Come dipendenti dell’ospedale di Acquarossa vi scriviamo in quanto siamo rimasti sconcertati da alcuni passaggi dell’articolo apparso lo scorso 28 maggio sul Corriere del Ticino intitolato “La Proposta: per Acquarossa riconversione senza chiusura”, articolo che parla della nuova pianificazione ospedaliera, oggetto di molte discussioni negli ultimi mesi.
Il nostro sgomento viene dal fatto che alcune cose scritte sotto il paragrafo “centri medici d’urgenza” non corrispondono alla realtà. Una persona può essere favorevole o non favorevole alle proposte della nuova pianificazione, l’importante è però che venga detta la verità sulla situazione attuale e che la realtà non venga distorta per apportare argomenti a favore di essa (questi passaggi, per i contenuti che li riguardano, sembrano scritti per giustificare la futura chiusura/trasformazione del pronto soccorso). Noi che lavoriamo ogni giorno in questo ospedale nutriamo importanti perplessità anche per le prospettate trasformazioni verso un istituto di cura (si vuole dimettere i pazienti, sempre più anziani, sempre prima dagli ospedali acuti verso strutture che avranno a disposizione meno risorse, e, ci viene detto, con migliore qualità: ma com’è possibile?), tuttavia qui vogliamo prendere posizione in particolare in merito ai passaggi citati sul pronto soccorso. Le cose che contestiamo sono le seguenti:
1) Si dice che il pronto soccorso (di tipo B) dovrebbe assicurare un servizio permanente, ma che in realtà c’è solo uno “sportello di ricezione pazienti durante i giorni feriali dalle 8 alle 20”. In verità il pronto soccorso esiste e ha un suo spazio attrezzato, con due posti letto e uno supplementare per il monitoraggio cardiopolmonare, una sala suture, una sala gessi e una sala d’aspetto. Annesso al pronto soccorso una radiologia convenzionale, la sonografia, il laboratorio, con i picchetti di radiologia e di laboratorio che sono disponibili entro breve tempo a giungere presso il nosocomio. Lo sportello di sola ricezione è una favola…
La verità è stata distorta pure per quanto riguarda l’apertura. Quello dalle 8 alle 20 è l’orario di apertura del centralino, per quanto riguarda il pronto soccorso dal mattino alla sera è sempre presente appositamente un infermiere e un medico, il servizio è comunque sempre usufruibile 24 ore su 24, sette giorni su sette, anche di notte (è sempre presente sul posto un medico assistente di picchetto e i medici senior sono sul posto entro pochi minuti). Queste affermazioni quindi, oltre a non corrispondere al vero, sminuiscono il lavoro di chi per anni ha continuato a offrire questo servizio importante e riconosciuto dalla popolazione!
2) Si dice che di personale medico e paramedico dedicato al pronto soccorso vero e proprio non ce n’è. Un’altra favola… Come scritto sopra dalle 8 del mattino alla sera sono sempre presenti a turno due infermiere ed è sempre presente appositamente per il servizio un medico dell’ospedale, coadiuvato in caso di necessità dal primario, dal capo clinica e dal medico capo servizio di geriatria.
3) Si dice che i casi che si presentano sono solo “bagatelle”. Oltre a sminuire il lavoro di chi lavora in questo servizio questa affermazione non corrisponde al vero: se è ben vero che molti casi trattati non mettono direttamente in pericolo la vita del paziente, capitano spesso anche casi gravi che possono venir trattati in loco; inoltre una funzione importante del pronto soccorso è proprio quella di fare il “triage” per pazienti che poi dovranno essere trasportati negli ospedali di Bellinzona o Lugano, per cui le prime cure immediate sono importanti per la stabilizzazione della situazione clinica del paziente.
4) Dall’articolo sembra che la situazione che si verrà a creare in futuro con il “centro medico d’urgenza” sarà migliore di quella attuale. In verità abbiamo seri dubbi : adesso il servizio è permanentemente garantito, con personale sempre presente. In futuro si dice che saranno i medici della valle a giungere lì per le urgenze, ipotesi ancora tutta da verificare in quanto questi ultimi se hanno già visite programmate tutto il giorno sarà difficile che possano fare la spola tra lo studio e il servizio, lasciando i propri pazienti ad aspettare.
*Presa di posizione dei dipendenti sull’articolo apparso sul Corriere del Ticino. La lettera è stata sottoscritta da diversi dipendenti (36), di cui Luca Torriani si fa portavoce ed è stata pubblicata sul mensile voce di blenio.
La redazione del Corriere del Ticino ha preso posizione in merito all’articolo riferendo che ha riportato fedelmente quanto contenuto nel messaggio governativo del 26.05.2014 sulla pianificazione ospedaliera, ed in effetti il messaggio, consultabile online sul sito del cantone, contiene queste informazioni errate di cui responsabile è il Dipartimento della Sanità e della Socialità.