Abbiamo a più riprese spiegato come alcune delle cosiddette misure di accompagnamento altro non siano che misure atte a favorire lo sviluppo del dumping salariale. Cioè, esattamente il contrario dell’obiettivo che, secondo le dichiarazioni e intenzioni ufficiali, fatte, purtroppo, proprie anche dal movimento sindacale, dovrebbero perseguire.
Questo dato di fatto in realtà non dovrebbe sorprendere se si comprendesse, come abbiamo tentato di affermare fin dall’inizio del dibattito sugli accordi bilaterali e la cosiddetta “libera circolazione”, che proprio la diminuzione dei salari (cioè il dumping, la spinta verso il basso) era l’obiettivo di una serie di riforme tese a liberalizzare ulteriormente il già poco regolamentato mercato del lavoro di questo paese.
In questo senso le cosiddette misure di accompagnamento dovevano (e debbono) accompagnare questo processo per “correggerne” gli aspetti più acuti, garantendo tuttavia che il processo di diminuzione dei livelli salariali, certo in modo lento ma continuo, si possa affermare nel paese, sull’arco di un paio di decenni. Dopo un decennio già una buona parte del tragitto è stato compiuta ed il processo continua senza che si intravveda per il momento un’inversione di tendenza.
I contratti normali di lavoro (cioè la possibilità per confederazione e cantoni di stabilire, su segnalazione delle commissioni tripartite, salari minimi in un settore o in una professione) non sono stati finora molto utilizzati, se si escludono alcuni cantoni assai colpiti dal dumping salariale come, ad esempio, Ticino e Ginevra.
E proprio laddove sono stati utilizzati, lo abbiamo a più riprese denunciato, hanno proprio assunto quella doppia valenza per la quale sono stati pensati e introdotti. Da un lato (ed è qui che, un po’ subdolamente, sembrano possedere un aspetto positivo) essi pongono un freno agli eccessi di questo processo di dumping; dall’altro (ed è questa la loro funzione preminente) introducono salari minimi ben al di sotto dei salari usuali per quei settori e quelle professioni. Questo ultimo aspetto, è evidente a tutti, non potrà che portare, a medio termine, ad una spinta verso questi nuovi livelli degli attuali salari effettivamente pagati nel settore.
Lo abbiamo visto, in Ticino, con alcuni contratti normali (come quello per il personale di vendita con negozi occupanti meno di 10 persone) nel quale è stato fissato un salario minimo di 3’000 franchi mensili: ben al di sotto dei salari minimi versati, ad esempio, nella grande distribuzione (siamo, per le stesse funzioni) attorno ai 4’000 franchi.
Un ulteriore esempio è arrivato, ancora nel nostro cantone, con il contratto normale per i lavoratori del settore informatico, deciso di recente dal Consiglio di Stato.
Salari sotto i 4’000 franchi!
Il Consiglio di Stato ha deciso dunque di promulgare un contratto normale di lavoro per gli informatici. Questo, dopo avere constato che che nel settore vigevano salari eccessivamente bassi e tali da configurare una situazione di dumping salariale.
Sono stati così fissati quattro livelli salariali:
a) Informatici con diploma cantonale : Fr. 3’276 (ovvero 39’312 fr. annui )
b) Informatici con attesto di tirocinio: Fr. 3’640 (ovvero 43’680 fr. annui )
c) Informatici con titolo di studio terziario B: Fr 4’095 (ovvero 49’140 annui)
d) Informatici con titolo di studio terziario A: Fr 4’186 (ovvero 50’232 annui)
Non sappiamo esattamente quanti siano i lavoratori attivi nelle diverse categorie salariali. Sappiamo per contro che i lavoratori con titolo di studio terziario B e A hanno una formazione post-liceale della durata di almeno tre anni. Nel caso del terziario B si tratta di una formazione in scuole con un titolo non lontano dal bachelor rilasciato dalle università (pensiamo, per restare in Ticino, alla scuola di informatica e di gestione). Nel caso del terziario A si tratta di titoli di livello universitario (ad esempio chi studia informatica all’USI o alla SUPSI).
Sta di fatto che tutti questi salari, come si può vedere, sono al di sotto dei 4’000 franchi mensili. Infatti i salari mensili introdotti sono versati 12 volte e non, come avviene in quasi tutti i settori e le professioni, per 13 volte. Riportandoli a 13 mensilità (utile anche per fare dei raffronti) abbiamo salari che, nella posizione più elevata – informatici con titolo di studio terziario A, raggiungono un salario di 3’864 franchi al mese!
