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97A6276F72FDC33856370ADC4786ED9CPubblichiamo l’intervista a Panagiotis Lafazanis, deputato di Syriza, nonché uno dei due leader del gruppo parlamentare della formazione della sinistra radicale greca. Lafazanis è il principale portavoce della “tendenza di sinistra” di Syriza,che raccoglie Dea – La Sinistra Operaia Internazionalista – e Kokkino, che si è fuso di recente. Queste forze sono raggruppate nella “piattaforma di sinistra” che, all’ultimo congresso di Syriza, rappresentava circa il 35% dei delegati.

L’intervista pubblicata da A l’encontre è uscita il 17 dicembre 2014 nel bimestrale di Dea, La Sinistra operaia, poco prima cioè che il presidente Karolos Papulias, che doveva essere sostituito dal candidato di Samaras, l’ex commissiorio europeo Stavros Simas, non è riuscito a raggiungere i 180 voti necessari, dopo tre successive votazioni dei parlamentari; ora quindi si dovrà andare a nuove elezioni politiche il prossimo 25 gennaio. (ndr)

 

Il governo di Samaras sembra naufragare. Quali fattori, secondo te, hanno accelerato questi sviluppi?
Panagiotis Lafazanis– Effettivamente, il governo di Antonis Samaras si sta accasciando, agli occhi di un vasto settore della popolazione che manifesta grande riprovazione e percepisce il progressivo naufragio. La ragione principale di questo tracollo governativo sta nel fatto che la popolazione ritiene che la politica neoliberista dell’austerità (i Memoranda) sia disastrosa, che si risolva in un vero e proprio saccheggio del paese e che la deregolamentazione in ogni campo non sia solo brutale ma porti ad un vicolo cieco. Questa politica va avanti senza esitazione né indulgenza ad opera del governo che si è scontrato con una considerevole resistenza popolare, anche se questa non ha raggiunto il livello né l’ampiezza richieste dalle circostanze.
Le ultime decisioni del governo per accelerare le procedure dell’elezione del presidente da parte del parlamento sono state prese sotto l’impatto di queste politiche che Samaras è costretto a continuare a portare avanti, di fronte alla reazione popolare e sotto la pressione politica della Coalizione della sinistra radicale (Syriza).Tutto sta a indicare che il paese si stia dirigendo a breve scadenza verso le elezioni [v. nota 1].
Va tuttavia messo in rilievo che la caduta del governo, nonostante la disapprovazione popolare, non sarà automatica. Di concerto con i poteri dominanti nazionali e stranieri (che traducono le scelte del capitale, quello finanziario incluso), il governo si è impegnato in un’operazione senza precedenti per provocare panico, allarmismo e una sorta di ricatto terroristico.
In questa operazione, la sinistra deve rispondere con un ampio e animato contrattacco politico e programmatico: deve essere radicale. È il solo modo per ottenere una grande vittoria.

 

Quali temi politici e programmatici dovrebbe porre in risalto Syriza di fronte a questa situazione?
Syriza deve raccogliere le proprie forze politiche ed avanzare le sue proposte programmatiche per essere all’altezza delle sfide ormai vicinissime.
• La prima cosa che ci serve è accentuare la volontà di cambiamento tra gli strati sociali colpiti dalla crisi e mobilitarli tenendo conto della loro diversità (per effetto della brutalità della crisi).
• Il secondo elemento consiste in un discorso politico e programmatico chiaro e radicale. La cosa più importante – ed è quello per cui ci siamo impegnati – deve essere il rifiuto diretto da parte del paese delle richieste della Troika, l’immediato annullamento dei Memoranda e delle leggi che ne sono derivate.
• A ciò va aggiunto il rifiuto del debito. Al tempo stesso – ed è un’esigenza fondamentale per la transizione che si apre da subito – le banche devono diventare di proprietà pubblica ed essere poste sotto controllo sociale, al fine di applicare una nuova politica finanziaria e monetaria, stabilita in base ai criteri esclusivi dello sviluppo e della risposta ai bisogni sociali.
• In questo quadro, dobbiamo bloccare immediatamente le privatizzazioni e stabilire la proprietà pubblica, da sottoporre al controllo collettivo dei lavoratori e, questo, in tutti i settori strategici dell’economia. È la condizione per cui il paese possa orientarsi verso un modello economico diverso e progressista.
• La priorità dovrà essere inoltre – insieme all’annullamento dell’austerità – il pieno ristabilimento della libera contrattazione collettiva da parte dei lavoratori e dei sindacati e, naturalmente, il ristabilimento della tredicesima mensilità per i pensionati nonché la reintroduzione del salario minimo di 750 euro [norma presente prima dell’austerità], il tutto nel quadro di un progressivo aumento di salari e pensioni.
• Il nostro obiettivo, infine, deve essere quello di sostenere, rafforzare e garantire il sistema scolastico e sanitario pubblici. Questo deve andare insieme al coraggioso incremento e alla rielaborazione di un programma di investimenti pubblici.

