Secondo Landini l’ex segretario Cgil Sergio Cofferati potrebbe essere lo Tsipras italiano, quello che servirebbe cioè a rimettere in piedi la sinistra in questo paese. Ci permettiamo di dissentire totalmente da questa opinione. È un po’ poco aver abbandonato il PD per i brogli delle primarie liguri per meritarsi la leadership di una nuova sinistra.
La memoria non dovrebbe mai abbandonarci, anche quando tutto intorno sembra il deserto e ci si aggrappa a ogni fuscello pur di non farsi trascinare via dalla corrente impetuosa.
Sergio Cofferati, non è stato un buon sindacalista ed è stato un pessimo sindaco per Bologna. Il “cofferatismo”, nato dall’unica vera cosa importante fatta dal cinese, la manifestazione del 23 marzo 2002 che sconfisse Berlusconi sull’art.18, crollò miseramente quando lo stesso nel 2003 si schierò contro il referendum che chiedeva l’estensione delle tutele dal licenziamento anche ai lavoratori delle piccole imprese, mentre la Fiom, i Cobas e l’insieme della sinistra radicale erano impegnati nei comitati locali a sostegno del quesito referendario. Tuttavia fu a Bologna che Cofferati diede il peggio di sé, dimostrando arroganza, autoritarismo e razzismo nel governo della città. Il sindaco sceriffo inaugurò la stagione delle ruspe contro i campi Rom mentre con la stessa tenacia distruggeva una dopo l’altra le aspettative di chi aveva lavorato alla sua elezione.
Cofferati è quello dell’applicazione del sistema di moderazione salariale e di una concertazione che in pochi anni ha distrutto salari e diritti. Da segretario generale della Cgil concordò la legge Dini nel 1995 sulle pensioni da lavoro, la prima vera controriforma che ha cancellato il sistema previdenziale pubblico solidale aprendo la strada alle successive riforme. Ci sono pertanto oscure le ragioni per cui Cofferati sarebbe la risposta italiana alla lotta contro la Troika, l’austerità.
L’ex segretario Cgil rompe con il PD non sulle sue politiche sociali, non sulla liquidazione dello statuto dei diritti dei lavoratori, non sulla cancellazione delle pensioni che la Fornero ha fatto con i voti decisivi del partito democratico.
È perciò troppo tardiva la sua rottura con il PD, semmai avesse mai avuto un senso aderire a quel progetto politico, e tutta peraltro su un fatto personale. Questa perenne ricerca di un papa straniero per ridare fiato alla scomparsa sinistra istituzionale e politica dimostra l’assenza di un processo sociale, di una resistenza di massa alle politiche del governo in questo paese.
Prima di incoronare uno Tsipras per l’italia è necessario mettere in campo le lotte che in Grecia sono state fatte in questi anni. Anzi, se potessimo dare un consiglio a Tsipras gli diremmo non fare mai come Cofferati.
Parte rilevante dei gruppi dirigenti della sinistra politica e sociale è responsabile del disastro che si sta riversando sulla condizione delle classi popolari, è parte del problema, perché per lungo tempo questi gruppi dirigenti hanno vissuto da protagonisti anni in cui si costruiva un pezzo alla volta il regime attuale.
Renzi è figlio di Cofferati non il suo antagonista.