Qualche confronto nel settore informatico e oltre
Non essendoci contratti collettivi nel settore informatico e non potendo disporre di dati salariali completi relativi alle aziende che impiegano molti informatici (pensiamo, ad esempio, alle banche) gli unici riferimenti normativi sono quelli pubblici. Nel nostro caso abbiamo verificato quali siano i salari per gli informatici alle dipendenze del cantone.
Vi sono tre tipi di qualificazione degli informatici al servizio del cantone (che, lo ricordiamo, può contare anche su un centro cantonale di informatica): dal cosiddetto informatico I all’informatico III, quest’ultimo il livello più basso, cioè con minori qualifiche (diploma cantonale o CFC).
Il confronto tra i salari fissati nel nuovo contratto normale e quelli versati dal cantone per questa categoria di informatici è impietoso.
Un informatico di livello III può essere assegnato alle classi 23-26 della pianta organica del cantone. Prendiamo pure, per il nostro confronto, quella più bassa, la 23. Questa prevede un salario iniziale di 64’886 fr. Per lo stesso tipo di qualifica il contratto normale prevede 43’630 fr annui: una differenza di circa il 40%! E, lo ricordiamo, abbiamo preso come riferimento solo il salario iniziale. Ricordiamo, ad esempio, che questo salario, dopo 6-7 anni di carriera in seno all’amministrazione cantonale, può già arrivare oltre i 75’000 franchi!
Le cose vanno ancora peggio se facciamo riferimento al livello più elevato di qualifica, l’informatico I che può essere inserito nelle classi 27-29 della scala salariale. Per la classe 27 abbiamo un salario annuo di partenza di 77’972 fr. Il contratto normale prevede un salario minimo (per i livello di maggiore qualifica – Informatici con titolo di studio terziario A) di 50’239 franchi. Anche qui un divario enorme.
Da quanto abbiamo potuto capire, attraverso informazioni che siamo riusciti comunque ad avere relativamente agli altri settori del privato o del semi-pubblico (FFS, PTT), i salari degli informatici sono di gran lunga superiori a quelli fissati nel contratto normale.
Per concludere
Ancora una volta (come già avvenuto con altri contratti normali), la fissazione di salari minimi ci viene presentata come un sorta di «opera di bene» che, in realtà, fa del male, e molto. Aggrappandosi alla scusa di voler evitare le punte più estreme del dumping, cioè i salari scandalosamente bassi, si fissano salari minimi legali che, certo, permettono di combattere questi salari scandalosamente bassi; ma, a loro volta, fissano salari legali minimi di gran lunga molto più bassi rispetto alla grande maggioranza dei salari pagati nel settore. E questo, in particolare per quei lavoratori impiegati da molto tempo ed il cui salario non ha ancora subito le conseguenze dell’avanzata del dumping salariale in questi ultimi anni.
Cosi facendo si dà valore legale a salari con i quali nessuna persona può lavorare e vivere in Ticino (e non ha da scialare nemmeno fuori dal Ticino).
Si tratta di salari che rappresentano un’ulteriore tappa di quel processo di abbassamento dei livelli salariali, meglio conosciuto con il nome di dumping salariale!
Professione: informatico; salario: meno di un manovale!
È naturalmente molto difficile fare raffronti salariali tra diverse attività, soprattutto se queste avvengono in ambiti professionali lontani. Non bisogna poi dimenticare la dimensione sociale del lavoro:il capitalismo ha reso, nell’ambito del suo modo di produzione, socialmente necessari ed utili tutte le attività, che danno il loro contributo decisivo e necessario al processo di produzione.
Ma, fatte queste doverose premesse, alcuni raffronti possono essere fatti: ad esempio confrontando il livello di qualifica necessario (o raggiunto) nell’ambito delle diverse professioni, la durata ed il livello della formazione, ecc; e raffrontando tutto questo con i salari versati.
Ebbene, possiamo affermare che seguire una formazione di informatico di livello universitario può portare oggi in Ticino a guadagnare, legalmente, molto meno di un manovale edile appena assunto.
Infatti un manovale attivo nell’edilizia riceve un salario iniziale minimo di 4’413 per 13 mensilità, cioè 57’369 fr. all’anno. Il contratto normale per informatico, al suo livello più alto, cioè per qualcuno con un titolo universitario, riceverà, come abbiamo visto, 50’232 fr all’anno. Cifre che si commentano da sole!