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La giornata di sciopero del 26 settembre si inserisce nel solco di numerose giornate di sciopero in diversi settori, tra le quali la sanità, l’educazione, i trasporti, la  metallurgia  e numerose amministrazioni comunali.

 

D’altra parte, per la prima volta in Grecia, la municipalità di Acharnon, nella prefettura dell’Attica (a 10 km da Atene), ha dichiarato che smetteva di funzionare in quanto tale, poiché non era più in grado di pagare gli impiegati e di coprire le spese correnti. La municipalità ha indicato che sarebbe rimasta chiusa “senza limite di tempo fino a quando i problemi economici sarebbero stati risolti”. I suoi debiti superano del 150% le entrate. Soltanto la raccolta dei rifiuti per le scuole e gli asili  verranno  gaarntiti, come pure un minimo di polizia comunale. È una delle numerose municipalità che, tra il 2004 e il 2009, hanno contratto  dei prestiti, con modalità che non padroneggiavano, presso banche straniere. Una realtà che non è specificamente greca, ma che ormai appare in numerosi paesi europei.

 

Nel settore ospedaliero, il degrado è brutale. I medici hanno pennellato con sangue “artificiale” la facciata del più grande ospedale di Atene, Evangelismos. La loro parola d’ordine: “La sanità sanguina”. Hanno spiegato che non possono più esercitare efficacemente la loro professione medica a causa delle restrizioni finanziarie, e che non potevano più trattare i loro pazienti secondo le esigenze più elementari. Il ritardo nel pagamento dei salari è spesso superiore ai due messi. La mancanza di personale e di materiale è allarmante. In un centro di cure per dialisi, le cure hanno dovuto essere interrotte perché la erogazione di elettricità non era più garantita. Il presidente dell’associazione dei medici di ospedale, Dimitri Varnavas, ha ricordato che il governo Papandreu, in occasione della firma del primo memorandum, aveva affermato che il settore ospedaliero non sarebbe stato sottoposto alle misure di riduzione del personale previste dal piano di austerità: cioè l’assunzione di una persona per ogni dieci che vanno in pensione. Di fatto, il settore ospedaliero è stato sottoposto alla seguente cura: l’assunzione di una persona per ogni cinque che partono, poi una  ogni dieci, poi nessuna assunzione neanche dopo dieci partenze. Nel luglio 2012, 349 persone lasciavano il sistema ospedaliero e nessuno veniva assunto in sostituzione.

 

Nel settore dell’insegnamento primario e secondario, la mancanza di insegnanti è allarmante. Secondo il sindacato degli insegnanti, nella regione della grande Atene, all’inizio di questo anno scolastico, mancavano 5000 insegnanti per gli asili nido, la scuola primaria e l’educazione specializzata, e 3500 nel settore della scuola secondaria.

 

La moltiplicazione degli scioperi ha come sbocco la rivendicazione, da parte di settori di salariati, di indire forme di   sciopero più radicale, della durata di almeno tre giorni.

 

Il programma delle privatizzazioni ha obiettivi ampi: raccogliere 19 miliardi di euro entro il 2015, e 50 miliardi in tutto entro il 2020. Tuttavia, il nuovo dirigente del fondo specializzato per le privatizzazioni, Takis Athanasopoulos, non può presentare che un bilancio modesto. Dalla creazione del fondo il primo luglio 2011, il prodotto di “queste vendite”  ha raggiunto soltanto 1,6 miliardi. E nel 2012, i 300 milioni di euro proverranno essenzialmente dalla cessione di 29% del capitale dello stato nelle lotterie nazionali OPAP. Il trasferimento nel fondo delle privatizzazioni del 17% del capitale detenuto dallo stato nella compagnia di elettricità quotata sotto il nome di Public Power Corporation (PPC) – lo Stato detiene il 51 % del capitale – non può avvenire al ritmo previsto poiché la resistenza sindacale è forte e include settori del PASOK e anche di Nuova Democrazia. Peraltro, il direttore del fondo delle privatizzazioni era l’ex-direttore del PPC. La privatizzazione dell’ Hellenic Postbank ha provocato l’occupazione dei locali di questa entità bancaria  che è il simbolo di una banca di risparmio popolare. Da allora, le privatizzazioni si svolgono nel settore immobiliare. Terreni del vecchio aeroporto di Atene, immobili del centro audiovisuale  costruito in occasione dei Giochi olimpici del 2004, grandi proprietà con prospettive turistiche sulle isole di Corfù e di Rodi o sulla penisola Vuliagmeni vicino ad Atene. A questo si aggiungono edifici pubblici. I progetti di privatizzazione per il 2013 si concentrano sulle società di distribuzione dell’acqua e di raccolta dei rifiuti di Salonicco e di Atene. Queste società possiedono anche molti terreni. La privatizzazione della posta provocherà certamente un serio scontro sociale. Per l’anno prossimo sono in vista le privatizzazioni di Hellenic Petroleum (ELPE), dei produttori di gas DEPA e DEFSA e di quel che resta del porto del Pireo come pure di quello di Salonicco,.Ci sarà una convergenza delle mobilitazioni contro le misure di austerità legate al pagamento del debito e di quelle contro le privatizzazioni.

 

Abbiamo già sottolineato l’aumento della disoccupazione. Una nuova inchiesta è stata pubblicata dal fondo di assicurazione IKA. Secondo gli ispettori del lavoro, tra il gennaio e il luglio 2012, sulla base di ispezioni concernenti lo statuto di 35’674 salariati, 12’629 lavoravano senza sicurezza sociale, cioè senza cassa malati e senza contributi per il pensionamento. In altri termini il 35.5%  erano senza sicurezza sociale. Per lo stesso periodo, da gennaio a luglio del 2011, la percentuale era attorno al 29,11%. È questa una delle caratteristiche della precarizzazione sistematica di coloro che dispongono di un lavoro. La pauperizzazione è così brutale che il sindaco di Atene, Kaminis, ha annunciato che i servizi di urgenza umanitaria nutrivano ogni giorno più di 8’000 persone. A questo bisogna aggiungere tutti coloro che sopravvivono grazie all’aiuto alimentare di ONG, di associazioni e della Chiesa ortodossa. Organizzazioni di sinistra sono pure attive nella distribuzione di pasti nei quartieri: una solidarietà comprensibile, ma che a volte finisce per non più prendere in conto  le cause effettive della situazione.

 

Su questo humus di crisi umanitaria – per riprendere la formula del deputato di SYRIZA, Rena Duru, che era stato attaccato fisicamente in televisione da un rappresentante di Alba Dorata – l’organizzazione neonazista Alba dorata moltiplica le iniziative pubbliche: attacchi in diversi mercati di venditori stranieri e distruzione dei loro stand di vendita; controllo, in costume nazista, assumendo così l’aspetto di una forza suppletiva, delle carte di identità e delle licenze per tenere uno stand; distribuzione di alimenti ai Greci con controllo delle carte d’identità, ecc.

 

Due sondaggi condotti il 18 e il 19 settembre indicano, uno, che SYRIZA otterrebbe il 20,8% dei voti, Nuova Democrazia il 19,6%, Alba dorata l’8,8% e il Pasok il 7,3%. Il KKE (PC) raccoglierebbe il 3,9%. L’altro sondaggio: Nuova Democrrazia 24,2%, SYRIZA 23,1%, Alba dorata 9,3%, Pasok 8,2% e il KKE 4,6%.