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aleppo siriaÈ già finito il “grande” sforzo umanitario che la Svizzera ha compiuto di fronte ad una tragedia immane come quella siriana. Guidata dal cuore generoso social-liberale di Simonetta Sommaruga, la Confederazione, quasi un anno fa, di fronte all’approfondirsi del dramma siriano (quasi tre milioni di persone in fuga dal paese), decideva di “aprire le porte” ai rifugiati siriani e di ammetterne eccezionalmente alcuni, facilitando le procedure per l’ammissione, per il deposito ed il trattamento delle domande.

In particolare sarebbero stati facilitati i ricongiungimenti famigliari, cioè di quei siriani che avevano già parenti in Svizzera.

Il risultato di questa “generosa” politica d’asilo, in perfetta linea con quanto da decenni ormai fa la Confederazione, è riassunto nei tristissimi numeri che sono stati indicati negli scorsi giorni. I Siriani che avrebbero approfittato dell’agevolazione sarebbero poco più di 700 e le domande d’asilo sarebbero state poco meno di 400. Cifre ridicole, che corrispondono, sommandole, allo 0,01% della popolazione svizzera. Veramente un grande sforzo.
Ma, scopriamo, che al di là delle ridicole cifre, le cose non sembrano andare molto meglio nemmeno dal punto di vista della celerità con la quale le domande vengono affrontate. A tal punto che Paolo Bernasconi, che da mesi collabora con alcune famiglie che mettono a disposizione alloggi per i profughi, ha dichiarato alla Regione che «C’è un tale muro burocratico, da farmi credere che vi sia un’istruzione interna – ai livello federale e cantonale, di divieto: ‘Non li vogliamo’»
Artefice di questa politica, come detto, la ministra social-liberale Sommaruga, distintasi in questi primi anni di governo per il piglio “decisionista” e del tipo “facciamo piazza pulita” con il quale ha affrontato la questione dell’asilo, rivendicando alla sinistra (anche se il termine sulla sua bocca stona un po’) un atteggiamento più severo nei confronti della politica d’asilo.
Ma perché evochiamo tutto questo?
Per la semplice ragione che questo «grande sforzo» umanitario è già finito. Infatti questa facilitazione, per rifugiati siriani con parenti già in Svizzera, era stata introdotta lo scorso 4 settembre.
E adesso, a meno di tre mesi, quel procedimento è già stato revocato. E non certo perché la situazioni in Siria sia, in qualche modo, migliorata, anzi!
Infatti, sempre lei – Simonetta – ha spiegato che ormai tutti coloro che avevano diritto a questa procedura privilegiata di ricongiungimento dovrebbero averne fatto uso. E che quindi si può tornare alla politica tradizionale, con gli stessi ritmi di sempre, burocratici e interminabili, soprattutto per coloro che, già in una situazione di estrema privazione e difficoltà, aspettano una decisione dalla quale dipenderà di fatto la loro vita.