Si sono concluse nelle scorse settimane le trattative per il rinnovo del CCL dei lavorati delle FFS. Dai comunicati stampa si apprende che FFS e le organizzazioni sindacali – con capofila il SEV – sono soddisfatte del risultato raggiunto.
Vale in primo luogo la pena ricordare che questo CCL è il più importante di tutto il settore ferroviario. Esso coinvolge oltre 26’000 salariate e salariati occupati dal gruppo FFS (compreso il settore Cargo) ed ha delle evidenti conseguenze sulle condizioni di lavoro del rimanente personale ferroviario occupato o da aziende legate a FFS, quali ad esempio la TiLo, o aziende concorrenti, quali ad esempio BLS.
Non meno importante, visto il contenuto dell’accordo, ricordare che questo CCL e questi lavoratori sono sottoposti al diritti pubblico e non al diritto privato. Una delle principali differenze tra il diritto pubblico e diritto privato era ed è il fatto che il personale pubblico ha diritto a contestare davanti ad un tribunale amministrativo (e non civile) eventuali pretese o rivendicazioni derivanti dal contratto di lavoro; inoltre, almeno fino ad oggi, un licenziamento ingiustificato dava diritto al reintegro sul proprio posto di lavoro. Una differenza, sia nella sostanza che nella forma, fondamentale in un paese come la Svizzera dove il diritto del padrone di licenziare è sacrosanto, senza pote essere messo in discussione da nessun contratto collettivo di lavoro.
Inoltre, le FFS ed il potere politico, alla fine degli anni novanta avevano dovuto accordare alle direzioni sindacali l’introduzione diuna sorta di divieto di licenziamento dalle FFS per ragioni economiche. In contropartita le direzioni sindacali avevano accetto la soppressione dello statuto del funzionario e la rinuncia a contestare le innumerevoli ristrutturazioni e le migliaia di soppressioni di posti di lavoro; di fatto avevano così permesso la preparazione per una messa sul mercato – dunque una privatizzazione – dei settori redditizi. Una privatizzazione non per domani ma a medio termine.
Il rinnovo contrattuale concluso alcune settimane fa permette alle FFS di fare grandi passi in avanti in questa prospettiva. Lo slogan che le FFS si sono date per queste trattative è stato ” Rendere le FFS una normale azienda, avvicinare le condizioni d’impiego delle FFS a quelle del diritto privato”. Per rendersi conto che si è trattato di molto di più di un semplice slogan è sufficiente analizzare le principali tematiche che sono state oggetto di trattativa.
Pochi aspetti positivi
Gli aspetti positivi non sono molti e non compensano sicuramente le grandi concessioni fatte. Le indennità per il lavoro nei giorni festivi verrà aumentato da circa fr. 10-12 a fr. 16 l’ora, vale a dire circa fr. 48 per ogni giorno festivo lavorato. Aumenteranno inoltre i giorni per congedo paternità, da 5 a 10 giorni ed il congedo maternità, da 16 settimane a 18 settimane.Tutto qui.
Caduti nella trappola della divisione tra figure professionali
Con questo rinnovo contrattuale le FFS sono riuscite a far dei passi in avanti nella divisione tra le diverse figure professionali. Dal prossimo mese di gennaio 2015 il personale amministrativo non sarà più sottoposto alla legge sulla durata del tempo di lavoro ma alla Legge sul lavoro. Inoltre sono stati introdotti 3 sistemi di finanziamento di forme di “pre-pensionamento”, in parte obbligatori ed in parte facoltativi. Evidentemente il principio di avere dei pre-pensionamenti è di per sé positivo; non è però ancora scontato che quanto contrattato possa effettivamente permettere ai ferrovieri di anticipare realmente la data della loro pensione. Negli ultimi anni il livello pensionistico dei ferrovieri è stato drammaticamente ridotto per avvicinarsi sempre di più al minimo legale. E per il futuro la situazione è alquanto incerta.
Caduto il tabù del divieto di licenziamento economico… e del reintegro in caso di licenziamento abusivo
Fino ad oggi il CCL vietava il licenziamento per ragioni economiche, permetteva il reintegro in caso di licenziamento abusivo e definiva in modo chiaro quali erano i motivi per i quali un licenziamento era ammesso (elenco esaustivo). Con il rinnovo si è introdotta la possibilità di licenziare per ragioni economiche il personale con meno di 4 anni d’anzianità. Alle FFS il tasso annuo d’assunzioni è dell’8%. Dunque poco meno di 1/3 delle 26’000 persone occupate dalle FFS dal prossimo 1° gennaio 2015 non saranno più tutelate contro i licenziamenti per ragioni economiche.
