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BancaStato Lugano-e1301058568113Pubblichiamo qui di seguito l’interrogazione al Consiglio di Stato del deputato Matteo Pronzini (Movimento Per il Socialismo) del 23 dicembre scorso riguardante BancaStato e la sua partecipazione all’US Program.

Finalmente, è ormai abitudine per BancaStato finire ultima o quasi in tutte le classifiche relative alle banche cantonali che vengono stilate in questo paese, l’istituto pubblico ticinese ha comunicato la propria intenzione di voler aderire (entro il termine fissato di fine 2013) all'”US Program”.

Il comunicato (20 dicembre 2013) con il quale BancaStato ha annunciato la propria intenzione di partecipare al programma americano nel gruppo 2 è tutto teso a minimizzare la portata della situazione, escludendo qualsiasi responsabilità diretta o indiretta della Banca nelle procedure che hanno portato all’evasione fiscale da parte di clienti americani.
Eppure, allo stesso tempo, la Banca annuncia che l’onere di eventuali multe che sarà chiamata a pagare, potrà anche raggiungere i 9 milioni di dollari (al cambio attuale poco più di 8 milioni di franchi). Si tratta di una cifra sicuramente non trascurabile: se la rapportiamo agli ultimi esercizi di BancaStato si tratta di un importo che equivale al 20- 25% dell’utile lordo mediamente conseguito.
A questa somma si devono aggiungere, nella valutazione dei costi, tutto quanto è stato e sarà messo in campo per valutare la situazione, arrivare alla decisione, seguire nel prossimo periodo l’iter della pratica con gli Stati Uniti. La commissione del controllo del mandato pubblico della Banca dello Stato (CCMP) nel suo recente rapporto (2 dicembre 2013), parlando di questa procedura, ricordava che ” La decisione di partecipazione al Programma rispettivamente le analisi sulla categoria a da scegliere in caso di partecipazione e l’applicazione del programma comportano per le banche importanti investimenti in termini di risorse interne (estrapolazione e analisi dei dati, valutazioni specifiche da parte del fronte e contatto con la clientela, raccolta di tutte le informazioni interne relative alla gestione dalla clientela americana) e finanziarie (spese per la consulenza legale e per le varie certificazioni)”.
Possiamo quindi supporre che tutta l’operazione potrebbe concludersi per BancaStato con spese ed oneri finanziari superiori ai 10 milioni di franchi.
La comunicazione di BancaStato, oltre ad essere tardiva, non appare esattamente in linea con le dichiarazioni rassicuranti che i vertici della banca avevano fornito in pubbliche dichiarazioni, in comunicazioni ed incontri con il Consiglio di Stato e con le commissioni (commissione della gestione e commissione di controllo del mandato pubblico) che, teoricamente, dovrebbero analizzare e vegliare sul suo operato.
Infatti la CCMP spiegava, sempre nel suo rapporto citato, che la ” BSCT ha fornito rassicurazioni su questo tema, precisando che i patrimoni della clientela americana (ai sensi “US person”) rappresentano una quota esigua dei patrimoni complessivi gestiti dall’Istituto e la banca medesima non ha mai acquisito attivamente clientela americana (“US person”), tantomeno dopo il mese di agosto 2009″. Confermando in questo modo, le indicazioni rassicuranti fornite al Consiglio di Stato in un’audizione del 4 luglio 2013 e ribadite dallo stesso Consiglio di Stato in una recente risposta ad un’interrogazione parlamentare.
La questione assumere poi un’ulteriore importanza poiché potrebbe avere ripercussioni finanziarie anche per il Cantone (con una diminuzione degli utili potrebbe diminuire anche il versamento al Cantone): tutto questo in un momento in cui la maggioranza di governo e Parlamento insistono sulla necessità di garantire un miglioramento delle finanze del Cantone.
A questo aspetto se ne deve aggiungere un altro. Come noto BancaStato non dovrà comunicare solo nomi e relazioni bancarie dei clienti, ma fornire i nomi dei funzionari di banca che hanno assistito questi clienti.
Ora, si tratta di sapere se tali funzionari hanno agito di propria iniziativa o con l’avallo, diretto o indiretto, dei propri funzionari. In questo secondo caso è evidente che non entra in linea di conto la comunicazione dei loro nomi alle autorità americane.
Alla luce di queste considerazioni, mi permetto sottoporre le seguenti domande:

1. Come valuta il Consiglio di Stato la situazione di BancaStato rispetto alla procedura americana in atto?
2. Ritiene preoccupante l’entità dei costi che la vicenda potrebbe comportante per la Banca?
3. Ritiene che, se l’entità fosse confermata e nel quadro della evoluzione delle attività della Banca, questi costi potrebbero avere conseguenze sull’utile della Banca e quindi sul riversamento al Cantone?
4. Ultima di tutte la banche cantonali, BancaStato ha reso noto il 20 dicembre, di aver “comunicato
all’autorità federale di sorveglianza dei mercati finanziari (FINMA) che parteciperà al “US Program” nella categoria “2”. Quando è avvenuta questa “comunicazione” alle autorità federali? È stato rispettato il termine assegnato dalla FINMA del 9 dicembre? Se sì, per quale ragione ci sono volute quasi due settimane per renderla pubblica?

5. La questione della comunicazione dei nominativi di funzionari della Banca alle autorità fiscali americani, nel caso in cui questi funzionari abbiano operato con l’avallo dei propri superiori, crea problemi di diritto non secondari. Non pensa il Consiglio di Stato, quale garante dei diritti di tutti i cittadini e le cittadine di questo cantone, di dover intervenire presso la banca per informarsi della situazione e, se necessario, sostenere anche da un punto di vista politico e legale queste persone?

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