Il caso della denuncia al Ministero pubblico Job Contact si è ritrovato sulle prime pagine dei giornali e ha fatto subito gridare allo scandalo. Grazie a un lavoro minuzioso di raccolta di documentazione e testimonianze effettuato dal sindacato OCST ci si è accorti che uno scorpione ti punge perché è la sua natura (1). Ed è su questo, e non tanto sul dettaglio delle pratiche da papponi della Job Contact, che ci vogliamo soffermare in questo articolo.
Le agenzie interinali
Partiamo innanzitutto dalle agenzie interinali, degli scorpioni, e dalla loro natura. Le agenzie interinali sono delle strutture parassitarie che incarnano una moderna forma di caporalato. Nate inizialmente come strutture impegnate nella selezione per terzi del personale presto entrano direttamente nel rapporto di lavoro assumendo il ruolo di prestatore di servizi. Diventano quindi dei datori di lavoro che assumono dei collaboratori e poi li prestano a delle altre aziende. Ben presto le aziende si rendono conto che disporre di personale a prestito presenta dei vantaggi che esulano il semplice utilizzo ad hoc di manodopera per far fronte a un picco di produzione o a una malattia di un collaboratore. Infatti, non solo questi lavoratori sono più docili e “volonterosi” (il miraggio dell’assunzione fissa è sempre presente), ma permettono, previo emolumento alle agenzie interinali, di esternalizzare dei rischi aziendali come la malattia o l’infortunio del lavoratore, di evacuare dei problemi organizzativi come la pianificazione del lavoro dei propri dipendenti (vacanze, gestione del rientro dopo una malattia o un infortunio,…) e, talvolta, anche l’aggiramento vero e proprio di normative previste dai contratti collettivi (da noi il caso più palese è quello del personale interinale che opera da diversi anni presso le Officine di Bellinzona). L’ultima evoluzione in questo senso è poi quella di imprese (p.e. nei lavori ferroviari, nel settore televisivo o in quello degli interventi d’emergenza in caso di incendi o allagamenti) che creano una loro propria agenzia di interinale che assume i collaboratori e poi se li presta, in regime di guadagno intermedio presso la disoccupazione, quando ne ha bisogno. È nella loro natura!
La legge sul collocamento
Ma questo è possibile solo perché c’è una legge che lo permette piegando le pur ridotte tutele garantite dal Codice delle obbligazioni, per creare l’habitat necessario allo sviluppo di questo tipo di strutture parassitarie. Infatti, la legge sul collocamento prevede deroghe importanti, ad esempio sui termini di disdetta (pesantemente ridotti), per permettere alle agenzie di utilizzare i collaboratori che danno in prestito alle aziende loro clienti come dei kleenex. Facoltà che viene anche utilizzata per allontanare personale non più immediatamente collocabile (donne incinte, persone affette da malattie, lavoratori iscritti al sindacato, o semplicemente salariati che commettono il crimine di lesa maestà di rivendicare dei loro diritti), ma anche questo fa parte della loro natura!
La collaborazione con la Sezione del lavoro
Ma la questione non finisce qui. Infatti, il lavoro interinale è anche entrato negli uffici di collocamento pubblico. Il Cantone ha ben pensato, invece di fare il suo lavoro che è quello di aiutare i disoccupati a trovare un’occupazione stabile e adeguata, di sottoscrivere un contratto di collaborazione tra la Sezione del lavoro e le agenzie interinali. Ad ogni disoccupato viene così proposto di firmare una liberatoria che autorizza il collocatore a segnalare i suoi dati alle agenzie private di collocamento, permettendo così non solo darli in pasto a questi moderni mercanti di schiavi, ma anche di sottoporre le missioni presso agenzie interinali alle stesse sanzioni in caso di rifiuto di un’occupazione di un posto assegnato direttamente dal consulente URC.
Ogni disoccupato che vuole mostrarsi collaborativo con il proprio consulente potrà così avere il suo piccolo scorpione personalizzato omologato URC!
Agenzie interinali, accordi bilaterali e dumping salariale
Perché poi stupirsi se le agenzie interinali “vanno a fare spesa” nella vicina Italia per trovare dei lavoratori da proporre alle aziende svizzere? La vicina Italia costituisce infatti uno spettacolare serbatoio di manodopera di riserva indebolita e ricattabile a causa della crisi. Si tratta di lavoratori che non conoscono la legislazione svizzera e che sovente non hanno avuto modo di entrare in contatto con i sindacati. Spesso, essendo utilizzati per fare dumping sulla manodopera fissa delle azienda, sono anche mal visti da questi lavoratori e quindi faticano ad integrarsi e ad informarsi sui loro diritti. Quindi perché stupirsi del fatto che anche le agenzie interinali approfittino di questa situazione creata dagli effetti degli accordi bilaterali? È nella loro natura!
Il contratto collettivo delle agenzie interinali
Al di là di iniziative lodevoli come quella dell’OCST, non solo il sindacato si limita a un lavoro di medicina da campo concentrandosi sulla difesa individuale di lavoratori palesemente abusati da queste imprese, ma addirittura agevolato questo processo creando un contratto collettivo delle agenzie interinali, fatto di cui abbiamo già parlato in precedenza in queste pagine.
Il concetto è in sé aberrante per almeno due ragioni. La prima è perché nega di fatto il principio della contrattazione collettiva il cui scopo è quello di unire sotto la stessa bandiera i lavoratori di un determinato settore che fanno lo stesso mestiere. Così facendo invece è il sindacato stesso a legittimare l’esistenza di statuti diversi sullo stesso posto di lavoro. La seconda è che questo contratto è stato fatto in maniera totalmente burocratica e bonapartista da parte del sindacato e quindi senza alcun mandato diretto da parte di questi lavoratori. Se avessero chiesto a questi lavoratori cosa volevano la risposta sarebbe stata: “Se hanno bisogno di noi che ci assumano direttamente!”. Ma se noi vuoi sentire una determinata risposta il modo migliore per evitarlo è semplicemente di non porre la domanda.
Serve poi a poco scagliarsi contro le agenzie interinali quando pungono. Non bisognava farli salire sulla propria schiena perché pungere è nella loro natura!
Sradicare il lavoro interinale
A questo punto l’unica risposta coerente per la sinistra e il movimento sindacale è quella di avviare una politica di disinfestazione del mercato del lavoro volta all’eliminazione del lavoro interinale.
La via da seguire è semplicemente quella di disdire il contratto collettivo delle agenzie interinali, di vietare le agenzie interinali, di emendare la legge federale sul collocamento riducendo la facoltà delle agenzie di collocamento all’unico ruolo di cacciatori di teste e di potenziare fortemente gli uffici di collocamento affinché i consulenti si possano concentrare sull’attività di collocamento piuttosto che su quella di controllo del disoccupato.
Solo misure come queste potranno, insieme ad altre già proposte in queste pagine (p.e. Iniziativa contro il dumping salariale dell’MPS), permettere di arginare il dumping salariale e iniziare un’inversione di tendenza contro la liberalizzazione del mercato del lavoro in Svizzera.
1) Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: “Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda.” La rana gli rispose “Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!” “E per quale motivo dovrei farlo?” incalzò lo scorpione “Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!” La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua. A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all’insano ospite il perché del folle gesto. “Perché sono uno scorpione…” rispose lui “E’ la mia natura!”