 

E il problema delle alleanze politiche?
Le alleanze accettabili per Syriza devono collocarsi a sinistra. Sarebbe un errore storico se, nella situazione critica unica che stiamo vivendo, le forze della sinistra [il partito comunista – KKE – molto settario e la coalizione della sinistra anticapitalista: Antarsya], nonché la forza dominante, Syriza, si presentassero in maniera frammentata e, come a volte, in modalità di forte contrapposizione.
Questa volta si potrebbe decidere un largo fronte di sinistra sulla base di un programma del tipo di quello sopra accennato. Si tratta di elementi programmatici, a partire dai quali va espressa da parte di tutte le forze di sinistra la volontà di applicare fino in fondo il programma, indipendentemente da tentativi di deviarlo, e di estenderlo.
In ogni caso, una collaborazione affidabile della sinistra va costruita subito dopo le elezioni, nel contesto post-elettorale in cui Syriza sarà la principale forza politica parlamentare. Questa collaborazione va realizzata, indipendentemente dal fatto che Syriza ottenga da sola la maggioranza parlamentare.
Al di là di questo obiettivo, Syriza sarà aperta alla collaborazione con persone e gruppi che non provengono dal campo della sinistra sopra indicato. Questo, però, a condizione che non abbiano responsabilità nella promulgazione e introduzione di politiche neoliberiste o dei Memoranda. E che dimostrino la propria onestà, affidabilità e soprattutto seguano un orientamento di sinistra, una radicalizzazione e una presenza militante.

 

I nostri avversari sembrano speculare sullo scenario della “parentesi di sinistra”, vale a dire sulla presenza molto transitoria di un governo della sinistra. Come possiamo affrontare questo problema? Che ruolo possiamo assegnare alla dinamica democratica?
In effetti, lo scenario “parentesi di sinistra” è molto diffuso. Tuttavia, Syriza può, e ne ha tutte le potenzialità, mettere sotto scacco questo scenario disfattista.
Syriza e un governo realmente di sinistra non saranno una semplice parentesi se sono decisi, nel quadro delle alleanze indicate, a promuovere e ad applicare il loro programma, basandosi sempre sulla volontà e sulle lotte del popolo greco, elemento decisivo in qualunque circostanza. Una “parentesi” contraria può essere attivamente voluta in seguito a interventi e a piani volti ad infrangere uno sviluppo progressista, cosa che sta a indicare forze della reazione interna ed estera.
Questi piani possono essere infranti dalla volontà del popolo, dalle lotte della classe operaia e della base popolare, con una sinistra unita e decisa che sia in grado di guidare efficacemente un indirizzo che diventi egemone e di garantire, al di là delle difficoltà, lo sviluppo progressista del paese, in una prospettiva socialista.

 

I mercati internazionali finora sembrano invincibili. Quali messaggi politici può inviare all’Europa la sinistra greca? Come lo può fare nel modo più efficace?
I mercati, cioè i partiti del capitale finanziario, tramite le forze interne e l’imperialismo europeo unificato intorno all’euro, tentano di imporre al popolo greco un’aperta dittatura terroristica.
Il loro scopo iniziale è quello di annullare il percorso verso le elezioni [che sembra star fallendo], poi di imporre la “linea di unità nazionale” come unica soluzione per rispondere alle “urgenze” che gli stessi mercati hanno determinato. Nel peggiore dei casi, vogliono spingere e far sì che Syriza si adegui alla loro scelta disastrosa.
Ma i suddetti mercati non sono onnipotenti. Possiamo far fallire i loro piani. Possiamo riuscirvi dimostrando una volontà più forte e indomabile nell’opporci ai loro progetti e presentare contro di essi, qui ed ora, un ampio fronte di lotta sorretto da una classe operaia unita, dalle masse popolari, dalle strutture di base (quartieri, fabbriche…); possiamo avanzare un nuovo corso progressista e un’autentica soluzione di ricambio in termini di programma, con obiettivi concretissimi e condivisi.
È questo il nostro grande compito nell’attuale situazione, ed è il test cui dovranno sottoporsi tutte le forze di sinistra, insieme alla concreta solidarietà delle varie forze della sinistra europea e internazionale.

 

*Panagiotis Lafazanisè deputato di Syriza ed è uno dei due leader del gruppo parlamentare di Syriza. Fa parte della “tendenza di sinistra” e ne è il principale portavoce. La “tendenza di sinistra” fa parte, con la Rete Network (che raccoglie Dea – La Sinistra Operaia Internazionalista – e Kokkino, che si è fuso di recente), della cosiddetta “piattaforma di sinistra” che, all’ultimo Congresso di Syriza, rappresentava circa il 35% dei delegati.