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La parità fra donne e uomini è iscritta nella Costituzione; dal 1996, la Legge sulla parità è in vigore al fine di concretizzare questo principio. Ma, in realtà, le disuguaglianze trionfano. La ragione risiede nel fatto che i principi democraticamente decisi sono schiacciati quotidianamente dal funzionamento economico capitalista, che impone la sua legge a tutta la società. Le donne sono fra le prime a pagarne il prezzo.

Il livello di formazione delle donne e degli uomini non ha smesso di aumentare. Le donne che terminano la scuola obbligatoria sono sempre più numerose. Ma a livello di scuola superiore le donne sono sempre meno numerose degli uomini (17% contro 34%). Inoltre la separazione tradizionale tra professioni femminili e maschili non si è modificata dal 1980.

Le donne sono sempre più presenti nel mercato del lavoro. Ma questa presenza ha caratteristiche ben particolari. Ad esempio, le donne lavorano prevalentemente part-time. Un impiego a tempo parziale implica spesso condizioni di lavoro precarie, prestazioni sociali più scarse (ad esempio per la cassa pensioni) e minori possibilità di perfezionamento e di carriera. I lavoro precari e mal pagati sono ancora oggi appannaggio delle donne. In generale le donne occupano posizioni professionali più basse rispetto agli uomini: sono, infatti, più frequenti tra i lavoratori salariati senza funzioni direttive. Questa disparità sussiste anche a parità di grado di formazione.

Le disparità salariali tra uomini e donne erano leggermente diminuite tra il 1996 (24%) e il 1998 (21%). Ma ora non evolvono più. Le donne continuano a guadagnare in media sempre il 21% in meno degli uomini.

Sempre più madri mantengono un’attività professionale dopo la nascita del primo figlio. Questa situazione ha prodotto un miglioramento nella ripartizione dei compiti domestici? No, in media le donne continuano a consacrare due volte più tempo (31 ore alla settimana) degli uomini (17 ore alla settimana) alle faccende domestiche e ai compiti educativi.

E’ inoltre in atto una pesante campagna ideologica che vuole riproporre misure atte a controllare la libertà delle donne e l’autocontrollo sul proprio corpo.

Tutte queste questioni pongono di attualità la costruzione di un movimento di donne che sia in grado di rimettere al centro dell’attenzione i diritti e le rivendicazioni delle donne. Diventa quindi necessario conoscere quali sono state le elaborazioni e le riflessioni fatte nel corso degli anni dai movimenti femministi e riflettere insieme su come ricostruire una cultura e delle campagne politiche per la parità tra i sessi e il diritto all’autodeterminazione.

 

Per questo l’MPS organizza una serie  di incontri di discussione e riflessione

 

Sabato 2 marzo: il femminismo tra teorie, pratiche e rivendicazioni

parteciperà Lidia Cirillo della redazione dei Quaderni Viola di Milano

 

Sabato 13 aprile: oppressione di genere e oppressione di classe

 

Sabato 11 maggio: essere femministe oggi, quali rivendicazioni?

 

Gli incontri avranno luogo presso la sede del Movimento per il socialismo in viale Portone 11 a Bellinzona tra le 14.00 e le 16.30