Non è vero che gli ucraini considerino tanto significativa la questione del libero scambio con l’Europa da scegliere di passare in piazza intere nottate insonni. La popolarità dell’Euromaidan non ha niente a che vedere con questo. Ad alimentare le proteste sono i problemi economico-sociali, ben più gravi di quelli dei vicini dell’Est e dell’Ovest. In Ucraina, il salario medio è 2-2,5 volte inferiore a quello della Russia e della Bielorussia e ancor più basso che non nell’Unione europea.
La crisi economica mondiale ha colpito l’Ucraina in maniera ben più radicale di ogni altra economia europea, dall’Atlantico agli Urali. La crescita economica resta congelata e la produzione industriale continuerà sicuramente a diminuire. Tra l’altro, il sistema economico ucraino concede praticamente l’esenzione fiscale agli oligarchi. È possibile, in maniera del tutto legale, esportare minerali, metalli, ammoniaca, grano e girasole per decine di miliardi di dollari, dichiarando zero profitti. Tutte queste rendite finiscono nei paradisi fiscali, dove hanno sede pressoché tutte le imprese attive in Ucraina. Per giunta, tutti i profitti che un’impresa realizza nel paese si possono legalmente e agevolmente trasferire in paradisi fiscali: basta “classificarli” come prestito (fittizio).
Scheda cronologica sugli avvenimenti politici recenti
2000 – 2004
2004. Ottobre: elezione contestata di Viktor Yanukovich. “Rivoluzione arancione”, manifestazioni di massa dell’opposizione. Centinaia di migliaia di ucraini manifestano in Piazza dell’Indipendenza a Kiev per dire che non ne possono più di elezioni truccate e censura. Viene annullato e rifatto il secondo turno, in cui vince Yanukovich.
2005 – 2011
2005. Viktor Iochtchenko, filoccidentale, diventa Primo ministro.
2010. Febbraio, elezione di Viktor Yanukovich, alla presidenza del partito filorusso, che sconfigge Iulia Timochenko.
2011Iulia Timochenko viene condannata a 7 anni di carcere per avere sottoscritto con la Russia un contratto svantaggioso sul gas – un pretesto per allontanarla dal potere.
2012
29 Ottobre: elezioni politiche; vittoria contestata del partito delle regioni (Yanukovich) e affermazione di Svoboda (estrema destra).
2013
Novembre: alcune migliaia di ucraini protestano in strada contro la scelta di Yanukovich di entrare nell’Unione doganale con la Russia, in luogo di un accordo di associazione con l’UE.
2014
Gennaio:il 16, il parlamento vara 10 leggi che penalizzano qualsiasi forma di contestazione. I deputati del partito delle regioni, del Partito comunista d’Ucraina e alcuni indipendenti votano a favore di queste leggi, considerate “dittatoriali” dalla popolazione. Nove di esse vengono abrogate il 28. Partecipazione di alcuni gruppi di estrema destra alla mobilitazione. Il 22, repressione dell’opposizione, con 5 morti.
Febbraio:manifestazioni contro il presidente Viktor Yanukovich, in Piazza dell’indipendenza (il Maïdan), a Kiev. Il 20, una trentina di morti. Il 21, la repressione provoca un centinaio di morti e 500 feriti.. Alcuni manifestanti rispondono con armi da fuoco alle forze dell’ordine e ai loro snipers, ma le loro principali armi sono bottiglie Molotov.
Alcuni dati generali
Popolazione: 47,7 milioni di abitanti. Parte rurale, cattolica e di lingua ucraina a Ovest. La parte Est del paese è industriale (Donbass), ortodossa e russofona (22%). La lingua russa è maggioritaria nelle grandi città.
PIL e crescita: +4,7% (2011).
Disoccupazione: 7,7% (2011).
Debito: debito estero all’84% del PIL (2011).
Povertà e ricchezza:Il salario medio è 2-2,5 volte inferiore a quello di Russia e Bielorussia e ancor più basso che non nell’Unione Europea (2013).
Industria: forte impatto della crisi del 2008.
Agricoltura: ricca, grazie alla fertilità delle terre nere.
Énergia: Carbone. L’Ucraina paga il gas russo che importa più caro della Francia e della Germania. Gazprom, il gigante del gas russo, vuole mettere le mani sulle reti di gasdotti ucraini, come in Bielorussia.
Società:Corruzione sistematica (diplomi, patenti, decisioni politiche).
Esercito: La flotta russa è di stanza a Sebastopoli.
Pensioni:Il FMI si rifiuta di concedere nuovi prestiti finché non viene rimesso in discussione il sistema pensionistico.
