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Allorché vengono resi noti i risultati delle elezioni greche, (Nuova Democrazia 29.66%, Syriza 26.89, PASOK 12.28%, …), pubblichiamo un articolo di Antonio Moscato apparso ieri sul suo sito.

 

 

Mai le elezioni in un piccolo paese “che esportava solo Yogurt”, come ha detto sprezzantemente qualche economista, avevano attirato l’attenzione non solo della grande stampa ma anche dei massimi esponenti della politica e dell’economia europea, che attenderanno collegati in teleconferenza il risultato del voto.

Per questo si può dire che Syriza ha già vinto: ha portato all’attenzione di tutto il mondo la vicenda di questo paese finora considerato insignificante e scelto come cavia, per estendere poi “la cura” ad altri. Certo gran parte delle sinistre non se ne sono accorte, e se Syriza non sarà diventato il primo partito, commenteranno che era fatale, e continueranno ad avere come bussola Hollande (che peraltro ha concordato con la Merkel una linea comune per la Grecia… auguri!).

In questo momento in Grecia si sta votando. È possibile che alla Merkel riesca in Grecia quel che non era riuscita a fare in Francia appoggiando spudoratamente Sarkozy, ma in questo caso si dovrà alla quasi unanimità delle forze politiche europee, comprese quelle sedicenti “di sinistra”, tutte preoccupatissime dall’apparizione e dalla possibile vittoria di una sinistra vera. Mi auguro naturalmente che invece falliscano tutte le spudorate ingerenze, quella della Merkel e quelle dell’edizione tedesca del Financial Times (FTD) che si è appellato direttamente all’elettorato più vessato dalle banche per chiedere di votare a favore del partito conservatore Nea Dimocratia, quello che, assieme al socialdemocratico Pasok ha innescato la crisi disastrosa in cui versa quel paese. “Resistere al demagogo” è il titolo del pezzo della potente testata secondo cui «la maggior parte dei greci ha interesse a restare nell’euro», e la Grecia potrà restare in eurozona solo con le parti «che accettano le condizioni dei finanziatori internazionali».

Per questo il «consiglio», è di votare Nea Dimocratia e di resistere alla “demagogia di SYRIZA” che, al contrario, vuole mettere radicalmente in discussione gli accordi capestro. Qualcuno ha ipotizzato che a ispirare l’articolo siano state Siemens e Ferrostaal, le due società tedesche che hanno corrotto molti politici greci per garantire contratti pubblici nel settore delle telecomunicazioni e dei sottomarini… E in Grecia molti si domandano come mai la finanza europea abbia tanto paura di un piccolo partito come Syriza.

Un economista greco, Manos Matsaganis, insieme a molte altre sciocchezze, assicura sul Messaggero di oggi di essere certo che Tsipras, “insieme ai maggiorenti (sic!) di Sinistra radicale, non voglia vincere e nemmeno governare. L’esercizio del potere impone responsabilità. Tsipras sa che verrebbero a galla tutte le contraddizioni. Meglio sbraitare all’opposizione”. Questo “economista” (che non si sa dove stava quando i suoi amici di Nea Dimocratia facevano volare alle stelle il debito con folli spese militari), è sicuro che Tsipras “non può certo andare a dire in Europa che gli impegni presi dalla Grecia non valgono più”. Sicuro che non può?

Ma lasciamo da parte questo “esperto”, che dice solo – incidentalmente – una cosa giusta: “L’amministrazione pubblica è inefficiente, anche per colpa dei tagli orizzontali che hanno salvato gli incompetenti e depresso gli altri”… Ben detto, giriamo l’osservazione alla Fornero, Patroni Griffi e alla loro corte di Casini vari, che hanno in programma proprio questo.

E torniamo alla Grecia, di cui parleremo ovviamente molto dopo il voto, anche perché perfino in caso di un successo inequivocabile di Syriza ci sarà molto da fare, per vincere le resistenze settarie di parte della sinistra, ecc. E ci dovremo impegnare anche da qui a sostenere questo tentativo contro ogni tipo di pericoli. Vedremo. Per questo riprendo una bella intervista a Alexis Tsipras, apparsa sul Manifesto di ieri, e due pezzi usciti su Il megafonoquotidiano. Due di essi hanno in comune il titolo “se Syriza vincerà”, ma io ripeto: Syriza può non vincere tutto subito, ma intanto ha vinto in ogni caso i primi round. (17.6.2012).

 

Tratti dal sito http://antoniomoscato.altervista.org