Tempo di lettura: 3 minuti

Sull’ultimo numero di Solidarietà abbiamo illustrato alcuni aspetti dell’«assalto fiscale» in atto contro le finanze pubbliche. Pubblichiamo ora questo contributo apparso sul giornale romando del sindacato VPOD-SSP che apporta ulteriori interessanti elementi al nostro discorso. (Red)

È stato a metà febbraio che tutti abbiamo potuto scoprire l’ampiezza, straordinaria, dei regali fiscali concessi a padroni ed azionisti attraverso il decreto Bonny. Ricordiamo che questo decreto permette di defiscalizzare a livello federale (cioè per l’imposta federale diretta, IFD) gli utili delle imprese situate in “regioni in difficoltà”. Nel 2007 il totale degli utili esonerati dal pagamento dell’imposta raggiungeva i 23 miliardi di franchi? Ma la perdita, dal punto di vista delle entrate fiscali, non riguarda solo la Confederazione. In effetti una parte dell’IFD (il 17%) viene redistribuita ai cantoni. A tutto questo va aggiunto il fatto che diversi cantoni prevedono ulteriori esoneri fiscali per le imposte cantonali e comunali. Ad esempio la multinazionale Monsanto, che può contare su uno sgravio fiscale del 50% per l’IFD, non paga nemmeno un centesimo di imposte al Canton Vaud e al comune di Morges!
Tutti i cantoni praticano questa politica di sgravi fiscali per le imposte locali e non solo quelli nei quali si applica il decreto Bonny. Così, ” al 1° gennaio 2011 o alla fine del periodo fiscale 2010, circa 400 imprese approfitteranno di sgravi fiscali temporanei in Svizzera romanda (Bilan, 15 febbraio 2012). In altre parole i regali fiscali a padroni e azionisti si possono valutare in miliardi di franchi.
Qualche giorno fa, abbiamo poi potuto prendere conoscenza dei dati attualizzati relativi agli effetti finanziari della riforma II della fiscalità delle imprese, accolta in votazione popolare nel 2008. Essa ha introdotto il principio, con effetto retroattivo, dell'”apporto di capitale”. In altre parole, le imprese possono ormai versare ai loro azionisti dei dividenti liberi da qualsiasi imposizione fiscale, utilizzando le riserve che hanno costituito a partire dal 1997.
Le cifre fornite in questi giorni sono da capogiro. Fino alla fine del 2011, circa 654 miliardi di franchi provenienti da queste riserve sono stati annunciati alla Confederazione (NZZ am Sonntag 11 marzo 2012). Nei prossimi mesi e anni, gli azionisti potranno dunque beneficiare di questa messe di dividenti sottratti a qualsiasi imposizione. Già oggi molti di loro ne approfittano. È il caso, ad esempio, di Ivan Glasenberg, grande capo della Glencore, gigante del commercio di materie prime: ha appena ricevuto un dividendo defiscalizzato di 109,3 milioni di dollari (ibidem). Secondo il Tages Anzeiger (15 marzo 2002), questi regali avranno come conseguenza una perdita di entrate fiscale del valore di 47 miliardi di franchi. L’economista Werner Vontobel arriva ad una stima di 80 miliardi (Work, 16 marzo 2012).
Indipendemente da quanto, alla fine, ammonterà questa perdita di entrate fiscali, una cosa appare evidente: questa politica di defiscalizzazione prosciuga le risorse disponibili per il servizio pubblico. Oggi, dappertutto, ci troviamo confrontati con i pronto soccorso degli ospedali stracarichi. A causa della mancanza di tempo ( a causa di personale insufficiente) “è fuori discussione che il personale di cura degli EMS (case per anziani medicalizzate) accompagnino una vecchia signora a fare una passeggiata” (L’Hebdo, 8 marzo 2012). Centinaia di uffici postali sono stati chiusi. Nelle licei vodesi, ad esempio, gli effettivi delle classi superano sistematicamente il numero massimo previsto dal regolamento (cioè 24 allievi al massimo in un terzo delle classi) (24 Heures, 6marzo 2012). E per trovare un posto in un asilo nido, bisogna aspettare mesi, se non addirittura anni…
I regali fiscali ai padroni e agli azionisti pregiudicano pure in modo importante il finanziamento delle assicurazioni sociali, una parte del quale dipende dalle collettività pubbliche (Confederazione): il livello delle rendite AVS stagna ad un livello molto basso, l’AI è in fase di demolizione, la durata delle indennità per i disoccupati è stata drasticamente ridotta. Senza dimenticare le ulteriori conseguenze negative per il personale dei servizi pubblici. I pensionati delle FFS, ad esempio, aspettano da anni che le loro rendite siano adeguate all’aumento del costo della vita…
In poche parole, questa politica di defiscalizzazione favorisce solo padroni ed azionisti, a scapito della stragrande maggioranza della popolazione. È ora di opporvisi con decisione!

* articolo apparso su Services Publics nro 5 del 30 marzo 2012. La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di Solidarietà