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Il 25 giugno il Consiglio di Stato di Friborgo avvia la procedura di consultazione inerente la revisione dell’attuale legge sull’Università di Friburgo del 1997.

 

La procedura rimane aperta fino al 30 di ottobre. La genesi di questa revisione si articola attorno a diverse tappe. Nel 2007 il Consiglio di Stato friburghese incarica un gruppo di lavoro, presieduto da Ruth Lüuthi, ex-consigliera  di stato socialista nonché presidente del Senato dell’Università di Friburgo, dell’esame delle forme e dei limiti dell’autonomia universitaria dell’attuale legge, già considerata all’avanguardia in materia di autonomia finanziaria e organizzativa. Il rapporto finale fu presentato al Consiglio di Stato nel marzo 2010. Quest’ultimo ha poi incaricato la Direzione dell’istruzione pubblica di elaborare l’avanprogetto di legge tenendo conto delle conclusioni del gruppo di lavoro.

 

Questa revisione di legge contiene delle misure importanti derivanti da una politica nazionale in materia di educazione superiore totalmente orientata nel processo europeo di riforme dell’educazione. Possiamo considerare 4 punti fondamentali di questa riforma.

 

1) Delle regole di finanziamento più strette. Il Rettorato e il Consiglio di Stato fissano gli obiettivi di sviluppo dell’Università (si parla di una convenzione di obiettivi) e i criteri e le modalité che permettono a quest’ultima di raggiungerli. Sulla base di tali obiettivi, il Consiglio di Stato determina un budget quinquiennale a favore dell’Univesità. In seguito, spetterà al Rettorato decidere in quale modo e in quale misura suddividere il finanziamento tra  le differenti facoltà e unità di studio. Questo meccanismo rafforza la concorrenza tra i vari saperi e compromette ulteriormente la diversità dell’insegnamento e della ricerca.

 

2) Maggior potere nelle mani del Rettorato. Il Rettorato, organo direttivo del’Università, sarà competente in matieria di gestione del personale (modalittà della messa a concorso di impieghi e gestione competenze professionali), di nomina dei professori ordinari e        decani, di decisione sull’allocazione del fondo per l’innovazione dell’Università, della possibilità di sopressione e creazione di unità di insegnamento, ecc.  In questo modo l’organizzazione gerarchica dell’Università si rafforza a scapito di una democratizzazione dell’Istituto.

 

3) Delle misure discriminatorie verso gli studenti. Benché delle sanzioni disciplinari per gli studenti che attentano all’ «ordine universitario » siano già previste dagli statuti dell’Università, l’attuale riforma vuole fissare questo principio direttamente nella legge quadro. Spetterà così al Rettore definire il contenuto dell’ « ordine universitario ». Inoltre, delle misure discriminatorie in caso d’ammissione per quanto riguarda il domicilio, il permesso di soggiorno e i titoli di studio, saranno appli

cati agli studenti stranieri.

 

4) La composizione del Senato verrà ridotta in favore di una maggioranza di membri esterni eletti dal Consiglio di Stato e dal Gran Consiglio. Questo punto è importante soprattutto perché ci permette di riflettere sul ruolo del Senato all’interno dell’Università. Già con l’attuale legge, il Senato è svuotato di ogni potere decisionale sulle politiche universitarie. Esso non esercita quel ruolo di « parlamento » dell’Università dove i vari soggetti che compongono la cosiddetta « comunità universitaria » possano dibattere e decidere delle politiche dell’Università. Esso è un « parlamento fantoccio » che si limita ad avallare le decisioni prese dal Rettorato. Inoltre, vi è una profonda disuguaglianza nella rappresentanza dei vari membri della comunità universitaria che la riforma vuole rafforzare ulteriormente. Se il fatto che più membri siano eletti dal « potere pubblico » possa sembrare una misura di « democratizzazione » dell’organizzazione dell’Università, nei fatti non è proprio così. I membri eletti dallo Stato, per la più parte esponenti politici di primo piano, sono spesso e volentieri vicini agli ambienti economici svizzeri i quali hanno una politica dell’educazione superiore ben chiara : quella della mercificazione e individualizzazione degli studi a discapito di un’educazione pluralista e di qualità.

 

Questa riforma ha sollevato delle timide reazioni sottoforma di prese di posizione, penso a quella dell’SSP-VPOD Friburgo o quella dell’Associazione Generale degli Studenti di Friburgo. Quest’ultima in realtà non contesta la logica di fondo di questa riforma e non ha in alcun modo stimolato la discussione tra studenti, benché ne avesse sia i mezzi sia la legittimità di farlo. Prova ne è che la stragrande maggioranza degli studenti di friborgo non è a conoscenza di quello che sta accadendo.

In quanto Cercle la brèche abbiamo     subito denunciato l’attuale progetto di riforma evidenziandone i punti più critici e ricollegandoli alle politiche in atto a livello europeo e alle conseguenze sulle condizioni degli studenti. A inizio ottobre una trentina di studenti hanno risposto positivamente al nostro       appello per una riunione informativa dibattendo dei contenuti di questa legge e sulle modalità di un’eventuale opposizione. In seguito, altre organizzazioni politiche e gruppi studenteschi hanno organizzato più o meno lo stesso tipo di incontro anche se con contenuti e intenti differenti. Abbiamo partecipato alle riunioni difendendo sempre e comunque il principio dell’auto-organizzazione degli studenti sottolinando la possibilità di collaborare, su azioni e rivendicazioni concrete, con tutte le forze sociali che si oppongono a tale riforma. Ci siamo fatti promotori di una petizione, la petizione degli studenti di friborgo per una legge egualitaria dell’Università che è stata favorevolmente accolta dagli studenti. Questa petizione contesta i punti più importanti della riforma e propone delle linee guida per una legge sull’Università basata sul principio di una progressiva democratizzazione degli studi, sulla diversità dell’insegnamento e della ricerca, su una politica universitaria a favore di tutti i giovani in formazione che desiderino intraprendere degli studi universitari. Un argomentario più approfondito sui contenuti della legge e sui effetti nonché sulle politiche dell’educazione superiore in svizzera è in fase di redazione e sarà uno strumento di comunicazione e informazione complementare alla petizione. Degli stands informativi e di raccolta firme saranno organizzati a partire dalla prossima settimana.

 

* studente all’Università di Friburgo e attivo nel cercle La Brèche che organizza studenti membri e simpatizzanti dell’MPS.

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