In Turchia, la sinistra radicale è divisa, senza un vero polo forte, e ciò spiega la poca visibilità dell’anticapitalismo negli avvenimenti.
L’ODP (Partito della Libertà e della Solidarietà). Alla fine degli anni 1990, un tentativo di un partito ampio e pluralista nel quadro dell’ODP è fallito, con conseguenze nefaste per ciascuna delle componenti. L’ODP rimane una delle principali forze della sinistra radicale, ma non è più un partito ampio e pluralista. Si limita al gruppo Dev Yol (Via della Rivoluzione). La tradizione di questo partito può essere considerata come «centrista», tra riformismo radicale e programma rivoluzionario.
Halkevleri (le case del popolo) proviene dalla stessa tradizione. Importante rete che si basa su centri sociali e organizzazioni locali, può aspirare a diventare il centro di gravità della sinistra radicale. I suoi militanti, attivi nei movimenti sociali, tentano di conquistare un’influenza nei sindacati, ma non cercano di politicizzare tali relazioni e hanno rinunciato a costruire un partito ampio. Questo li porta a sostenere il principale partito socialdemocratico anche se sono molto coinvolti nelle manifestazioni attuali.
Il TKP (Partito Comunista di Turchia) è il meglio organizzato e il più attivo della sinistra. Ė il principale partito stalinista in Turchia, mantiene stretti legami con i partiti comunisti greco e cipriota e relazioni con il partito comunista francese. Ė criticato dalla sinistra, in particolare per la sua « svolta » nazionalista che lo ha indotto a formare un «Fronte patriottico». Ha una forte organizzazione giovanile e un’influenza sulla classe media, ma un funzionamento molto burocratico. Malgrado un numero importante di militanti, la sua influenza è molto limitata: 0,14% dei voti nelle ultime elezioni. Membri della sua organizzazione giovanile sono stati presenti sulle barricate, in particolare nella piazza Taksim, con la parola d’ordine «non obbedire». Il partito ha quindi deciso di partecipare alle manifestazioni, senza utilizzare il logo del partito.
Lo HDK (Congresso democratico del popolo) è la componente più importante della sinistra. Ė una coalizione elettorale formata dal movimento politico kurdo con gruppi minori della sinistra, ma non costituisce un partito nel senso stretto del termine. Data l’importanza della base sociale del movimento kurdo, può essere considerata l’organizzazione più grande della sinistra, ma non costituisce un quadro molto organizzato. La sua preoccupazione principale resta la questione kurda, e in occasione del «processo di pace» tra il PKK e il governo si sono prodotti problemi interni. Il movimento politico kurdo è l’elemento determinante, data la piccola dimensione dei gruppi di sinistra che ne fanno parte. Nei primi giorni degli avvenimenti, il presidente del BDP (Partito politico kurdo) aveva fatto appello a non partecipare alle manifestazioni, perché non bisognava agire assieme ai nazionalisti. Malgrado queste dichiarazioni, i giovani del movimento kurdo sono stati sulle barricate fin dal primo giorno.
Infine, ci sono parecchi piccoli gruppi trotskisti, corrispondenti alle diverse correnti internazionali, che raggruppano meno di un centinaio di militanti ciascuno.