Il 1° gennaio 2014, il governo greco assumerà la presidenza di turno dell’Unione europea. Il centro di informazione dell’UE scrive a questo proposito: “Per essere più efficaci, le presidenze di turno sono raggruppate per tre in modo da meglio definire le loro priorità. Dal 1° gennaio 2013, la presidenza dell’UE è garantita dall’Irlanda. Toccherà poi alla Lituania nella seconda metà del 2013, seguita dalla Grecia nel 2014.
Questi tre paesi hanno individuato quali obiettivi obiettivi principali il ritorno della crescita economica, il miglioramento della competitività e la lotta contro la disoccupazione in Europa”. Il governo Samaras ha un tale successo nella concretizzazione di questi obiettivi che si vede costretto a dover disporre di tutti i mezzi di informazione, perlomeno a livello nazionale, onde poter garantire un’eccelsa illustrazione.
Così, dopo aver cercato di ridurre al silenzio, lo scorso 11 giugno, ERT (Elliniki Radiofonia Tileorasi – Radio – televisione ellenica), licenziato i giornalisti, i tecnici, i musicisti delle orchestre collegate a ERT – con l’obiettivo di eliminare 2.000 posti di lavoro nel pubblico impiego prima della fine del mese di giugno 2013 per rispettare gli obiettivi imposti dalla troika – il governo Samaras ha dovuto far fronte ad una vasta mobilitazione sociale e politica e ad una temporanea crisi di governo. Tutto questo proprio nello stesso momento in cui “la Commissione europea ha preso atto della decisione del governo greco di chiudere la radiotelevisione pubblica, pur sottolineando il ruolo essenziale svolto dal servizio radiotelevisivo pubblico nella vita democratica” (Le Monde, 12 giugno 2013).
Da allora gli edifici di ERT sono stati occupati da tutti i dipendenti; le orchestre hanno dato concerti per tutta l’estate nella piazza antistante l’edificio, alla presenza di migliaia di persone; le attività culturali si sono moltiplicate, malgrado tutti i dipendenti siano disoccupati; le emissioni sono continuate in streaming. ERT non aveva mai potuto contare su un pubblico così vasto come è avvenuto dall’inizio della sua “autogestione” e i dibattiti organizzati hanno costituito un momento di rottura con quella che in precedenza era una macchina di propaganda nelle mani del governo di Antonis Samaras e del suo braccio destro, il “socialdemocratico” Evangelos Venizelos.
La Presidenza greca del Consiglio dell’Unione europea si sta avvicinando; è stato dunque necessario che i veri padroni della Grecia, la Troika (BCE, UE, FMI) e il loro junior partner, il governo greco nella sua qualità di rappresentante delle classi dominanti del paese, si riappropriassero della Radiotelevisione ellenica (ERT). Già nel 2006, l’ambasciatore Usa ad Atene aveva espresso una valutazione assai realistica sul sistema dei media che domina la Grecia: sosteneva infatti che i rapporti tra media, imprese e governo “sono più complicate e incestuosi di quanto fossero i rapporti tra gli dei, i semi-dei e gli uomini nei miti greci” (così si esprimeva in un dispaccio diplomatico rivelato da Wikileaks). Nel 2014, gli dei della Troika troveranno sicuramente un posto nel pantheon greco.
Così, lo scorso 7 novembre, verso le 4 del mattino come nella migliore tradizione dittatoriale, una dozzina di sezioni dei MAT (le truppe d’élite della polizia greca) ha circondato il quartiere, invaso l’edificio di ERT e costretto gli occupanti – una cinquantina – a raccogliere i loro effetti personali e ad evacuare immediatamente i locali. Per “migliorare la competitività” e “la lotta contro la disoccupazione”, sicuramente è più che sufficiente una sola voce informativa ufficiale. E per questo ERT autogestita doveva assolutamente essere ridotta al silenzio. Cosa non del tutto ancora riuscita, malgrado lo sgombro, poiché alcune emittenti regionali continuano a funzionare.
