cioè il loro tenore di vita, di fatto sulla base di un accordo con l’autorità fiscale) è entrata in vigore nel 2011, permettendo così di tirare un primo bilancio tra quelli che se ne sono andati e quelli che sono rimasti.

 

Meno ricchi, più imposte pagate

 

È questo il dato che i giornali, certo non innocentemente, hanno messo in evidenza: cioè la partenza dal Cantone (prima della fine del 2010, cioè dell’anno precedente l’entrata in vigore della nuova legislazione che aboliva il privilegio fiscale per i ricchi stranieri) di circa la metà dei 210 ricchi stranieri che beneficiavano del forfait fiscale. Ben 97 infatti hanno lasciato il cantone per altri lidi. Non sono scappati lontano: solo 26 sono andati all’estero e tutti gli altri si sono trasferiti in Cantoni vicini che continuano ad offrire lo stesso trattamento.
Da Zurigo il trasferimento è relativamente facile: basti pensare che, vicino vicino, vi è quel canton Zugo che quanto a privilegi fiscali, in particolare per chi è ricco o svolge attività che generano grandi ricchezze, non è secondo a nessuno; o , pure vicino, quel canton Svitto che dell’offerta di sconti fiscali e di aliquote bassissime ha fatto il proprio cavallo di battaglia negli ultimi anni, dando un contributo deciso allo sviluppo della concorrenza fiscale intercantonale, vera e propria chiave di volta di una politica di diminuzione della pressione fiscale, soprattutto per i redditi alti e per i detentori di grandi patrimoni.
Quelli rimasti, nel 2011, sono stati tassati come tutti gli altri cittadini. Ed hanno pagato più imposte. Infatti è vero che il cantone ha perso, con la partenza di metà di questo tipo di contribuenti, circa 12 milioni (sui 32 milioni che pagavano i 210 tassati a forfait fino al 2010). Ma è vero anche che , quelli rimasti hanno pagato quasi 14 milioni in più di quanto, complessivamente, pagassero con il regime forfettario.

 

Qualche considerazione

 

Quanto successo a Zurigo è stato commentato come una conferma che l’abolizione di questo privilegio comporterebbe gravi perdite per il fisco dei diversi cantoni. I titoli e i commenti dei giornali nostrani sono andati in questa direzione, in particolare quando, a gennaio, sono usciti i dati relativi alla “fuga” dei contribuenti.
Ora che sono stati resi noti i dati di Zurigo è possibile fare una riflessione più approfondita e pensare che un’abolizione di questo sistema fiscale in un cantone come il Ticino (dove vi sono 6-700 casi) non comporterebbe di fatto perdite per il fisco.
Sulla base di quali considerazioni affermiamo questo ed in che modo i dati di Zurigo confermano il nostro ragionamento?
La prima considerazione è di ordine quantitativo. Infatti, se è possibile e probabile che alcuni di questi ricchi privilegiati lasci il cantone, è altrettanto vero che la tassazione ordinaria di coloro che restano può permettere di recuperare molto, magari anche tutto, di quello che “andrebbe perso” con la partenza di alcuni di questi privilegiati fiscali.
Ma altre considerazioni ci dicono che rischiano di essere pochi coloro che lasceranno il Ticino. Perché le ragioni che spingono questi super-ricchi ad istallarsi in Ticino sono solo in minimissima parte considerazioni di ordine fiscal-finanziario. D’altronde sarebbe interessante fare un’inchiesta sulle ragioni che spingono queste persone a scegliere il Ticino come loro residenza.
Tra queste ragioni vi sono evidentemente le differenze di “condizioni quadro” con l’Italia, in particolare dal punto di vista della “qualità” offerta: in termini ambientali, di sicurezza, di “funzionamento” del sistema, di garanzia di una certa “privacy”. Tutti elementi questi che ” non hanno prezzo” e, molto spesso, non sono facili da comperare nel contesto in cui si opera.
Lo testimoniano, ad esempio, i numerosi imprenditori che, pur mantenendo il centro delle loro attività in Italia (a Milano), hanno scelto di stabilire qui la residenza della loro famiglia: basterebbe citare i nomi dei Perfetti, dei Malacalza, dei Ghidella, ecc.
Tutte ragioni che ci hanno spinti a proporre, con un’iniziativa parlamentare, l’abolizione della tassazione forfettaria. Zurigo ci mostra che è possibile farlo senza conseguenze drammatiche per il fisco. Un’opinione che non sembra essere condivisa dalla stragrande maggioranza del parlamento cantonale. Vedremo.