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Questo volantino viene distribuito in occasione di un evento culturale come il Festival del cinema di Locarno. Ebbene, non sfuggirà a nessuno il fatto che quando si evoca la crisi economica e sociale che vive oggi la Grecia, immediatamente il pensiero non può non andare ai pericoli che incombono sull’enorme patrimonio artistico e culturale di questo paese.

Le politiche di austerità imposte dalla Troika, con la collaborazione dei partiti e delle classi dominanti greche, nei prossimi mesi investirà la cultura e la formazione, in particolare attraverso politiche di privatizzazione e di tagli massicci al settore pubblico. La cultura di questo paese, in tutte le sue dimensioni, ne sarà investita. Una ragione in più, in occasione di un evento culturale come il festival, di solidarizzare con tutti coloro che oggi in Grecia si battono contro le politiche di austerità (Red.)

 

Le elezioni di giugno in Grecia, dopo quelle di aprile, hanno confermato un fatto evidente: che la maggioranza della popolazione non ne può più della politica di austerità che da ormai due anni subisce da parte di governi che si sono messi agli ordini della cosiddetta Troika (Fondo Monetario, Unione Europea e Banca Centrale Europea). Infatti non solo quasi un terzo dei votanti ha espresso un voto favorevole al partito della sinistra radicale (SYRIZA) che propone l’annullamento di tutte le misure di austerità varate negli ultimi mesi e di quelle ancora da realizzare (come, ad esempio, il licenziamento di 150’000 dipendenti pubblici). Ma anche i partiti che hanno conquistato una maggioranza in Parlamento e formato il nuovo governo (Nuova Democrazia e PASOK) hanno potuto conquistare questa risicata vittoria solo promettendo che avrebbero “rinegoziato” gli accordi con la Troika (i famosi memorandum).

 

I due pacchetti di misure di austerità (denominate Memorandum) sono al centro degli attuali negoziati tra il nuovo governo e la Troika. La discussione, tuttavia, non concerne un eventuale abbandono di queste misure, ma una loro realizzazione in uno spazio di tempo un po’ più ampio (questa la richiesta del governo greco). Ma come hanno dimostrato le notizie degli ultimi giorni, la Troika non vuole nemmeno sentirne parlare (anzi, accusa il governo greco di non aver ancora realizzato quelle misure che avrebbero già dovuto essere applicate in passato). Il popolo greco quindi deve aspettarsi ulteriori tagli alla sanità, alla formazione, alle pensioni; in particolare nei prossimi mesi scatteranno una serie di privatizzazioni che completeranno la politica di austerità. Il risultato di questa politica è un paese allo stremo nel quale ormai si contano più di 4 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà (su una popolazione totale di 11 milioni di abitanti), 1,5 milioni di disoccupati e decine di migliaia di cittadini ai quali non resta altra alternativa che tentare la via dell’emigrazione.
I servizi pubblici sono ormai in una situazione di semi-paralisi, a cominciare dal settore sanitario nel quale è sempre più difficile avere accesso a medicinali, in particolare quelli relativi a cure speciali come il cancro o il diabete. La responsabilità di questa situazione viene fatta ricadere sul popolo greco, accusato di aver vissuto “al di sopra delle sue possibilità” e di avere così concorso alla formazione di un debito pubblico gigantesco che ora non sarebbero in grado di controllare e di rimborsare. In realtà questo debito, un debito illegittimo, si è costituito negli anni con la complicità del sistema bancario internazionale che ne ha approfittato per ottenere il pagamento di astronomici interessi. Un debito, come sostiene l’opposizione di Syriza, che non va assolutamente riconosciuto in quanto tale.
La formazione di questo debito è il frutto di politiche che per decenni hanno arricchito gruppi e clan legati ai maggiori partiti, attraverso politiche che nulla o poco hanno concesso alla stragrande maggioranza dei salariati greci. Basti ricordare che oggi che uno dei gruppi greci più potenti al mondo (parliamo degli armatori greci, padroni della più grande flotta mercantile del mondo) realizza profitti dell’ordine di oltre 15 miliardi di euro (pari al 15% del PIL greco): di questi profitti nemmeno un centesimo va al fisco greco. Di fatto, gli armatori dispongono di un sistema legale per la ch li esenta dagli oneri fiscali.
A contribuire alla formazione di questo debito vi è poi l’esenzione fiscale della quale gode la Chiesa greca, il più grande proprietario immobiliare del paese (e di strutture nelle quali molti europei passano le loro vacanze), anch’essa di fatto esentata dal pagamento delle imposte.
E che dire, infine, del fatto che la Grecia è, con il 3,1% del PIL, il paese con la spese militare più elevata in tutta Europa, più della Gran Bretagna e della Francia? Miliardi di esenzioni fiscali, miliardi di spese militari, miliardi di soldi finiti nella corruzione della classe dirigente e dei loro clan: ecco come si è formato il debito greco in questi anni. E non certo andando a favorire i salariati ed i pensionati di questo paese. Il settimanale tedesco Die Zeit, in un recente articolo, stimava che il volume dell’esodo fiscale dalla Grecia ammontava a 560 miliardi di euro, quasi 2,5 volt il PIL del paese.
E naturalmente la Svizzera è parte integrante di questo meccanismo. Anche in Svizzera vi sono facoltosi greci che hanno ammassato enormi capitali sfuggiti a qualsiasi onere fiscale e che contribuiscono quindi all’impoverimento del paese. Sarebbe più che normale che la Svizzera fornisse al governo greco i nomi di questi evasori.
Il nuovo governo sembra seriamente interessato, al di là dei proclami elettorali, a continuare ad applicare gli accordi con la Troika. La rinegoziazione, se vi sarà, investirà qualche aspetto relativo al tempo e alla forma della applicazione degli accordi. Non metterà minimamente in discussione il fondo delle politiche avviate. Per questo si prospetta una forte resistenza sociale, che sicuramente potrà essere incoraggiata dal successo elettorale della sinistra radicale alle recenti elezioni.
Il nostro compito è di sostenere questa resistenza, di informare sulla situazione in Grecia, di apportare tutto il nostro sostegno politico e materiale a chi si batte e si batterà contro queste disumane politiche si austerità. È questo il senso dell’impegno del comitato di solidarietà con il popolo greco.

 

* Il comitato di solidarietà con il popolo greco è aperto a tutte le persone interessate a sviluppare un lavoro di solidarietà, di informazione e di azione a sostegno del popolo greco e delle sue lotte contro le politiche di austerità imposte dalla Troika (UE, FMI, BCE) e dal governo greco. Chiunque sia interessato può prendere contatto scrivendo all’indirizzo solidarietagrecia@gmail.com.

La prossima riunione è fissata per mercoledì 29 agosto alle ore 20.30 presso il Rist. Casa del Popolo a Bellinzona.