La denuncia dell’MPS relativa al futuro degli ospedali di zona di Acquarossa e Faido non ha ancora trovato alcuna smentita. È questa la considerazione di fondo che può essere fatta dopo settimane nelle quali la congiura del silenzio è andata di pari passo con lo stillicidio di mezze informazioni, di mezze dichiarazioni, di mezze verità che avevano pretesa di contraddire le nostre indicazioni, ma non contraddicevano assolutamente nulla.
Veniamo dunque all’essenziale.
Il primo punto, che nessuno ha finora smentito, è che i reparti di medicina di Acquarossa e Faido, così come oggi si configurano, verranno chiusi. E, corollario, l’attuale numero di letti relativi a questi reparti ( a partire dai quali , ci ritorneremo, vengono calcolato anche il fabbisogno di personale) verranno trasferiti in altri ospedali (Bellinzona: a condizione che si trovino gli spazi per creare questi posti, impresa allo stato attuale assai difficile!).
Un secondo punto, pure da nessuno smentito, riguarda il finanziamento del pronto soccorso: nessuno ha affermato – in particolare chi era in grado di farlo – che non è vero che il Cantone taglierà il suo contributo (pari al 30% dei costi) per i pronto soccorso di Acquarossa e Faido. È proprio sulla base di questa decurtazione che abbiamo ventilato l’ipotesi che l’EOC, alla fine, potesse decidere di chiudere questi due pronto soccorso. Se l’EOC non lo farà dovrà assumersi maggiori oneri e, sicuramente, potrebbe avviare una politica che, a poco a poco, potrebbe anche “prosciugare” i due pronto soccorso. Come dire: non chiudiamo questa volta per ragioni di opportunità (anche politica), ma lo faremo appena possibile (e le acque si saranno calmate) con operazione indolore e inavvertita pubblicamente.
Un terzo punto riguarda la geriatria di Acquarossa: anche qui i letti spariranno verso altre destinazioni e l’ospedale verrà riconvertito in una clinica riabilitativa (particolare, in parte medicalizzata, ma pur sempre di qualcosa di ben diverso da quanto vi è oggi). Lo stesso vale per Faido (qui la clinica riabilitativa dovrebbe operare in continuità con gli orientamenti attuali).
Un quarto elemento ê che nel complesso il numero di letti diminuirà in modo importante: è difficile indicarlo oggi con precisione, ma la dotazione complessiva dovrebbe quasi dimezzare. Con conseguenze, come detto, decisive in materia occupazionale. Questo perché il coefficiente di personale necessario per ogni letto di un reparto di medicina di base è diverso da quello di un letto di un istituto di riabilitazione (per medicalizzata che essa sia). Senza entrare nei dati di dettaglio si può affermare che il fabbisogno cala di circa la metà.
Questi punti sono dati di fatto, non smentiti ed emersi nelle proposte fin qui fatte nell’ambito della pianificazione. I diversi reportage giornalistici che hanno seguito le prese di posizione dell’MPS hanno di fatto confermato queste indicazioni (pensiamo in particolare all’ottimo articolo apparso sul Corriere del Ticino il 4 dicembre scorso).
Tutto il resto, come il prospettato centro riabilitativo in collaborazione con la casa per anziani (parliamo di Acquarossa), con tanto di ricostruzione ex-novo dell’ospedale, per il momento sono solo parole; che, naturalmente, servono a “calmare il gioco” e cercare di convincere la popolazione delle Tre Valli a non credere a quello che andiamo raccontando.