È in Svizzera romanda che si sono svolte, nelle ultime settimane, alcune manifestazioni di protesta contro i processi in atto nelle università e nelle alte scuole universitarie. A Losanna, in marzo, diverse centinaia di studenti hanno protestato contro l’aumento delle tasse universitarie; a Ginevra, pochi giorni fa, un’altra manifestazione ha contestato la riorganizzazione degli studi nell’ambito della facoltà di Scienze economiche e sociali (SES).
Entrambe le situazioni sono sviluppi dei profondi processi di riorganizzazione che investono le università e le alte scuole in svizzera. Processi tesi a far prevalere ancora maggiormente i meccanismi di mercato nell’organizzazione degli studi, nell’offerta e nei processi di organizzazione del sapere. Con l’obiettivo di adeguare sempre più l’organizzazione del sapere in ambito universitario alle esigenze immediate del mercato e dei suoi progetti di sviluppo.
Pubblichiamo qui di seguito il volantino distribuito a Ginevra dai giovani dell’MPS nel corso della manifestazione del 23 aprile. (Red)
“Voglio sottolineare che non sarebbe una semplice separazione, ma di una riorganizzazione delle discipline”. È con questa affermazione che il rettore dell’Università di Ginevra, Jean-Dominique Vassalli, ha illustrato il suo progetto teso a separare la Facoltà di Scienze economiche e sociali (SES) in due entità: la prima raccoglierebbe i dipartimenti di sociologia , scienze politiche e la geografia, la seconda le Alte scuole commerciali (HEC) e il Dipartimento di scienze economiche. In futuro, ognuno delle due facoltà offrirà un curriculum unico per il bachelor mentre diverse specializzazioni saranno sviluppate a partire dal master.
Questa ristrutturazione cambierà radicalmente l’insegnamento universitario così come lo conosciamo oggi. Essa interviene nella prospettiva dell’entrata in vigore, a partire dal 2015, della La legge federale sull’aiuto alle scuole universitarie e sul coordinamento nel settore universitario svizzero (LASU). L’università “beneficerà” ormai di una ampia “autonomia” finanziaria, in un contesto ormai praticamente permanente di tagli ai bilanci. Come annunciato nella relazione di bilancio 2012 dell’Università di Ginevra, le attività redditizie sono destinate a scomparire: “Tenendo conto degli sforzi compiuti dalle scuole per equilibrare il bilancio d’esercizio […] [il rettorato] indica in modo chiaro che in futuro dovranno essere adottate decisioni più radicali”.
Questi cambiamenti appaiono ancor più urgenti alla luce del fatto che la LASU ha quale obiettivo fondamentale “favorire la creazione di centri di competenza e di concentrazione dell’offerta, pur mantenendo la qualità e la varietà dell’offerta di formazione [sic]” . In questa corsa sfrenata verso la competitività, le università saranno costrette a specializzarsi per sviluppare ognuna la propria “attrattività sul mercato” della conoscenza, dove gli studenti sono considerati “clienti” che investono i loro “crediti” nel migliore dei modi. La semplificazione del programma di bachelor in entrambe le facoltà porterà ad una standardizzazione e ad un deterioramento dell’insegnamento, oltre ad un prevedibile aumento delle tasse. Tutto questo favorirà la trasmissione essenzialmente di “competenze tecniche” a capito di un rapporto critico e ragionato nei confronti della conoscenza, condizione essenziale affinché gli studenti di oggi e di domani possano affrontare a pieno titolo le questioni sociali, economiche e ambientali che abbiamo di fronte.
Tuttavia, i progetti del rettorato indicano in modo assai chiaro quali siano le priorità. Le scienze sociali (sociologia, geografia, storia economica, ecc) saranno abbandonate a favore di due altri ambiti che hanno un particolare interesse per la Ginevra delle élite: il settore finanziario e le organizzazioni internazionali. Al fine di concentrare la quota maggiore di risorse, viene prospettata la creazione di due “poli di eccellenza”: uno nelle relazioni internazionali, l’altro in economia finanziaria (attraverso il raggruppamento di HEC e di economia politica). La nuova facoltà di Scienze Sociali è destinata diventare un binario morto, reindirizzando gli studenti verso l’Università di Losanna, dove opera già una grande facoltà di scienze sociali e politiche.
Le modalità con le quali si organizza la ristrutturazione della Facoltà di SES sono l’illustrazione delle concezioni “democratiche” che si stanno affermando dopo l’entrata in vigore della nuova legge cantonale sull’Università nel 2009. Il rettorato ha preso queste decisioni in segreto, senza alcun coinvolgimento né degli studenti , né del personale insegnante o amministrativo. è una vera e propria politica del fatto compiuto e l’assemblea universitaria si riduce ad una semplice camera di registrazione. La composizione del comitato di “esperti” che ha raccomandato questa ristrutturazione dimostra il più profondo disprezzo per qualsiasi discussione democratica all’interno dell’università e, più in generale, nella società. Questi esperti possono certamente essere orgogliosi delle proprie competenze nella gestione aziendale, viste le funzioni che svolgono in aziende come la Monsanto (biotecnologie), Accenture (una delle più grandi società di consulenza al mondo) o McKinsey (altro società di consulenza). Possono tuttavia vantarsi di conoscere altrettanto bene le scienze sociali da un punto di vista scientifico?