Tempo di lettura: 3 minuti

Non ci piace polemizzare con i compagni del PS su questioni che potremmo definire di dettaglio. Preferiamo farlo sulle questioni politiche di fondo sulle quali è, anzi, positivo che le sensibilità della sinistra si possano esprimere e confrontare.

 

Ad esempio, i lettori e lettrici di Solidarietà seguono da anni la rubrica che Werner Carobbio tiene, in assoluta libertà, su questo giornale, esprimendo a volte punti di vista diversi da quelli del giornale e dell’MPS. Pensiamo tuttavia sia un contributo al pluralismo all’interno della sinistra.

Tuttavia le recenti dichiarazione rilasciate alla stampa dalla capo-gruppo del PS in Gran Consiglio Pelin Kandemir Bordoli a proposito della presenza nelle commissioni parlamentari del nostro compagno Matteo Pronzini, ci obbligano ad alcune precisazioni.

Pensavamo che il gruppo parlamentare del PS fosse animato dalla stessa sensibilità pluralistica quando, all’indomani delle ultime elezioni cantonali, ha chiesto al nostro deputato Matteo Pronzini se fosse interessato a sedere in una commissione: il PS (che ha tre rappresentanti in ogni commissione) era ben disposto a cedergli un posto in modo che egli potesse, anche in sede commissionale, esprimere il proprio punto di vista.

Ci è sembrata una proposta interessante e così Matteo Pronzini è stato eletto in seno alla commissione tributaria.

In questa commissione, è evidente, Matteo Pronzini non ha rappresentato il PS, ma il punto di vista dell’MPS e del programma elettorale presentato alle elezioni. Allo stesso modo ha organizzato la sua presenza, i suoi interventi, le sue proposte all’interno della commissione.

Gli avvicendamenti alla testa del PS hanno però,in un certo senso, rimesso in discussione un po’ tutto. Così, nelle settimane scorse, il PS ha fatto sapere che rivoleva il suo seggio in seno alla commissione tributaria.

Per quali ragioni il PS ha fatto questa scelta non è per noi molto importante. Abbiamo la nostra interpretazione, ma questo conta poco. Il PS aveva tutto il diritto di riprendersi il suo seggio e di essere nuovamente rappresentato con tre membri nella commissione della gestione.

L’avvicendamento ha interessato la stampa e da qui è nata la polemica che ci obbliga a prendere posizione.

In particolare non è possibile accettare il ragionamento della capogruppo Pelin Kandemir che, come una maestrina che sale in cattedra, bacchetta Pronzini perché sarebbe stato «troppo assente» alle riunioni della commissione tributaria.

Questa «spiegazione» è stata naturalmente ripresa pari pari dai velinari de la Regione che, naturalmente, non si sono nemmeno dati la pena di verificare le cose, visto che la presenza alle riunioni delle commissioni sono facilmente verificabili sul sito del cantone.

Si sarebbe allora scoperto che certo Matteo Pronzini ha partecipato solo a tre delle sei riunioni della commissione tributaria (impedito da impegni di lavoro oltre Gottardo); ma ci si sarebbe pure accorti che anche il sindaco di Bellinzona, Mario Branda, ha partecipato a tre riunioni sulle sei in programma.

Questo non ha impedito a Mario Branda di essere presente nei dibattiti importanti e di stilare un ottimo rapporto di minoranza contro la proposta di amnistia fiscale. Rapporto che portava anche la firma di Matteo Pronzini ma non dell’altro membro PS della commissione tributaria (il quale sicuramente era presente al momento della discussione…).

Matteo Pronzini, in questi primi mesi di azione parlamentare, è intervenuto a più riprese sulle questioni fiscali (pensiamo a quelle relative all’accordo sui frontalieri) e ha presentato un’iniziativa parlamentare che chiede l’abolizione dei forfait fiscali per gli stranieri facoltosi domiciliati in Ticino.

In poche parole: ha onorato la sua presenza nella commissione tributaria con una importante attività sul tema fiscale. E questo, come nel caso di Mario Branda, avendo potuto partecipare solo alla metà delle sedute.

La polemica finisce qui. Tutti sicuramente potranno farsi un’idea sulla base di queste precisazioni che ci pareva necessario fare.

La nostra unica speranza è che, adesso che potrà essere presente anche nella commissione tributaria (dopo che le dimissioni di Chiara Orelli le hanno aperto le porte della commissione della gestione e con la presenza anche nella commissione scolastica) l’attivissima Pelin Kandemir Bordoli  difenderà con tenacia, in seno alla commissione tributaria, l’iniziativa presentata da Matteo Pronzini che chiede l’abolizione dei forfait fiscali.

Se l’amnistia fiscale, giustamente, non può essere accettata poiché codifica una disparità di trattamento tra chi paga le imposte e chi non le ha pagate, come è accettabile una macroscopica disparità di trattamento come quella codificata nella tassazione forfettaria?

Una vicenda, per concludere, che mostra un certo nervosismo in casa social-liberale.

Affaire à suivre…