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Svegliandoci questa mattina, 6 giugno 2012, abbiamo appreso di essere, anche, tutti… lettoni. I nostri commentatori radiofonici ci hanno svelato le ultime dichiarazioni di Christine Lagarde in occasione di un’intervista rilasciata al quotidiano svedese Dagens Nyheter; Lagarde ci dice, riassumendo, che dovremmo ispirarci all’esempio dei politici in  Lettonia che si sono piegati al programma del FMI. Lì, contrariamente alla Grecia, le riforme sono state largamente accettate.

 

“Ci raccontano che i nostri politici sono molto saggi perché accettano tutte le decisioni degli europei, ovvero dei tedeschi, senza nemmeno protestare. Sono 23 anni che aspettiamo un miglioramento. I nostri salari mensili ammontano a 150 euro o, nel migliore dei casi, a 300 euro al mese, una vergogna, moriamo a poco a poco. Ed ecco che i vostri politici e i tedeschi vi ordinano di accettare i salari bulgari: no, e ancora no, noi non ne vogliamo più da noi, vogliono schiacciare i nostri popoli, è evidente! Da voi, ci sono certi ricchi, ma si dicono in difficoltà, il mio salario di cameriera è stato diminuito, anche se la donna per cui lavoro ha appena comperato un cane per 350 euro. E non è finita qui, bisogna ancora pagare per farlo vaccinare. Ritorno a casa in Bulgaria per ricaricare le batterie in luglio e, chissà, ci resterò… Va bene, è per questo medicamento, l’avete ancora?”.

Ho ascoltato questo sfogo  nella farmacia di mia cugina Voula, questa mattina. Ha potuto soddisfare la sua cliente e vicina Dora, venuta a lavorare in Grecia dalla sua vicina Bulgaria. Un pensionato ha acquistato gli ultimi tre flaconi di un altro medicamento, visibilmente sollevato: “Mi sono fatto quattro farmacie per trovarlo da questa mattina presto, non solo si deve sostenere l’intero costo, ma, cosa nuova, i medicamenti diventano introvabili.”.

Voula mi ha mostrato la lista stampata delle ordinazioni della giornata. Il sistema informatizzato degli ordini rimane operativo, ma a che pro? Su 53 ordini, mercoledì 6 giugno, ce ne sono 38 che non saranno onorati. “Scorte insufficienti”, ecco. Il sistema della salute sta per crollare.

Già ora, per i malati di cancro o di diabete, non solo il costo delle cure non è più alla loro portata, ma, soprattutto, i medicamenti, non sono più disponibili. “Bisogna scegliere tra l’euro e il cancro, ecco il nuovo ricatto della Troika e dei tedeschi; nessun governo veramente responsabile può parlare di crescita in un paese  dove le vite umane sono sacrificate per salvare le banche; è impossibile se si vuole continuare ad avere un minimo di rispetto per la condizione umana. Se è per far morire interi popoli, beh, allora che vada a farsi f… l’Unione Europea (sic)” (trasmissione di Tangas, orario mattutino su Real Fm, il 6 giugno).

Ma non si tratta più della condizione umana in Grecia, in Bulgaria o in Lettonia. Stesso SOS oggi dall’isola di Leros e dal suo ospedale, generico  e psichiatrico: “Solo grazie ai Medici del Mondo abbiamo ancora accesso ad alcune forniture; ma ormai manca tutto, compreso il cibo”; raggiunto telefonicamente dai giornalisti, di Real Fm (radiogiornale delle 14:00), il sindaco di Leros ha evocato lo stato d’emergenza: “Dobbiamo affrontare una crisi umanitaria. Aiutateci!”

Pavlos, un amico i cui informatori diretti conoscono dall’interno l’amministrazione e le strutture della sicurezza sociale, me lo ha confermato, stamattina, al telefono: “Già ora, il sistema di salute greco esplode, tra un mese sarà il turno delle pensioni, è la fine. I miei amici sono quadri di SYRIZA che, dall’interno, tentano un audit realistico della situazione, per agire velocemente dal 18 giugno se del caso [se SYRIZA avrà la maggioranza il 17 giugno], ma come agire su una bomba che sta per esplodere, sono in una situazione catastrofica. Uno ad uno i comandi dell’aereo si mettono in posizione di “stop”. È una caduta in picchiata, dopo due anni di memorandum tutto comincia a dare i suoi effetti, fine… La sola nota positiva , è che noi sentiamo l’ascesa di SYRIZA come un’ondata, ad Atene, evidentemente, non altrove, credo.”

