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matteoDa quattro anni l’MPS è presente in Gran Consiglio con Matteo Pronzini (eletto su una lista MPS-PC). In questi anni ha sistematicamente presentato e difeso un punto di vista di netta e chiara opposizione alla politica condotta dal governo e dai partiti che lo sostengono in Parlamento.

Ne ha contestato la politica economica e finanziaria (votando sistematicamente contro preventivi e consuntivi); la politica in materia di lotta al dumping salariale e sociale (unico deputato a criticare il moltiplicarsi di contratti normali a 3’000 franchi mensili, vera e propria politica di dumping promossa dal cantone); la politica in materia di legislazione sul lavoro (basti ricordare l’instancabile campagna di denuncia dell’illegalità nella quale si lavora al FoxTown ogni domenica); la politica sanitaria (sia per i tagli alle strutture ospedaliere – tagli finanziamenti ai pronto soccorso – sia per il progetto di pianificazione ospedaliera); la politica fiscale (ha proposto, con un’iniziativa, l’abolizione dell’assurdo privilegio della tassazione globale); la politica con la quale viene gestita BancaStato (è stato il nostro deputato a sollevare gli interrogativi legati alla partenza del direttore Barbuscia e alla gestione di BancaStato); la politica sociale opponendosi alla deriva xenofoba della quasi totalità del Gran Consiglio (aumento delle imposte ai frontalieri, sostegno alle politiche della preferenza cantonale). E la lista potrebbe continuare.
È stata, diciamolo chiaramente, l’unica voce realmente di opposizione, di sinistra e anticapitalista.
Naturalmente non ci facciamo illusioni di poter spostare le cose in Parlamento. Sappiamo che le decisioni fondamentali non vengono prese né dai partiti politici o dai governi che essi formano, men che meno dagli organi cosiddetti rappresentativi come i parlamenti (a tutti i livelli). Sono oggi delle strutture assolutamente non democratiche, che nessuno controlla ed elegge, a prendere le decisioni più importanti, quelle che più influenzano la vita di tutti noi: le banche centrali, i ministri delle finanze, i dirigenti delle grandi banche, ecc. : partiti, parlamenti e governi non fanno che adeguarsi e rappresentare tali interessi. Così avviene in tutta Europa, così avviene nel nostro paese.
La nostra convinzione e la nostra visione della politica è diversa. Noi pensiamo che solo l’azione, la mobilitazione dei salariati e dei cittadini può modificare le cose, dalle piccole a quelle più grandi. Non è forse vero, ad esempio, che la mobilitazione dei lavoratori delle Officine, con il sostegno altrettanto attivo della popolazione ticinese, ha piegato il Consiglio Federale pertanto convinto sostenitore delle FFS nella loro determinazione a chiudere le Officine di Bellinzona? Solo su questa strada, si potranno difendere posti di lavoro, condizioni di lavoro, opporsi al dumping salariale e sociale.
È quanto abbiamo cercato di fare anche in questi ultimi anni. Pensiamo, ad esempio, alla battaglia che abbiamo condotto (per mesi da soli) contro il progetto di nuova pianificazione ospedaliera. Abbiamo lanciato un’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali” nel maggio 2013. Poi, l’abbiamo contrapposta al progetto di pianificazione, con una campagna sul territorio: abbiamo organizzato assemblee, dibattiti, una petizione che ha raccolto migliaia di firme, alcuni presidi davanti agli ospedali, la distribuzione di volantini al personale dell’EOC, ecc. È questa campagna che ha obbligato gli altri partiti a farsi carico delle critiche che abbiamo avanzato nei confronti del progetto di pianificazione, un progetto tutto orientato verso una logica privatistica e di mercato, tesa a ridurre quantità e qualità delle prestazioni nel settore sanitario pubblico.
E allora, perché partecipare alle elezioni? Prima di tutto per presentare le nostre idee, le nostre proposte, approfittando di un momento di maggiore interesse per la politica; dall’altro perché una presenza in Parlamento ci permette di farle conoscere ad un numero immensamente maggiore di persone. Quante volte le nostre proposte, le nostre attività, le nostre prese di posizione vengono boicottate dalla stampa solo perché non abbiamo una presenza istituzionale?
Infine, in questi anni, abbiamo cercato di diffondere l’idea (e di realizzare ogni volta che è stato possibile) della necessità una politica di sinistra, anticapitalista e di opposizione al governo ed ai suoi partiti. Una posizione che è giusto possa esprimersi anche al momento delle elezioni. Il voto per la lista alla quale partecipa l’MPS sarà l’occasione per esprimere questo orientamento in modo chiaro.
Per poter dar corpo a questa lista abbiamo bisogno di tutti coloro che seguono con simpatia, spesso partecipando alle nostre attività. Chiediamo quindi a tutti, lettori e lettrici, simpatizzanti di manifestarsi per sostenere la nostra lista e partecipare attivamente a questa campagna.