Nell’assemblea della scorsa settimana l’Associazione giù le mani ha ratificato la convenzione sul centro di competenza (CDC).Questo accordo seguiva quello dell’assemblea dei lavoratori tenutasi qualche giorno prima.
Si conclude così una fase del lungo cammino iniziato con lo sciopero del 2008. Ne abbiamo parlato con Gianni Frizzo.
All’assemblea hai parlato dell’inizio di un nuovo tempo, di una nuova fase rispetto allo sciopero del 2008. Cosa intendi esattamente?
Evidentemente l’affermazione vuole semplicemente essere un messaggio d’allerta verso coloro che possono credere, a torto, che la “partita” iniziata con lo sciopero, per preservare le nostre Officine di Bellinzona (OBe), sia definitivamente conclusa con l’atto d’approvazione dei documenti relativi il Centro di competenze (CdC). Sarebbe dunque illusorio pensare che il CdC possa risolvere e superare definitivamente le questioni e le insidie che rimangono ancora aperte alle OBe, tali, se non risolte a breve, da minare lo sviluppo se non addirittura la sopravvivenza stessa, di entrambe le realtà. Per quanto riguardano le Officine non dobbiamo scordare che sono un’entità indispensabile, la benzina e il motore, dello sviluppo industriale regionale che si vuole dar vita attraverso il CdC. Un progetto indubbiamente alla nostra portata e che per nessuna ragione al mondo possiamo permetterne il fallimento, sia per quanto fatto dal 2008 a oggi che per il disastro occupazionale che ne verrebbe fuori, già ampiamente provato dall’attuale situazione economica in cui si trova la nostra regione.
Dunque, oggi siamo solo all’inizio di un nuovo tempo (dei… non si sa bene quanti) di una partita iniziata nel 2008, non affatto risoltasi, che ha finora all’attivo un primo tempo decisasi con il ritiro del piano di ristrutturazione e il successo dell’iniziativa per il Polo tecnologico; un secondo contraddistinto dalle trattative conclusasi in Tavola rotonda e l’avvio dell’iter riguardante il Centro di competenze; il terzo caratterizzato dal progetto di fattibilità per il Centro di competenze e il dichiarato impegno delle FFS nei riguardi delle OBe, sancito sulla convenzione e la dichiarazione d’intenti. Tempi lunghi, faticosi pieni d’insidie, dove talvolta si ha la sensazione che al Comitato non competa solo il ruolo e l’onere di “giocatore” ma pure quello di fungere da “arbitro”, talvolta contestato, per il semplice fatto di “fischiare (o aver fischiato)” delle palesi situazioni di gioco irregolare e pericoloso per le OBe. Il quarto tempo è appena iniziato … la cronaca e la decisione disciplinare le si farà e deciderà ad ogni fischio d’arbitro e in situazioni di “gioco pericoloso”.
Nella convenzione (e poi negli accordi tra FFS e personale dell’Officina – la lettera di intenti) le FFS si impegnano a mantenere i volumi di lavoro e a garantire tutte quelle trasformazioni necessarie nella organizzazione e nel funzionamento dell’Officina per permetterle di giocare un ruolo centrale nel futuro centro di competenza. Come valuti questi impegni? C’è da fidarsi delle FFS?
E’ innegabile il fatto che c’è voluto uno sforzo immane nel riuscire a far comprovare dalle FFS quanto oggi ci ritroviamo tra le mani. Documenti che devono essere indiscutibilmente i capisaldi per la prospettiva di vita delle OBe e per confidare nella realizzazione del progetto del CdC. Queste trasformazioni (organizzazione, funzionamento, ecc.) sono talmente e assolutamente vitali per le OBe che, per l’implementazione, non possiamo permetterci di delegarne la competenza esclusivamente alle FFS, sarebbe sicuramente un errore imperdonabile visti gli interessi contrapposti in gioco: FFS nel soddisfare esclusivamente le proprie esigenze dettate da una precisa strategia aziendale (ciò che si è sventato nel 2008); noi tutti, per contro (visto l’inequivocabile mandato ricevuto dai cittadini della Svizzera italiana con l’iniziativa 2008), nel promuovere una “Politica” di sviluppo industriale regionale, avente come “cuore” le Officine.
L’impegno di noi tutti non si è dunque esaurito con l’ottenimento di un documento con sanciti, nero su bianco, dei precisi impegni che le FFS devono ottemperare, ma dobbiamo fare in modo che quest’ultimi siano mantenuti, per far ciò si rende indispensabile seguirne pari passo l’evoluzione e intervenire laddove vi siano dei rallentamenti o addirittura dei più che possibili disimpegni.
Questa, in sintesi, è la condizione “sine qua non” per fare in modo che quanto stabilito e sottoscritto da tutte le parti firmatarie della Convenzione venga concretizzato e i loro contenuti, attinenti alle OBe, non finiscono unicamente per trasformarsi in semplici raccomandazioni lasciate, per la concreta realizzazione, al libero arbitrio delle FFS.