Forze e partiti politici
Presidente:Viktor Yanukovich (filorusso); eletto nel 2010, si è fatto costruire un lussuoso palazzo nei pressi della capitale. Preparava a succedergli il figlio Alessandro, un facoltoso oligarca.
Governo: Mykola Azarov, Primo ministro.
Parlamento:(Verkhovna Rada).
Partito delle regioni: partito al potere (i “blù”) di Viktor Yanukovich.
Partito della patria: Iulia Timochenko, ex Primo ministro.
Femen: movimento femminista.
Svoboda(“Libertà”): partito d’estrema destra ultranazionalista e antisemita, ex Partito nazional-socialista d’Ucraina (Oleg Tyagnibok, antisemita, antiomosessuale e antirusso). Alcuni suoi membri sono fanatici neonazisti. Ogni anno Svoboda commemora la creazione, nel 1943, della Divisione Waffen SS «Galitchina», che massacrò gli ebrei della Galizia.
Elezioni del 2007: 0,75%. Legislative ottobre 2012 : 8,5%, 38 deputati, 2 milioni di voti.
Partito comunista di Ucraina(PCU): inestricabilmente legato ai clan oligarchici e alla lobby filorussa reazionaria. Fin dall’inizio della crisi del 2013, il PCU (Petr Simonenko) si è opposto categoricamente al movimento di protesta, invocando la repressione poliziesca.
C’è allora da stupirsi che il governo ucraino faccia sistematicamente fatica a far quadrare il bilancio? Alla fine dello scorso anno l’Ucraina si trovava in condizioni di semifallimento. Non pagare i salari dei dipendenti pubblici è pratica corrente e in pratica il bilancio ha smesso di assegnare fondi ai programmi sociali. La situazione è peggiorata a causa della guerra commerciale con la Russia, quando Gazprom ha aumentato il prezzo della fornitura di gas all’Ucraina, a un livello record nell’Europa dell’Est.
Gli oligarchi hanno portato nel baratro il paese. Anche dopo infinite discussioni, non sono stati in grado di formulare una coerente strategia di sviluppo, evitando qualsiasi finanziamento dello Stato, di cui hanno sistematicamente svuotato le casse. Qualsiasi strategia di sviluppo impone il controllo dei loro appetiti – occorre perlomeno proibire il ricorso ai paradisi fiscali e garantire il pagamento di un minimo di tasse. Ma è proprio quello che gli oligarchi non possono accettare, anche se capiscono che, se non cambiano le attuali regole del gioco,porteranno lo Stato alla catastrofe economica, segando così il ramo stesso su cui sono seduti.
Quando si parla di problemi economici, l’opposizione di destra è pressoché esclusivamente focalizzata sui temi della corruzione e dell’inefficienza delle autorità. E se la discussione verte sul saccheggio dello Stato da parte dell’oligarchia, si limita a parlare solo degli uomini d’affari vicini al partito delle regioni e, la maggior parte delle volte, non è in grado di andare oltre gli affari che riguardano il figlio di Yanukovich. Dal punto di vista della destra, gli altri non pongono problemi, perché hanno “una coscienza nazionale”. In base a questa logica, se l’Ucraina è saccheggiata da un “autentico” ucraino va sempre bene per la causa nazionale.
È una situazione paradossale. Tutti gli economisti coscienziosi (anche il più liberista, ad esempio Viktor Pinzenik) concordano nel riconoscere che il sistema fiscale e la legalità del paese sono stati costruiti in modo che gli oligarchi siano esentati dal pagamento delle tasse. Tutti sanno che un sistema del genere non può durare a lungo. Ma nessun politico parlamentare ha avuto il coraggio di proporre un’alternativa, pur evidente e realistica. Quasi nessuno è disposto ad ammettere pubblicamente che il problema più urgente che ha di fronte l’Ucraina non sono né l’UE, né i sindacati, ma il semplice fatto che gli oligarchi dovrebbero pagare le tasse. L’apparato statale sarebbe perfettamente in grado di imporlo, perché tutti gli attivi degli oligarchi sono collocati in Ucraina.
Tuttavia, come ha rilevato di recente Andrei Hunko, l'”oligarchicizzazione” della politica ucraina ha raggiunto punte tali che nessuno degli attuali partiti osa neppure parlarne.
