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rafahIn Siria, nei “territori liberati”, particolarmente in vari quartieri di Aleppo, nella città di Qaboun vicino a Damasco, a Deraa, ecc…, ci sono state, dall’inizio dell’aggressione, delle manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese.

 

 

Palestina, Siria, Egitto, . .. “Siam tutt’uno”!

Nel quartiere di Salah el Din, le/i manifestanti hanno inviato questo messaggio al popolo palestinese: “Dalla popolazione di Salah el Din ad Aleppo alla popolazione di Gaza.

Noi siamo tutt’uno, come una è la nostra lotta e uno il nostro nemico”. Allo stesso tempo c’è stata una fiaccolata ad Aleppo per Gaza, mentre dei bambini manifestavano in massa nella città di Qaboun in solidarietà con la Palestina. Ci sono state egualmente delle manifestazioni di sostegno a Gaza nel campo palestinese di Yarmuk. Sull’altopiano del Golan occupato da Israele, dei manifestati a sostegno della rivoluzione siriana hanno denunciato l’attacco militare dell’esercito di occupazione israeliano su Gaza con dei cartelloni che chiedevano la fine del massacro in Siria e a Gaza.

In Egitto si sono svolte delle manifestazioni al Cairo per denunciare l’aggressione israeliana, ma anche per condannare la collaborazione del regime con Israele e chiedere l’apertura del punto di attraversamento di Rafah. Il regime di Sisi, che dopo l’estate scorsa ha perseguito e imprigionato alcuni rifugiati palestinesi in Egitto usando una massiccia campagna mediatica contro di essi, rifiuta l’apertura del passaggio di Rafah. Egli partecipa da quel momento all’assedio di Gaza, impedisce la fuga dei Palestinesi colpiti dai bombardamenti e l’entrata dei convogli umanitari che trasportano i medicinali e dei convogli egiziani e internazionali di solidarietà con la striscia di Gaza. L’esercito ha bloccato i convogli che volevano recarsi a Gaza.

 

Contro tutti i regimi autoritari

Il problema della liberazione della Palestina è intimamente legata alle rivoluzioni popolari della regione. Per queste ragioni occorre sostenere coloro che lottano per la caduta dei regimi autoritari, complici della sofferenza del popolo palestinese per la collaborazione diretta o indiretta con lo stato di Israele. I regimi autoritari della regioni hanno tutti cercato di sopprimere o controllare il movimento nazionale di liberazione palestinese.

In questo quadro, il regime di Assad ha una storia di repressione contro la resistenza palestinese che è cominciata negli anni 1970 e 1980 in Siria e nello stesso periodo mentre interveniva in Libano. Ma soprattutto, dopo l’inizio della rivoluzione in Siria nel 2011, il regime ha assassinato più di 2000 palestinesi, che nella loro gran maggioranza hanno sostenuto la rivolta, senza dimenticare la distruzione e il blocco imposto per più di un anno al campo dei rifugiati palestinesi di Yarmuk, così come in altri campi. Non vi è differenza tra la morte dei Palestinesi a Gaza o in Siria, nei due casi c’è la volontà di colpire la lotta per la libertà e la dignità.

 

Per la liberazione dei popoli della regione

Bisogna capire e ricordare costantemente che la liberazione della Palestina passa in effetti liberazione dei popolazione della regione, e pertanto da Damasco, Ryiad, Doha, Teheran, Il Cairo, Amman, … . Come scriveva un manifestante siriano a favore della rivoluzione sull’altopiano del Golan occupato da Israele: “la libertà, un destino comune per Gaza, Yarmuk e il Golan”.

La liberazione della Palestina e delle sue classi popolari è legata alla liberazione e all’emancipazione delle classe popolari della regioni contro le loro classi dirigenti, così come contro i diversi imperialismi, in particolare quello degli Stati Uniti e della Russia, e le forze sub-imperialisti come l’Iran, l’Arabia Saudita, la Turchia e il Qatar.

Secondo questa logica, dobbiamo batterci contro tutti i tentativi di divisione perpetrati da quelle classi popolari attuato dai regimi e da quelle forze islamiste reazionarie sulla base del genere, dell’appartenenza religiosa, la nazionalit, ecc…, che cercano di dominare queste popolazioni, di impedire la loro liberazione e la loro emancipazione, e dunque quelle delle classi popolari della Palestina.