Posso confermare per quanto riguarda le ultime opinioni ateniesi. Sembrerebbe che non abbiamo più paura. Bisogna ancora confermarlo (e al di là di sorprese dei nemici). Da questo punto di vista, la ricetta prescritta alla Grecia ha fallito. Il popolo cavia, contro ogni previsione, si scaglia contro questi dottor Stranamore dell’ipercapitalismo e contro i loro amici, i rappresentanti del potere politico, tra cui Pierre Moscovici [il ministro francese “socialista” dell’Economia, delle Finanze e del Commercio estero] per esempio; pensiamo alle sue ultime dichiarazioni a favore della cura (“la Grecia deve mantenere i suoi impegni”) ampiamente commentate da noi: “Abbiamo capito, Signor Moscovici, lei fa parte dei ministri apparentati al FMI, passiamo oltre!” (fascia mattutina Real-Fm, 6 giugno).

Davvero passiamo oltre, perché l’elite mondiale fa finta di non capire che i  nostri figli – e oltre a loro anche altri che, ad esempio, soffrono di leucemia – non hanno più accesso alle cure, che c’è scarsità di medicamenti antiemetici, somministrati ai nostri malati di cancro in chemioterapia. Attualmente, otto medicamenti antiemetici, indispensabili ai trattamenti delle metastasi mancano totalmente. Benvenuti nel paese del Memorandum, ultima metastasi in ordine di tempo, di un sistema di trattati cancerogeni dell’UE in cui la malattia totalitaria è la finanziarizzazione di ogni forma di vita e di morte.

Mia cugina Voula è dimagrita. Si è messa da parte dei calmanti per dormire, ma si ritiene fortunata che suo marito Vassilis abbia trovato un lavoro grazie all’intermediazione di un membro della sua famiglia. È guardiano di sera e di notte in un magazzino della società delle autostrade, ci lavora 12 ore al giorno (compresi i giorni di festa) per 1’300 euro netti. “Ma non si può dire niente, né protestare, è come da noi”, ha fatto notare la cliente bulgara con amarezza. “No, niente, il mio Vassili lavora dal 1° gennaio ed è solo ora che abbiamo avuto tre giorni di riposo assieme per andare a fare del camping libero sulla spiaggia di Fokianos, nel Peloponneso. Ha diritto a dieci giorni di vacanza o quest’estate, secondo il suo contratto, ma gli hanno fatto capire che deve accontentarsi di quattro giorni nel migliore dei casi; non possiamo farci niente, a parte votare o prendere le armi. Non ci sono più sindacati, né lotte sociali come le immaginavamo una volta, ma non abbiamo più paura del fallimento totale, che venga a bordo… (sic)”, ha risposto mia cugina Voula.

E arriverà. Ormai le banche saranno incaricate di fare il lavoro di controllo fiscale. Effettivamente, le imposte sono incassate sempre peggio. Le aziende non versano più granché, né IVA, siccome si attende la fine del mese, le multinazionali installate da noi espatriano i loro proventi del giorno ogni sera e le banche non finanziano più. Tutto sembra ben preparato perché SYRIZA, o chiunque altro, il 18 giugno vada al governo senza  poter governare. Rimane da provare che il caos favorirà essenzialmente le banche e il capitalismo tedesco. Il toro spagnolo è a terra, “un paese così grande, bello, organizzato e ammirabile, l’avevo visitato sei anni fa”, è stata l’ultima osservazione di Voula, prima di servire un’ultima cliente della sua farmacia.

Luciano Canfora, filologo classico, storico e grande specialista italiano dell’Antichità, ci invita a fronteggiare e a resistere alla dittatura tedesca. Certi giovani cittadini tedeschi, mal informati e che non conoscono il professore italiano, hanno rifiutato di pagare il conto in un bar di Creta spiegando il loro gesto con “il finanziamento della Grecia da parte della Germania”. Hanno lasciato il bar, dopo essere stati malmenati; è triste ma significativo, soprattutto perché non si tratta più di un fatto qualunque, ma di un fatto politico.

Nel frattempo, si installano impianti fotovoltaici ed eolici sull’isola disabitata di San Giorgio tra Capo Sounio e Hydra [dei progetti di sfruttamento del solare, il progetto Helios, da parte di aziende tedesche, deve fornire energia alla Germania, attraverso una “autostrada solare”]. È stato facendo scalo di ritorno da Cythnos, lunedì, che ho constatato la trasformazione. Fino a quel momento, vi incontravo delfini, capre allo stato selvatico e uccelli marini. Decisamente, il nostro paese si sta trasformando…

 

* questo articolo fa parte di una serie pubblicata nel corso degli ultimi mesi sul sito www.alencontre.org. La traduzione è stata curata dalla redazione di Solidarietà.