È desolante, ma soltanto le voci della sinistra radicale esprimono questa esigenza minima ed evidente. Tengo a sottolineare che le 10 Tesi [v. secondo articolo che pubblichiamo] non sono il programma dell’Opposizione di sinistra, ma semplicemente un primo passo per l’elaborazione di un orientamento politico che potrebbe raccogliere tutte le forze contrarie agli oligarchi, a tutti coloro che non ritengono che la dittatura fascista di estrema destra potrebbe essere una soluzione – una sorta di dittatura verso cui l’Unione pan ucraina Svoboda ci spinge insistentemente mentre i dirigenti dell’opposizione ufficiali li guardano sfilare.
La mancanza di un qualche piano d’azione per fare uscire l’Ucraina dalla crisi è diventata così clamorosa che persino pubblicazioni abbastanza liberiste, che si potrebbero anche definire di “destra liberista” (ad esempio, zaxid.net di Lvov) hanno cominciato a discutere le nostre “10 Tesi”.
1. Il Collettivo dell’Opposizione di sinistra è uno dei rari gruppi della sinistra radicale ucraina che ha cercato di essere presente nel movimento di protesta.
* Zahar Popovitch: militante del Collettivo dell’Opposizione di sinistra. Il suo articolo e le 10 Tesi sono usciti in russo sul sito Otkrytaïa Levaïa (“Sinistra aperta”) e qui riprese da Inprecor (e tradotte dal francese).
10 tesi dell’Opposizione di sinistra per il cambiamento sociale
Prefazione del Collettivo dell’Opposizione di sinistra
Sottoponiamo alla vostra attenzione il documento intitolato «Piano per il cambiamento sociale», che descrive i mezzi per migliorare la prosperità dei cittadini e assicurare il progresso sociale. È stato elaborato perché la maggior parte delle rivendicazioni economiche e sociali dei manifestanti di Euromaidan è stata ignorata. La nostra speranza è che questo documento possa servire da piattaforma per unificare un largo ventaglio di iniziative sociali, sindacali e di sinistra. Il testo è stato redatto dai militanti dell’Opposizione di sinistra, un’organizzazione socialista ucraina che tende a unificare tutti quelli che appartengono alla comunità denominata provvisoriamente #leftmaidan.
È superfluo dire che i partiti politici trasformano il movimento di protesta per portarlo verso la politica elettorale; non cercano altro che i voti e non vogliono cambiare il sistema. Noi non sosteniamo le idee liberiste della propaganda del libero mercato, né i nazionalisti radicali che aspirano a politiche discriminatorie.
La nostra speranza è che il movimento di protesta, spinto ad agire dall’ingiustizia sociale, possa finalmente sradicare le cause profonde di questa ingiustizia. Noi pensiamo che la radice della maggior parte dei problemi sociali è l’oligarchia, risultato di un capitalismo sfrenato e della corruzione. Bisogna quindi limitare gli interessi egoistici dei nostri oligarchi invece di attendere l’aiuto della Russia o del FMI, che avrebbe per conseguenza la dipendenza della nazione. Noi pensiamo che sia nefasto aggiungere la nostra voce alla domanda di integrazione nell’ Europa. Dobbiamo piuttosto definire chiaramente i cambiamenti necessari per difendere gli interessi dei cittadini ordinari, in particolare dei lavoratori salariati. A più riprese, ci riferiamo alle esperienze progressiste di alcuni Stati europei che hanno realizzato misure simili.
I nostri obiettivi sono relativamente moderati poiché vogliamo rivolgerci al numero più grande possibile di organizzazioni. Non nascondiamo che per noi si tratta meno di una reazione all’attualità che di una tappa verso la fondazione di una forza della sinistra contemporanea – una forza sociale capace di influenzare quelli che dirigono e di offrire un’alternativa all’ordine sociale esistente. L’Opposizione di sinistra valuta che il piano proposto è il minimo per la costruzione del socialismo basato sui principi dell’autogestione: la socializzazione dell’industria , la destinazione degli utili ai bisogni sociali e la nomina dei cittadini a funzioni di governo.
Vi invitiamo a raggiungerci su Facebook e VKontakte (che significa: in contatto) per esprimere le vostre opinioni o inviarci delle mail.
Sostituire una banda di politici e di oligarchi con un’altra, senza realizzare cambiamenti del sistema non migliorerà le nostre vite. Invece di fare questo, il nostro gruppo di militanti sociali e sindacali propone queste dieci tesi, che sono le condizioni di base per superare la crisi economica e permettere all’Ucraina di progredire.
1. Il popolo deve costituire il governo, non gli oligarchi
Bisogna passare dalla repubblica presidenziale a una repubblica parlamentare, nella quale il potere presidenziale sarà limitato a funzioni rappresentative sulla scena internazionale. L’autorità deve passare dalle mani degli amministratori dello Stato a comitati regionali eletti (consigli). I delegati eletti che non rispondono alle attese devono poter essere revocati. I giudici e i capi della polizia devono essere eletti e non nominati.
