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Tempi agitati in Ticino per i proprietari privati, in particolare di sostanza immobiliare. L’annuncio da parte del governo cantonale di un  paio di progetti relativi alla tassazione della sostanza immobiliare (terreni e immobili) hanno subito sollevato le obiezioni dei proprietari, guidati da CATEF, grandi immobiliaristi (Fidinam in testa), Corriere del Ticino e rappresentanti vari delle sensibilità politiche di destra (dalla Lega all’UDC, passando per il PPD, i liberali e qualcun altro insospettabile…). 

 

Contributi per aumenti di valore dei terreni

 

La prima di questa misure è una modifica della legge sullo sviluppo territoriale. Essa, in un certo senso, va di pari passo con una riforma simile prevista a livello federale (uno degli oggetti posti in votazione il prossimo 3 marzo). Ma l’iter della proposta cantonale (d’altronde già realizzata o allo studio in altri cantoni) proseguirà indipendentemente dall’esito della votazione federale.

In poche parole, la proposta mira a imporre fiscalmente quei vantaggi economici che una modifica della pianificazione apporta ai proprietari di un bene immobiliare.

Si tratta di tre circostanze (che comportano un aumento di almeno 50’000 franchi  così riassunte  dal governo: “a) dalla sua assegnazione alla zona edificabile, b) da una modifica del piano d’utilizzazione che comporta un aumento di almeno 0,2 punti dell’indice di sfruttamento o di almeno 1,5 punti dell’indice di edificabilità, c) da un cambiamento di destinazione che ingenera un plusvalore importante”.

Contro questa proposta, in realtà modesta e che riguarda i proprietari di terreni, è già partita la campagna, tirata dal Corrierone, che vede in questo un attentato alla proprietà ed ai suoi diritti.

 

Valori di stima: vecchio problema, vecchie (o quasi) soluzioni)?

 

Pochi giorni fa il governo cantonale ha rilasciato un  comunicato nel quale annunciava di “aver preso conoscenza di una perizia del professor Peter Locher secondo la quale la stima ufficiale dei fondi edificati ed edificabili in vigore nel Canton Ticino non è conforme alla Costituzione federale e alla Legge federale sull’armonizzazione delle imposte dirette”.

Un annuncio un po’ sibillino per i non addetti ai lavori. In cosa consisterebbe questa non conformità? In realtà in una situazione facilmente constatabile da chiunque si cimenti con delle proprietà immobiliari nel nostro Cantone (e non solo in esso). E cioè il fatto che  i valori di stima (sulla base dei quali le proprietà immobiliari vengono tassate) non corrispondono al valore di mercato degli immobili stessi.

Tale situazione è contraria alle disposizioni federali le quali, pur lasciando alcuni limiti di apprezzamento ai Cantoni, prevedono che le proprietà immobiliari vengano comunque imposte sulla base del loro valore «venale», cioè del loro valore di mercato.

Anni fa il governo aveva tentato di «mettere ordine», riformando la legge cantonale. Quella riforma prevedeva l’aggiornamento delle stime, ma, per evitare un aumento della pressione fiscale sui proprietari, introduceva l’idea balzana di tassare poi le proprietà, stimate sulla base del loro nuovo valore, solo nella misura del 70% dell’imposizione effettiva.

Quella soluzione venne cassata dal Tribunale federale e non se ne fece nulla. Il problema però è rimasto tale e quale.

 

Nuove entrate, ma non troppe!

 

Da cosa nasce questa iniziativa del governo che, a seguito della perizia citata, ha deciso la costituzione di «un gruppo di lavoro» al quale affidare tutta la questione?

Sostanzialmente dalla necessità di migliorare la situazione delle entrate fiscali che, complice sia la crisi economica che la sciagurata politica di sgravi fiscali decisa negli anni scorsi, tendono a stagnare se non a diminuire.

Ma, naturalmente, un governo orientato come quello cantonale non può certo procedere ad una riforma della legge fiscale e dei valori di stima che comportasse un aumento dell’onere fiscale del 20-30% (sono questi i dati che circolano) dei proprietari immobiliari del Cantone.

Perciò, certo un po’ di cassa può essere utile, ma giammai passare per il «governo delle imposte». Anche, perché, seppur con «prudenza» il governo, tutto, non ha mai annunciato di aver rinunciato alla prospettiva di ridurre l’onere fiscale per l’imposta sul reddito.

È in questa prospettiva che si spiega l’ultima parte del comunicato del governo. Il  neocostituito gruppo di lavoro dovrà infatti «esaminare le leggi e gli eventuali correttivi necessari per attenuare l’impatto di un cambiamento dei

valori di stima sulle imposte e sui contributi alle persone».

Il che spiega anche quale logica perversa, dal punto di vista politico-giuridico, si sia ormai impossessata dei nostri governi. Allora: vi è una palese inosservanza di una legge federale. Il Cantone, pensiamo noi, si dovrebbe adeguare. Ma l’obiettivo principale del governo non è quello di fare in modo che questo adeguamento avvenga nel migliore dei modi e nel modo più conforme alla legge federale. No, l’obiettivo è che esso non vada a penalizzare in modo eccessivo i proprietari immobiliari.

E non ci si venga a dire che si vuole proteggere il povero pensionato che, con la fatica di una una vita, si è fatto la casetta.

La struttura della proprietà in Ticino ci dice che queste figure sono una minoranza. Siamo un popolo di inquilini, come noto. E qui l’unica preoccupazione è che i grandi proprietari immobiliari non siano troppo gravati. Una vera preoccupazione di classe!