Straordinario sciopero di massa dei tranvieri genovesi

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sciopero-560x256Il Consiglio comunale si riunisce per deliberare l’avvio della privatizzazione delle aziende comunali, cioè di AMT (Azienda municipalizzata dei trasporti), AMIU (gestione del ciclo dei rifiuti), ASTER (servizi di manutenzione strade, giardini, illuminazione pubblica), farmacie e bagni comunali e a Palazzo Tursi centinaia di lavoratori e lavoratrici irrompono nella sala del Consiglio per rivendicare il mantenimento pubblico dei servizi.

Alle spalle, e tuttora in corso, c’è uno sciopero riuscito e decisamente serio. Ieri sera le lavoratrici e i lavoratori di AMT si sono riuniti in assemblea e hanno organizzato lo sciopero dei trasporti pubblici, sfidando la legge antiscioperi e la precettazione del Prefetto. Uno sciopero reale, deciso dal basso, radicale. Le strutture dei sindacati confederali e dell’autonomo FAISA hanno unitariamente sostenuto la lotta, anche per non essere scavalcati dall’iniziativa dei lavoratori.
Il risultato è stato che per la durata di 24 ore nessun mezzo dell’AMT è circolato in città: né autobus, né filobus, né funicolari, né metropolitana. La città è andata in automobile, a piedi o in bicicletta e lo sciopero è stato uno straordinario successo che potrebbe sferrare un primo colpo alla rassegnazione che sembrava regnare sovrana, in particolare nel capoluogo ligure.
Quando Guerello, il presidente del Consiglio comunale, ha chiesto ai vigili di allontanare gli “indesiderati”, i lavoratori avevano già occupato persino i seggi dei consiglieri, riempiendo fino all’inverosimile la sala del Consiglio comunale. Lavoratrici e lavoratori hanno ottenuto la sospensione del Consiglio e il rinvio, per ora, della delibera sulle privatizzazioni.
Il sindaco Marco Doria è stato contestato con forza, determinazione e ironia, un’ironia amara, considerando che per “salvare” l’azienda le lavoratrici e i lavoratori di AMT hanno dovuto subire decurtazioni salariali, aumento dei ritmi di lavoro e cassa integrazione. Il sindaco “arancione” e sponsorizzato da SEL è riuscito soltanto a balbettare che comunque l’azienda verrà rimessa in piedi, ovviamente per mezzo della sua consegna alla logica del profitto.
Successivamente un corteo ha accompagnato in Prefettura la delegazione trattante di CGIL, CISL, UIL e FAISA. E ha bloccato la centralissima piazza Corvetto. Ma l’incontro in Prefettura non ha avuto alcun esito positivo e, al momento, si prospettano altre 24 ore di sciopero totale dei trasporti pubblici urbani.
Ma perché la battaglia possa essere vincente e possa mettere in ginocchio la giunta di centro – “sinistra”, che pratica le classiche politiche neoliberiste e conservatrici, è necessario che la lotta dei lavoratori AMT non rischi di rimanere isolata e che si possa allargare lo sciopero anche alle altre aziende comunali che sono minacciate dalla privatizzazione.
Nelle ultime elezioni comunali Sinistra Anticapitalista, allora Sinistra Critica, non aveva appoggiato in nessun modo la coalizione di centrosinistra che ha espresso la candidatura di Marco Doria, il marchese “arancione”, indicando la necessità della costruzione di un’opposizione da sinistra alle politiche della Giunta comunale.
Le vicende genovesi dimostrano ancora una volta che una benché minima politica di sinistra non si possa avere collaborando con il Partito Democratico, che anche a Genova e in Liguria è il partito delle banche e delle cementificazioni.

Genova, 19 novembre 2013

* Membro del Coordinamento provinciale di Sinistra Anticapitalista – Genova

 

Tratto da http://sinistraanticapitalistagenova.wordpress.com

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