Pubblichiamo qui di seguito la presa di posizione del MPS in relazione alle misure di risparmio previste per il personale cantonale e alle relative trattative condotte dalle organizzazioni sindacali.
Il Movimento per il socialismo (MPS) ha preso atto delle decisioni adottate dal governo in materia di personale, dopo gli incontri con le delegazioni sindacali.
L’MPS dà un giudizio sostanzialmente negativo delle misure adottate. Infatti , pur di fronte alla rinuncia al blocco degli scatti salariali, il governo intende comunque procedere in una politica di tagli sul personale, attraverso una serie di misure tra le quali ricordiamo:
– l’abolizione definitiva dell’indennità per economia domestica (verrà “salvata”, a titolo transitorio, per il 2014 per chi percepisce uno stipendio inferiore ai 65’000)
– il dimezzamento dell’indennità di trasferta per pranzo e una rimodulazione delle indennità chilometriche
– la riduzione di diversi sgravi
– la non sostituzione per tre mesi del personale partente
Queste misure avranno come conseguenza non solo di peggiorare il servizio pubblico, ma di colpire in modo separato, individuale, alcune categorie di dipendenti. Sicuramente in questa scelta del governo vi è la volontà di evitare un confronto, come quello suscitato dallo sciopero dello scorso mese di dicembre: da qui l’abbandono di misure generalizzate di risparmio.
Ma la strategia del governo poggia anche su altri elementi. Nella stessa presa di posizione il governo ricorda che è in atto la discussione per un “nuovo modello salariale” per gli impiegati (che sarebbe addirittura in “fase avanzata“) e che anche per i docenti sono stati fatti i primi passi per un “riesame della politica salariale“. Non sfuggirà a nessuno che, inserite nell’attuale contesto, queste riforme dei sistemi salariali dovrebbero portate, a mente del governo, ad un risparmio e non certo ad un maggiore aggravio per i conti pubblici.
Questo aspetto è poi confermato dal fatto che il governo sostiene di essere entrato in materia , con l’accordo delle organizzazioni sindacali, affinché “contestualmente all’introduzione del nuovo modello salariale, si intende pure affrontare il tema della riduzione dell’orario lavorativo a 40 ore accompagnata da una parziale compensazione del salario“. Come dire, lavorare di più ed essere pagati di meno!
L’MPS non può che esprimere preoccupazione di fronte a questi orientamenti che non lasciano presagire nulla di buono.
Invita i lavoratori del settore pubblico (impiegati, insegnanti) a mobilitarsi sui luoghi di lavoro, chiedendo che tali orientamenti vengano radicalmente modificati.
Invita le organizzazioni sindacali ad aprire un dibattito tra i lavoratori sui contenuti di queste trattative che finora non sono state oggetto (perlomeno sui principi di fondo) di una necessaria discussione, aperta ed approfondita, tra i salariati del settore pubblico cantonale. In queste condizioni le organizzazioni sindacali non possono valersi di alcun mandato per negoziare nuovi modelli salariali, né tantomeno possono entrare in materia su una diminuzione del tempo di lavoro con diminuzione salariale.