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lien bon bSUD-Rail in coordinamento con la CGT sta conducendo una difficile battaglia: quella di uno sciopero riconducibile, da più di dieci giorni. L’insieme dei media, con grande aggressività, conduce una campagna contro gli scioperanti, contro i ferrovieri. Dal quotidiano Le Monde al presidente normale François Hollande, in coro, riprendono la celebre formula di Maurice Thorez (segretario del PCF) dell’11 giugno 1936: “bisogna saper terminare uno sciopero (una volta ottenuta soddisfazione).”

A questo aggiungono una serie di affermazioni sullo “statuto privilegiato” dei ferrovieri. Ci si domanda se certi commentatori del telegiornale reggerebbero una settimana nella cabina di un treno di periferia. Sottointesa a queste allegazioni concernenti “privilegi” risiede la costruzione di una nuova norma sociale: “se non siete un salariato con un contratto a durata determinata e un salario più alto dello SMIC (salario minimo di 1445.38 euro per 151.67 ore di lavoro), siete un privilegiato”. Gli economisti parlano di “svalutazione interna”… per assicurare la “competitività”.

L’attuale “riforma ferroviaria” in Francia viene condotta con l’imperativo di assicurare l’indipendenza dell’azienda che gestisce l’infrastruttura, dato che nel 2019, il trasporto viaggiatori sarà “aperto alla concorrenza” e dunque “non ci vogliono distorsioni della concorrenza” secondo il dogma liberale dell’Unione europea. Le distorsioni di investimento, di servizio, di manutenzione, … non pongono alcun problema!
Per obbedire a queste esigenze, cercando nel contempo di piegare i ferrovieri, il governo di Hollande ha dovuto creare tre EPIC (stabilimenti pubblici a carattere industriale e commerciale): SNCF rete, gestionario della rete, SNCF mobilità, operatore di trasporti; i due con un terzo EPIC, la SNCF, come cappello.
Con la parola d’ordine “Rimettere il servizio pubblico sui binari”, la federazione SUD-Rail, si è subito opposta alla costruzione dei tre EPIC. In effetti, questo smembramento implica che la quasi-totalità dei 150’000 ferrovieri delle SNCF sarebbero “messi a disposizione” di un’altra impresa: o la SNCF rete o la SNCF mobilità. Nessuna delle tre imprese sarebbe quindi il vero datore di lavoro. Ne deriva che SUD-Rail le la federazione CGT esigono la reintegrazione dell’insieme del sistema ferroviario in una sola impresa.
Del resto, per quel che concerne il mantenimento di un servizio pubblico effettivo sul territorio della Francia, si può fare un bilancio disastroso degli effetti della “riforma” introdotta nel 1997. La cesura tra la Rete Ferroviaria di Francia (RFF), che prendeva delle decisioni di investimenti (sovente di disinvestimento) la cui applicazione era effettuata da SNCF infrastruttura, ha dimostrato le sue deficienze funzionali.
Infine, SUD-Rail domanda l’annullamento del debito imposto da lungo tempo al servizio pubblico ferroviario. Questo debito di più di 40 miliardi –le cui origini potrebbero essere sviscerate, per esempio in seguito alla costruzione a credito, durante gli anni 1980, della rete ad alta velocità su ordine dello Stato- serve da pretesto per non effettuare dei lavori di rigenerazione della rete a meno che non siano considerati come “utili”. Ne deriva: ci sono più di 3000 km di vie in stato vetusto; vengono chiuse linee regionali; si introducono “norme di produttività” che distruggono la via dei ferrovieri;…
Tutte le analisi serie dimostrano che una vera rete ferroviaria pubblica –senza nemmeno abbordare la questione delle scelte effettuate in favore delle grandi imprese del genio civile e della privatizzazione delle autostrade- non può funzionare senza sovvenzioni pubbliche. Senza questo le imprese che obbediscono a una logica di redditività reintrodurrebbero delle discriminazioni e della selezione sociale a tutti i livelli. Non si ritornerebbe semplicemente alle tre classi di un tempo, ma a sei o sette classi.
Sulle modalità di gestione dello sciopero, in un volantino datato 20 giugno, SUD-Rail riafferma un approccio che dovrebbe essere al centro di una ricomposizione di un sindacalismo di lotta in Europa e altrove: “I media, il governo, la Sinistra, la Destra, la direzione delle SNCF e anche un responsabile sindacale nazionale mettevano in avanti ieri mattina un emendamento votato all’Assemblea nazionale per giustificare una possibile fine dello sciopero condotto dai ferrovieri. La federazione SUD-Rail ha subito riaffermato che i soli che possono decidere il seguito dello sciopero, sono gli scioperanti! Le Assemblee Generali (AG) rappresentative degli scioperanti hanno questa legittimità. Non è tra i banchi, quasi deserti, dell’Assemblea nazionale che si regola il conflitto sociale. È necessario che il governo e la direzione delle SNCF, dal canto loro, negozino come le federazioni sindacali CGT e SUD-Rail, sulle rivendicazioni degli scioperanti.”