È indispensabile rendersi conto (ministri ticinesi compresi) che dobbiamo tutti far parte di questa partita (tanto per restare in tema calcistico) per non lasciare il “dominio” del campo nelle mani di una sola squadra, perlopiù con la nostra porta incustodita e poi, per logica conseguenza, stupirsi della sconfitta subita.
È tutt’ora pendente l’iniziativa popolare che ha dato il là al progetto centro di competenza. Pensate di ritirarla?
Per tutte le ragioni sopraindicate e per decisione assembleare del 19 febbraio scorso, riteniamo prematuro il ritiro dell’iniziativa popolare “per un Polo tecnologico alle OBe”,depositata il 1° aprile 2008, che ha raccolto in pochi giorni oltre 15’000 consensi. Necessita dapprima verificare il processo d’avanzamento delle OBe, come tali, che delle stesse nel contesto del CdC. Provvederemo quindi a monitorare la situazione e sottoporre regolarmente un bilancio alle maestranze e a tutta la cittadinanza affinché si possa decidere su fatti oggetti.
In questi giorni sono iniziate le trattative per il rinnovo del CCL dei lavoratori delle FFS. Queste hanno già fatto sapere che per loro l’obiettivo di questo CCL è di garantire maggiore flessibilità e competitività all’azienda. Una prospettiva non certo incoraggiante…
Che dire? A dimostrazione che qualcosa sta girando dalla parte sbagliata, la forza contrattuale delle FFS si fa sempre più vigorosa: non soltanto per meriti propri, ma si è piuttosto rafforzata per l’assenza di degni antagonisti che, in qualche modo, hanno permesso alle FFS di creare l’humus ideale su cui coltivare la propria strategia. Tappa dopo tappa, a partire dal 2001 (data della soppressione dello Statuto di funzionario), per i salariati la vita si è dunque maledettamente complicata.
Concetti come: competitività, concorrenzialità, liberalizzazione del mercato e altre simili diavolerie, sono ormai divenuti gli argomenti principi per giustificare e, quindi, permettere di avallare, sia da destra che da manca, tutti i piani di peggioramento delle condizioni di lavoro e permettere inoltre, come alle OBe, che il precariato (interinaliato e con contratto a termine) sia ormai diventato un fattore di “normalità”. Dopo quanto accaduto in questi anni, cosa dobbiamo quindi ancora aspettarci? Se non si riesce a breve a contrapporre una strategia unitaria, quindi aldilà delle categorie professionali e dei singoli cartelli sindacali, temo che non si riuscirà a capitalizzare come si dovrebbe quella forza che c’è (anche per una semplice ragione di numeri), ma che purtroppo viene sconsideratamente o strategicamente, a dipendenza della rappresentanza, sparpagliata sotto il motto: “divide et impera”!
Estratti dai documenti approvati
«Le FFS assicureranno alle Officine FFS di Bellinzona volumi analoghi a quelli attuali per i prossimi anni e si impegnano all’attuazione di una strategia chiara per la stabilizzazione e per un suo sviluppo sostenibile anche a medio – lungo termine. Le FFS prowederanno ai necessari adeguamenti dell’organizzazione delle Officine FFS di Bellinzona con lo scopo di assicurare a quest’ultime un’attività di successo sul mercato anche a lungo termine.
Dai progetti del CdC dovrebbero scaturire ulteriori impulsi per le Officine per il periodo dopo il 2016. Le FFS si impegnano, analogamente agli altri partner del CdC, a trasmettere al CdC progetti in questo senso.
Le FFS sono coscienti dei cambiamenti necessari alle Officine di Bellinzona per potersi sviluppare tramite gli impulsi dati dal CdC e a tale scopo si adeguare la struttura organizzativa e infrastrutturale nonché ad aumentare l’autonomia organizzativa, operativa e finanziaria delle Officine di Bellinzona.» (dalla Convenzione per la costituzione di un centro di competenza)
«Le FFS confermano il sostegno al progetto di Centro di Competenza. Questo futuro ente, che sorgerà all’interno del sedime delle Officine FFS di Bellinzona, dovrà tra l’altro fungere, come prevede lo studio di fattibilità del 13 aprile 2013 allestito dalla BDO, da impulso tramite progetti e idee per il futuro sviluppo del sito industriale.
le FFS intendono sottoscrivere il prima possibile la convenzione che definisce le fonda-mentali linee guida, nonché i ruoli dei singoli partner, così da poter realizzare il Centro di Competenza nei tempi e nei piani previsti dal Canton Ticino. Da subito, le FFS intendono discutere in maniera costruttiva e paritetica i più importanti temi strategici e operativi relativi al Centro di Competenza all’interno della Piattaforma di informazione e negoziazione con i rappresentanti della commissione del personale e dei sindacati (SEV, Transfair e UNIA). Tra i temi rilevanti rientrano in particolare i futuri settori d’attività da sviluppare, gli investimenti presso le Officine FFS di Bellinzona in relazione al Centro di Competenza e la politica del personale impiegato per settore e i relativi piani di riqualifica.» (dalla dichiarazione di intenti delle FFS)