2. Nazionalizzazione della grande industria
La metallurgia, le miniere, l’industria chimica, così come le imprese dell’infrastruttura (energia, comunicazioni, trasporti) devono servire al benessere sociale.
3. I lavoratori devono controllare tutte le forme di proprietà
Ispirandoci agli esempi di successo europei, dobbiamo costruire un’ampia rete di sindacati indipendenti, che possano controllare la gestione e garantire i diritti dei lavoratori. I lavoratori devono avere il diritto di sciopero (rifiutare di lavorare quando non ricevono il salario). I lavoratori dovrebbero avere il diritto di contrattare prestiti a carico del datore di lavoro quando il pagamento dei salari è differito (seguendo l’esempio del Portogallo). I dati sulla produzione, la contabilità e la gestione di tutte le imprese che occupano più di 50 persone, o la cui cifra di affari supera un milione di dollari devono essere pubblicati in linea.
4. Una tassa sui prodotti di lusso
Dobbiamo instaurare una tassa del 50% sui prodotti di lusso – gli yacht, le auto di élite e gli altri beni il cui costo supera 1 milione di gryvna. Deve essere introdotta anche una imposta progressiva sul reddito. Gli individui il cui reddito annuale supera il milione di gryvna devono essere tassati al 50%, seguendo l’esempio della Danimarca (in un tale sistema, Renat Akhmetov (1) pagherebbe da solo 1,2 miliardi di gryvna al bilancio dello Stato, mentre attualmente paga soltanto 400 milioni, poiché i suoi redditi ufficiali sono tassati al 17%).
5. Proibizione dei trasferimenti di capitali nei paradisi fiscali
I regolamenti che esentano le imprese ucraine dalle imposte in numerosi paradisi fiscali devono essere revocati, allo scopo di impedire il trasferimento di capitali. Gli utili delle imprese che producono in Ucraina e la cui sede sociale è nei paradisi fiscali devono essere congelati e dovranno essere nominati amministratori provvisori fino a che non sia provata la legalità di questi investimenti.
6. Separazione tra mondo degli affari e governo
I cittadini il cui reddito annuale supera un milione di gryvna non devono avere il diritto di occupare funzioni di governo o seggi nelle amministrazioni locali. Deve essere organizzata una rielezione su scala nazionale in conformità con questa regola.
7. Riduzione delle spese dell’apparato burocratico
Le spese del governo devono essere trasparenti e controllate. È necessaria una riforma amministrativa per ridurre il numero dei capi nelle amministrazioni. Interi dipartimenti potrebbero essere oggi sostituiti da programmi informatici. Ma invece di questo, nel corso degli ultimi 8 anni il numero dei burocrati del governo è aumentato del 10% arrivando a 372.000 persone (in Ucraina ci sono 8 burocrati per 1.000 cittadini; in Francia 5 per 1.000).
8. Dissoluzione delle forze speciali di repressione (Berkut e altre)
A partire dal 2014, bisogna ridurre le spese dell’apparato di sicurezza dello Stato: il ministero degli Interni, il servizio di Sicurezza, l’ufficio del Procuratore generale e le forze speciali di polizia. È inaccettabile che nel 2013 siano stati assegnati 16,9 milioni di gryvna al ministero degli Interni – sono 6,9 milioni in più di tutte le spese per la sanità pubblica!
9. Accesso gratuito all’istruzione e alle cure mediche
I fondi per questa iniziativa devono venire dalla nazionalizzazione delle industrie e dalla riduzione delle spese dedicate alla sicurezza e all’apparato burocratico. Per eliminare la corruzione nell’insegnamento e nella medicina, bisogna aumentare i salari dei medici e degli insegnanti e restaurare il prestigio di questi settori.
10. Ritiro dall’Ucraina delle istituzioni finanziarie internazionali oppressive
Sosteniamo la cessazione della cooperazione con il Fondo Monetario Internazionale e con le altre istituzioni finanziarie internazionali. Dobbiamo seguire l’esempio dell’Islanda che ha rifiutato di pagare i debiti (garantiti dal governo) accumulati dai banchieri e dai burocrati allo scopo dell’arricchimento personale e della «prospezione sociale» invece dello sviluppo dell’industria.
1. Uomo d’affari ucraino e deputato del Partito delle Regioni che fa parte della lista mondiale dei miliardari (una fortuna di 16 miliardi). Si è arricchito nel carbone e nella siderurgia al momento della transizione del paese verso il capitalismo.
Tratto da www.antoniomoscatoaltervista.org