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Giovedì 24 agosto l’MPS ha tenuto una conferenza stampa per denunciare nuovamente la situazione di abuso legata all’occupazione domenicale di personale presso il Centro Ovale. Di seguito la presa di posizione illustrata alla stampa e in allegato la documentazione consegnata.

Qui è inoltre possibile visionare i servizi di TeleTicino e al Quotidiano.

 

Una serie di prese di posizione, di dichiarazioni, di avvenimenti, nonché la  evoluzione della discussione parlamentare sulla nuova legge relativa alle aperture dei negozi ci spingono a questa presa di posizione nella quale ribadiamo il nostro punto di vista, in particolare passando i rassegna e criticando l’atteggiamento dei vari protagonisti di questa vicenda.

 

1. Il DFE

 

Il DFE continua, ormai da mesi, nella sua opera di disinformazione, di mancato rispetto nell’applicazione delle leggi, nel suo atteggiamento di connivenza con i responsabili del Centro Ovale di Chiasso.

Dallo scorso  1° aprile (quindi praticamente da 5 mesi) il centro Ovale di Chiasso opera in una manifesta situazione di illegalità. Il permesso ottenuto (dal 1° aprile) per l’apertura domenicale (permesso concesso senza che vi fossero i presupposti economico-commerciali per tale apertura) non autorizza il lavoro domenicale nel settore del commercio. Autorizzazione che, in ogni caso, potrebbe essere concessa solo dal SECO (nel caso di lavoro domenicale regolare).

In una intervista al quotidiano La Regione dello scorso 11 agosto, il presidente del Consiglio di amministrazione della Centro Ovale SA, Arnoldo Coduri, afferma chiaramente di non essere in possesso di alcuna autorizzazione per il lavoro domenicale.

Eppure, dopo cinque mesi, ancora nessun segno d’intervento da parte del DFE.

Continua poi, come detto, il lavoro di disinformazione. In particolare continuando a mescolare le carte tra autorizzazione all’apertura domenicale ed autorizzazione al lavoro domenicale. Una distinzione, questa, che ormai hanno capito ed assimilato tutti i ticinesi a furia di sentirne parlare. Non sembra aver capito le cose, invece, il Direttore della Divisione dell’economia del DFE, Stefano Rizzi, il quale, sempre nella stessa edizione già citata della Regione, afferma  che con la nuova legge sull’apertura dei negozi (in discussione in sede parlamentare) potrà essere sanata la questione:  “È il Gran Consiglio  che…dovrà affrontare la tematica e proporre una soluzione. Una soluzione che, lo ripeto, rappresenterà una sorta di “pezza politica” ad una situazione di evidente anomalia e, di fatto, di illegalità”.

Ora il Gran Consiglio non può sanare nulla in materia di autorizzazione al lavoro domenicale, per la semplice ragione che non gli è possibile “sanare” o “modificare” le disposizioni di una legge federale quale è La legge federale sul lavoro (LL). Qualsiasi soluzione verrà trovata in materia di autorizzazioni per le aperture domenicali (in particolare con l’adozione della nuova legge) lascerà intatto il problema dell’autorizzazione al lavoro domenicale.

 

2. Il Centro Ovale

 

Abbiamo già accennato alle dichiarazioni del presidente del CdA della società Centro Ovale. Non può che stupire  il fatto che un ex-alto funzionario del DFE ammetta candidamente di presiedere una società che gestisce un centro commerciale nel quale, da mesi, si lavoro senza rispettare la Legge sul lavoro…Forse è la filosofia appresa in seno al DFE!

Ma le responsabilità del Centro Ovale vanno ben oltre.

Da un lato vorremmo richiamare la vicenda dei diversi negozi situati in seno al centro Ovale che hanno deciso di abbandonare le aperture domenicali. Una prova evidente, vista le loro stesse ammissioni, che non vi è alcuna base oggettiva per questo progetto commerciale fondato sulle aperture domenicali. In questo senso le indicazioni fornite al DFE dai responsabile del centro Ovale, dopo i primi 6 mesi, onde ottenere un’autorizzazione annuale di apertura erano fuorvianti (25% cifra d’affari). Questo evidentemente non giustifica il fatto che il DFE abbia creduto a questi dati, dando per acquisito  il rapporto tra organizzazione dell’offerta e della domanda.

Dall’altro lato vorremmo sottolineare la gravità dell’atteggiamento dei responsabili del centro Ovale che, in pieno mese di luglio e con piena consapevolezza della loro situazione di illegalità, hanno lanciato una campagna di affissioni pubblicitarie in tutto il cantone nella quale veniva messa in evidenza  l’apertura domenicale. Come dire: non rispettiamo la legge e ne facciamo motivo di vanto e di concorrenza…

 

3. La Procura pubblica

 

Già ad inizio aprile abbiamo sollecitato la Procura pubblica ad intervenire poiché una chiara situazione di illegalità veniva tollerata da quella stessa autorità (il DFE) che avrebbe dovuto intervenire per evitare una simile situazione. Dal punto di vista dell’inattività, Procura Pubblica e DFE vanno a braccetto poiché all’inattività del DFE si è aggiunta quella della Procura. In cinque mesi la Procura non ha ancora avuto tempo di comunicare alcunché  a chi l’ha sollecitata (il deputato Matteo Pronzini) . E questo in una situazione nella quale la situazione d’illegalità non solo è flagrante, ma anche riconosciuta da chi commette ed organizza tale situazione di illegalità (la società Centro Ovale).

Per questa ragione abbiamo deciso di sottoporre il comportamento della Procura al Consiglio della magistratura.

 

4. SECO

 

Anche il comportamento del SECO non è esente da  critiche. Dopo la nostra segnalazione già ad inizio aprile, avrebbe dovuto intervenire, nella sua qualità di organo superiore di vigilanza, sul DFE invitandolo a procedere con celerità affinché venisse rispettata la legge sul lavoro.

Per questa ragione abbiamo nuovamente sollecitato il SECO ad intervenire.

 

5. Fox Town

 

È evidente che il destino del  Fox Town è direttamente legato a quello del Centro Ovale. Se è vero che il divieto del lavoro domenicale può essere fatto valere anche per il Fox Town, è pur vero che all’epoca il Fox Town si propose (e continua ad essere) come un progetto innovativo dal punto di vista commerciale. All’epoca, inoltre, l’accordo firmato con le organizzazioni sindacali  venne da queste ultime ritenuto equivalente (per le condizioni  di protezione dei lavoratori ottenute con la stipulazione di un eccellente contratto collettivo di lavoro) alla protezione offerta dal divieto di lavoro domenicale. Per questa ragione il sindacato non fece valere il divieto del lavoro domenicale. Inoltre, come si può desumere dall’accordo firmato all’epoca, il sindacato avrebbe fatto valere questo suo tacito accordo al lavoro domenicale  a condizione che il caso Fox Town rimanesse un’eccezione. Era su questo aspetto che l’accordo di allora (di fatto un accordo informalmente tripartito Stato, sindacati, azienda) si basava. Il DFE e la signora Sadis, concedendo l’apertura domenicale al Centro Ovale, hanno fatto saltare quell’accordo.