Uno dei giornalisti presenti, Nikos Tsinbidas, ha lanciato un appello all’ultimo momento: “D’ora in poi da questi microfoni non si sentirà più la voce libera dei giornalisti dell’unica emittente pubblica, buongiorno Grecia del ventunesimo secolo e … del 1930 (in riferimento alla dittatura di Metaxas) … è la fine”. “Per essere più efficaci” i poliziotti hanno colpito giornalisti e tecnici, quattro di loro sono stati arrestati , portati alla centrale di polizia e rilasciati verso le 8, gas lacrimogeni sono stati lanciati poco prima delle 7 per disperdere i primi sostenitori dei giornalisti.
La diffusione di un’immagine fotografica esprimeva molto bene il senso di questa occupazione poliziesca rispetto alla “vita democratica”: raffigurava la chiusura di un cancello d’ingresso utilizzando delle manette. Il Procuratore, presente sul posto, ha detto di aver ricevuto all’ultimo momento un appello a sostenere la polizia , sottolineando in questo che la decisione era stata presa da Samaras e da un piccolo gruppo ristretto.
Panagiotis Lafazanis, deputato e leader della Corrente di sinistra che, assieme alla Red Network (DEA, Kokkino, APO), rappresenta il centro di gravità della piattaforma di sinistra all’interno Syriza, ha dichiarato ad una catena radiofonica che: “Ci troviamo in un regime di dittatura parlamentare”. Molti deputati di Syriza, del KKE (PC), fin dal primo mattino si sono recati davanti all’edificio principale di ERT per manifestare la loro solidarietà con gli occupanti sfrattati. Tutti i partiti di opposizione hanno condannato la decisione del governo. Un famoso cantante, Vasilis Papakonstantinou, presente anch’egli fin dal primo mattino per portare la propria solidarietà, ha dichiarato ironicamente al canale TV ANT1: “Sono molto contento, è una splendida mattina, posso finalmente fare l’esperienza della nuova dittatura. Infatti io non ero ancora nato al momento della dittatura della giunta Metaxas ed ero ancora un bambino durante quella di Papadopoulos. Finalmente posso fare anch’io l’esperienza di una dittatura!”.
Al contrario, il ministro responsabile di ERT e la televisione di stato greca ha affermato, che la nuova emittente – che si chiamerà NERIT (New Hellenic Radio Internet TV) – si sarebbe installata nei locali di ERT entro due settimane. E rendersi conto di come stanno le cose, varrà la pena che questo mini-canale, creato dal governo dopo il mese di giugno, trasmetteva un cartone animato di Topolino proprio nello stesso momento in cui la polizia occupava i locali di ERT!
A partire dalle 16, una grande manifestazione ha avuto inizio davanti alla sede di ERT, che si trova nella periferia nord della città di Atene. Il sindacato dei giornalisti ha lanciato un appello allo sciopero tra le 15.00 e le 18.00 e invitato i lavoratori dei media a partecipare alla manifestazione.
Il 6 novembre, giornata di di scioperi e manifestazioni indetti dalle due confederazioni sindacali – ADEDY e GSEE – più di 20.000 persone hanno sfilato per le strade di Atene nonostante la pioggia. Un dato per nulla trascurabile nell’attuale contesto.
Quale sarà la risposta sociale e politica di fronte alla decisione di Samaras di ridurre al silenzio ERT, iniziativa che fa parte del rilancio di una politica di “legge e ordine”? Una legge che si riflette, ad esempio, nella recente decisione di vietare l’so del legno come sostituto del gasolio il cui prezzo è inaccessibile a quasi la metà degli abitanti di Atene. Nel frattempo si accentua la polarizzazione sociale e politica. E si manifesta in modo chiaro anche all’interno di Syriza. Le recenti dichiarazioni rilasciate negli Stati Uniti da parte di Alexis Tsipras, leader della “maggioranza presidenziale” di Syriza, hanno suscitato diverse reazioni nella sinistra di Syriza.
L’idea di un governo di coalizione è ormai sottesa agli orientamenti politici di Tsipras. Un’impostazione che non ha nulla a che vedere con un governo di sinistra.
Traduzione a cura della redazione di Solidarietà