Per i rimanenti 2/3 del personale rimane il divieto di licenziamento per ragioni economiche, ma anch’essi sono chiamati alla cassa. In caso di soppressione del proprio posto continueranno ad aver diritto ad un nuovo orientamento professionale (NOP), vedranno però ridurre il proprio stipendio fino all’80% e dovranno accettare posti di lavoro distanti anche fino a 2 ore dal precedente posto.
Leggiamo nel comunicato congiunto: “Le parti hanno inoltre concordato di riprendere i principi della revisione della legge sul personale federale, che avvicina le condizioni di impiego delle FFS a quelle previste dal diritto privato. In particolare viene a cadere … l’obbligo di reintegrazione del dipendente il cui licenziamento è stato giudicato abusivo dal tribunale” Si tratta di una grossissima concessione che alimenterà e moltiplicherà alla massima potenza la paura e l’insicurezza tra il personale. D’ora in avanti qualsiasi ferroviere saprà d’essere in balia del volere del proprio superiore che potrà, come avviene nel settore privato, decidere di concludere il suo rapporto di lavoro con le FFS. Anche se un domani un tribunale dovesse riconoscere che il licenziamento subito è da considerare abusivo egli non riavrà più il suo posto di lavoro.
Personale temporaneo: uno specchietto per le allodole
D’ora in avanti, dopo 4 anni di lavoro interninale alle FFS tramite un’agenzia di collocamento, questo lavoratore potrà ricevere una proposta per un impiego fisso. Dovrà però superare degli esami e dei test. Il personale occupato nella pulizia dei vagoni (Rail Clean), così come i professionisti IT, gli ingegneri sono però esclusi da questa regola. Escluse tutte queste figure professionali è difficile capire chi potrà essere coinvolto…
Stesso discorso per la seconda novità introdotta in tema personale temporaneo: la quota massima di personale temporaneo non potrà superare il 4%. Questa quota è fissata a livello di gruppo e non a livello di singole realtà produttive. Ciò significa che alle FFS non potranno complessivamente lavorare più di circa 1000 lavoratori temporanei. Questa quota non si articolerà però a livello di singole entità. La conseguenza sarà che alle Officine FFS di Bellinzona, ad esempio, la direzione potrà continuare ad occupare 70-80 temporanei, pari a circa il 18% del personale fisso, senza infrangere nessuna regola. Non ancora contente le FFS hanno pure ottenuto che il personale occupato nella pulizia dei vagoni (Rail Clean), i professionisti dell’informatica, gli ingeneri sia pure escluso da questo 4%.
E, infine, il salario
Nel corso del precedente rinnovo contrattuale era stato introdotto il famigerato sistema salariale ToCo. In poche parole con il sistema salariale ToCo i salari minimi e massimi delle diverse categorie salariali furono ridotte drasticamente. Il risultato fu duplice: una riduzione della massa salariale grazie a dei salari per le nuove assunzioni più bassi, una divisione del salario tra salario e garanzia salariale (1) per chi già era alle dipendenze delle FFS. Lo scopo delle FFS era di creare una situazione di insicurezza salariale attorno alle garanzie salariali (che possono anche raggiungere il 20% del salario). All’inizio le FFS avevano negato quest’intenzione. Ora con questo rinnovo la maschera è caduta; come indicato nel comunicato congiunto “La garanzia salariale 2011 continua ad essere valida e legata alla durata del nuovo contratto”. Dunque, alla scadenza del CCL nel 2019, le FFS avranno già in partenza un elemento di pressione da usare a loro favore.
Ebbene si, le FFS hanno utilizzato questa scadenza contrattuale per “Rendere le FFS una normale azienda, avvicinare le condizioni d’impiego delle FFS a quelle del diritto privato”. Il tutto nel quadro di un abbraccio mortale, per i lavoratori, con le direzioni sindacali: “Le FFS e le parti sociali concordano che le FFS, come qualsiasi altra azienda, devono produrre nel modo più efficiente possibile”.