Pubblichiamo la replica che l’MPS ha diffuso oggi dopo la presa di posizione del DFE con la quale si annuncia l’inizio dei controlli sul lavoro domenicale nei centri commerciali (Red.).
Il coordinamento cantonale del Movimento per il socialismo (MPS) prende atto che, a quasi un mese e mezzo dalle denunce pubbliche (pur essendo da sempre perfettamente al corrente della situazione di illegalità nella quale avviene il lavoro domenicale) finalmente il DFE (e per esso l’Ispettorato del Lavoro) ha deciso di effettuare dei controlli relativi al lavoro domenicale nei centri commerciali autorizzati ad aprire la domenica in modo permanente.
Intervento tardivo, che viene inoltre svolto all’insegna di un atteggiamento ricattatorio e vendicativo nei confronti di alcune realtà produttive. Deplorabili inoltre modi e tempi previsti per questo intervento.
Su questo punto d’altronde il DFE di Laura Sadis dimostra, qualora fosse necessario, quanto il potere sia “discreto” nel’applicazione delle leggi: dalle dichiarazioni pubbliche dei responsabili dipartimentali si è potuto sapere che, per portare a termine l’inchiesta, prendere delle decisioni e sanare la situazione, ci vorranno almeno quattro o cinque mesi. Una vera e propria assurdità, una dimostrazione dell’assoluto disprezzo per la legalità (a parole sempre difesa… quando serve gli interessi dei potenti o quando deve colpire dei semplici cittadini). Come giustificare tale procedura nel caso del Centro Ovale di Chiasso, dove il lavoro domenicale permanente illegale è praticato da poche settimane? Ci vogliono veramente mesi di preavviso per porre fine ad un’esperienza di palese illegalità che dura da così poco tempo?
Laura Sadis passerà alla storia come l’affondatrice del FoxTown?
Non vi sono dubbi che se il FoxTown dovesse sparire dalla scena economica cantonale la responsabilità unica e totale spetterà a Laura Sadis ed al suo dipartimento (con la complicità attiva di tutto l’esecutivo cantonale).
È sua la responsabilità di aver “svegliato un can che dorme” (cioè la questione della deroga al lavoro domenicale tollerata da anni per questo centro commerciale). Inutile che cerchi ora di gettare le responsabilità sul sindacato Unia e sull’MPS intervenuto attraverso gli atti parlamentari e le denunce del deputato Matteo Pronzini.
Il problema può essere così riassunto: a Laura Sadis non va bene che vi sia una sola eccezione al divieto del lavoro domenicale come è stato negli ultimi quindici anni. Essa vorrebbe che il lavoro domenicale potesse diventare, nella grande distribuzione, la regola. Ha cercato così di estendere l’esperienza del FoxTown concedendo un’autorizzazione all’apertura domenicale del tutto assurda e ingiustificata al Centro Ovale di Chiasso. Perché è evidente a tutti che se il Centro Ovale di Chiasso è autorizzato ad aprire la domenica in modo permanente, non vi sono ragioni per le quali quasi tutti gli altri centri commerciali simili (pensiamo, nella sola regione circostante, al Centro Breggia o al Serfontana) non dovrebbero essere autorizzati.
Laura Sadis ha ignorato quelle che erano state le specificità (storiche, merceologiche, territoriali ed organizzative) del FoxTown e che erano alla base della sua eccezionalità. Essa ha pensato di usare quella eccezione come una clava: o tutti o nessuno si è detta, cercando di venderci la storiella della necessità di “parità di trattamento”.
Essa deve quindi oggi assumersi la totale responsabilità di quanto succede o succederà, avendo voluto utilizzare “il precedente” FoxTown, l’eccezione che tutti hanno tollerato in questi anni proprio perché era e doveva essere considerata tale, per cercare di approfondire il processo di liberalizzazione.
Ricordiamo che operazioni del genere erano già state tentate nella fase immediatamente successiva all’inizio dell’esperienza FoxTown. La Manor di Balerna aveva ricevuto una risposta negativa in merito alla sua richiesta di aprire il settore non alimentare di domenica. Fortunatamente era stato accolto un ricorso contro questi grandi magazzini – allora denominati Innovazione – che in virtù della modifica al Regolamento cantonale, avevano sperimentato l’apertura domenicale del reparto non alimentare del loro centro commerciale a Balerna. Dobbiamo pensare che quanto non ha osato Marina Masoni, osi farlo Laura Sadis?
Povero promovimento economico
Quello compiuto dal DFE di Laura Sadis, con il sostegno implicito del governo, è un splendido autogoal, proprio in un momento in cui si proclama la necessità che lo Stato svolta un ruolo attivo nella promozione economica.
Non sappiamo ancora come il FoxTown reagirà al divieto del lavoro domenicale. È nostra impressione che la solidità commerciale ed economica del centro commerciale di Mendrisio sia tale che potrebbe benissimo continuare la sua attività (e prosperare come fa fatto finora) anche senza l’apertura domenicale. È d’altronde noto che, in materia di orari di apertura dei negozi, è l’offerta ad organizzare la domanda. Anche la “dimensione turistica”, evocata dal FoxTown a più riprese come propria specificità, potrà benissimo organizzarsi su sei giorni.
Ma se il divieto del lavoro domenicale per il FoxTown dovesse comportare un suo ridimensionamento, la responsabilità ricadrebbe interamente sul DFE e la sua sciagurata politica in materia di autorizzazioni di apertura domenicale.
Sarebbe sicuramente un episodio negativo dal punto di vista del promovimento economico la cui responsabilità, ancora una volta, ricadrebbe sul DFE e sul governo.
Ritirare l’autorizzazione di apertura al Centro Ovale di Chiasso
La verità, alla luce di quanto abbiamo detto sopra, è che il Centro Ovale di Chiasso non avrebbe mai dovuto ottenere l’autorizzazione per aprire in modo permanente la domenica (né avrebbe dovuto ottenere quella per la sperimentazione di sei mesi di tale apertura). Se così fosse stato non vi sarebbe oggi nessun problema di autorizzazione del lavoro domenicale e non sarebbero emersi problemi di “parità di trattamento”. Il centro Ovale di Chiasso non ha alcuna “specificità” merceologica, commerciale, imprenditoriale che lo distinguano, come detto, da un grande magazzino tradizionale (o da un centro commerciale tradizionale), come se ne trovano ormai in molti punti del nostro territorio.
L’unico modo per uscire da questa situazione è quella di ritirare l’autorizzazione all’apertura domenicale per il Centro Ovale di Chiasso. È quanto farà, speriamo, l’autorità giudiziaria presso la quale è stato interposto un ricorso.
Bellinzona, 8 maggio 2012