La recente conferenza stampa delle FFS è stata caratterizzata da un atteggiamento molto ottimistico da parte delle FFS sul futuro dell’Officina (OBe). Tuttavia la stessa conferenza stampa non ha dato indicazioni concrete sui problemi più urgenti che l’Officina deve risolvere per affrontare in modo diverso il proprio futuro. Qual è la tua valutazione su queste indicazioni date dalle FFS?
Innanzitutto si rende più che necessario valorizzare ogni piccolo passo avanti. Dobbiamo maturare la consapevolezza che nessuno è disposto a farci dei regali. Ogni benché minima conquista è stata possibile, e sarà concepibile anche in futuro, grazie alla tenacia e alla spinta propulsiva da parte di chi ha sostenuto fin dal primo momento la causa delle Officine e dovrà quindi continuare a farlo in quanto la “partita” non si è affatto chiusa.
Dopo questa premessa e per tornare nel merito della domanda posta, credo effettivamente che manchino da parecchio tempo, delle risposte agli interrogativi posti dal Comitato, che sono poi in sostanza gli stessi che ritroviamo riprodotti nello studio della SUPSI, più precisamente laddove si descrivono le debolezze e, soprattutto, le minacce (analisi SWOT), che incombono sulle OBe e che possono condurre quest’ultime al “declino programmato (scenario 1)” se, a breve, non vengono posti i rimedi necessari. Problemi che, in sintesi, si possono tradurre in termini organizzativi, gestionali ed operativi; di fatto le OBe vengono gestite in modo centralizzato dalla direzione delle FFS. Siamo di fronte dunque ad una mancanza di autonomia decisionale e finanziaria. Una condizione “sine qua non”, quest’ultima, che ritroviamo anche sullo studio finale della BDO e che occorre necessariamente risolvere indipendentemente dal Centro di competenze.
Si ha l’impressione che l futuro centro di competenze (CdC) per le FFS altro non sia che uno strumento per raccogliere qualche lavoro che sostituisca, e pure in minima parte, quel che l’Officina rischia di perdere attraverso la strategia presentata dalle FFS. In realtà non ci pare che le FFS vedano “in grande” quanto al futuro del CdC…
Come sappiamo lo studio sul CdC è stato originato dall’iniziativa lanciata dai lavoratori nel 2008 e sostenuta da 15’000 cittadine e cittadini (tuttora giacente in attesa d’essere evasa). Dunque un qualcosa di necessario per dare una concreta prospettiva di vita alle OBe e, in pari tempo, creare un’opportunità industriale, unica nel suo genere, nella regione. Se si vuole, anche un’unica e concreta risposta alla crisi che si è fatta avanti nel Cantone! Un modo anche per uscire dalla stretta strategia delle FFS che, per mandato politico vuole quest’ultime impegnate nel far funzionare al meglio la propria flotta garantendone una regolare manutenzione e non quella certamente di preoccuparsi dello sviluppo di una politica industriale regionale. Non v’è dubbio che questo fondamentale compito spetti al Cantone! Come compete a noi a responsabilità e l’onere di “persuadere” le FFS a voler intraprendere una filosofia di politica gestionale e organizzativa delle OBe funzionale alle nostre aspettative.
Evidentemente l’obiettivo di tutti noi è inequivocabilmente quello di fare in modo di conservare e semmai ampliare, l’attuale capacità occupazionale; vogliamo inoltre che, per nessuna ragione, l’attuale superficie in dotazione alle OBe. venga in qualche modo espropriata. Non si vuole assolutamente rinunciare a tutto ciò che va giustamente valorizzato e considerato anche da tutti noi un valore aggiunto, come può essere un centro di formazione, di ricerca e di sviluppo. Ma tutto deve essere supportato da una chiara pianificazione e strategia sul medio lungo termine su ciò che si vuole realmente intraprendere. Un richiamo dunque alla massima trasparenza e al necessario coinvolgimento nelle decisioni di tutte le parti in causa, rappresentanti del personale e lavoratori in modo particolare.
Il nodo centrale, sia rispetto al futuro produttivo che allo sviluppo del CdC, ci pare la organizzazione, la gestione, diciamo le prospettive produttive dell’Officina. Su questo punto ci pare che le FFS, malgrado tutto questo movimento, siano rimaste alla visione del “declino programmato”. È così? E come pensi che ci si possa opporre?
Su questo ho già in parte risposto in precedenza. Credo comunque che ora sia più impellente la necessità d’informare sullo stato delle cose tutti coloro che ono interessati: a questo proposito abbiamo organizzato (Associazione “Giù le mani dall’Officina) per mercoledì 26 giugno, una serata informativa durante la quale è stato invitato il titolare della BDO nonché esecutore dello studio sul CdC, signor C.Vitta, il quale provvederà a presentare il contenuto dello studio finale; avremo modo inoltre di capire quali sono ancora i nodi cruciali da sciogliere sia per quanto riguarda il CdC che per le OBe. Per noi, senza ombra di dubbio, due realtà inscindibili.
Si tratterà ora di definire con massima professionalità e attenzione tutti gli aspetti e gli strumenti atti alla concretizzazione e gestione del Centro di competenze. E’ un’ultima occasione che ci si presenta – al Comitato e agli organi decisionali competenti: assemblea dei lavoratori e dell’Associazione “Giù le mani dall’officina – per fissare dei chiari e necessari “paletti” atti a porre una seria e reale ipoteca sul destino delle OBe, mettendoci dunque al riparo di tutti quegli aspetti (indicati in precedenza) che possono in qualche modo dare ossigeno al “declino programmato”.
Questo naturalmente è un primo, ma necessario, passo, dopodiché…