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nataleIn temp da guera ghè püsee bal che tera. È con questa colorita espressione che in alcune regioni del nostro cantone, di fronte ad esagerazioni o a promesse che difficilmente potranno essere mantenute, si è soliti stigmatizzare chi le ha fatte.

Ed è proprio a questa espressione che è andato il nostro pensiero di fronte alla manna che l’Ente Ospedaliero Cantone (EOC) sembra voler lanciare sul Ticino nei prossimi 15 anni attraverso la costruzione di un nuovo ospedale a Bellinzona, di un quasi totale rifacimento di quello di Lugano, con l’ampliamento (già deciso) di quello di Mendrisio e con la costituzione (costruzione anche qui se facciamo fede ad una dichiarazione di qualche mese fa del suo direttore) di un unico e nuovo ospedale a Locarno. E non è finita qui, anche se (perché la cosa non ci sorprende?) nella sua presentazione di questa strategia edilizia l’EOC si è dimenticato di ricordare che ha già concluso un accordo con il gruppo Genolier per costruire, nell’ambito della nuova pianificazione, un nuovo ospedale a Sorengo (evidentemente sul terreno del St.Anna) che dovrebbe ospitare quasi metà dei parti effettuati ogni anno in Ticino (il famoso centro donna, madre, bambino).
Difficile non pensare che questa batteria di promesse di strutture nuove di zecca non abbia come obiettivo principale di nascondere quello che sta avvenendo nell’ambito della pianificazione ospedaliera: e cioè un processo di concentrazione e razionamento dell’offerta ospedaliera ed un’ ulteriore apertura al settore privato già fortemente radicato nel nostro cantone, con una presenza percentualmente più che doppia rispetto alla media riscontrata nel resto della Svizzera.
Perché nella sua presentazione delle future strutture ospedaliere l’EOC si è ben guardato dallo spiegare nel dettaglio cosa succederà con tutte quelle questioni che sono oggetto del dibattito sulla pianificazione ospedaliera, facendo finta (ed in malafede) di non essere coinvolto, poiché spetterebbe alla “politica” discutere di queste cose.
Per dimostrare quanto queste parole siano bugiarde basterà ricordare che in un recente dibattito pubblico il direttore dell’EOC, Giorgio Pellanda, ha rivendicato addirittura la redazione del nuovo articolo 4 del progetto di revisione della legge sull’EOC (parte integrante del messaggio sulla pianificazione). L’attuale articolo 4 della legge recita: ” L’EOC gestisce gli ospedali regionali di Bellinzona, Locarno, Lugano e Mendrisio e gli ospedali di zona di Blenio, Leventina e Vallemaggia”. Nel nuovo progetto di LEOC, discusso, come detto, congiuntamente con il progetto di pianificazione, lo stesso art. 4 viene così formulato: ” L’EOC gestisce le strutture sanitarie garantendo una copertura adeguata in tutte le regioni “. Ora, non sfuggiranno a nessuno le differenze. In particolare a nessuno sfuggirà che gli ospedali facenti parte dell’EOC non risultano più menzionati (né per la loro ubicazione, né per il loro carattere “regionale” o di “zona”). D’altronde, con il nuovo progetto di legge, le attuali strutture ospedaliere non vengono più menzionate in nessun articolo di legge.
L’Ente, quindi, mente entrando in un gioco delle parti con il governo che, – lo ricordiamo ha proposto in modo unanime il nuovo progetto di pianificazione ospedaliera – fa finta di assecondare le giuste proteste che in questi mesi sono venuti da più parti e l’Ente che, mostrando una poco credibile autonomia, promette nuove strutture per far dimenticare, anch’esso, le cattive proposte contenute nel progetto di pianificazione.
Il gioco ci appare assai chiaro: sollevare una cortina fumogena (di cui partecipa, forse involontariamente, anche la recentissima decisione relativa alla creazione del master di medicina) che faccia dimenticare quello che si va tramando alle spalle dei ticinesi.
Volete un’ulteriore conferma? Pochi giorni fa su tutti i giornali si è potuto leggere che il gruppo che sta studiando il futuro dell’ospedale di Acquarossa (vi partecipano i pezzi grossi di tutti i partiti di valle) sta avanzando nella prospettiva di costruire un nuovo ospedale. Un ospedale che conterebbe 60 posti letto: divisi tra un istituto di cura ed una casa per anziani. Precisa, il gruppo, che non vi sarà nessun letto acuto di medicina e che, bontà loro, vi potranno essere anche i locali per un futuro picchetto medico d’urgenza.
Costoro, i politici di valle, hanno già sotterrato le richieste che migliaia di cittadini e cittadine della Valle di Blenio hanno sottoscritto firmando le due petizioni (quella dell’MPS e quella dei comuni della Valle) che chiedevano il mantenimento di un reparto di medicina, il pronto soccorso ed il reparto di geriatria.
E pensare che alcuni di quelli che fanno parte di questo gruppo di lavoro hanno invitato la popolazione a firmare la petizione.
Un invito dunque a tutti coloro che si oppongono a questo progetto di pianificazione: non facciamoci abbagliare da promesse che hanno il solo obiettivo di farci dimenticare la posta in gioco. Sappiamo che il tempo, siamo ormai in piena campagna elettorale, è favorevole a queste sparate: come dicevamo all’inizio, in tem da guera ghè püsee bal che tera…

 

*articolo pubblicato su La Regione