Lo storico risultato del 25 gennaio significa che il popolo greco ha dato mandato a SYRIZA di abolire l’austerità. Cioè quella politica che ha portato al crollo dei salari e delle pensioni, ad una politica fiscale espropriatrice nei confronti dei poveri, alla distruzione del sistema sanitario, delle “assicurazioni sociali” (già fragili) e del sistema educativo, all’aumento della disoccupazione, ad una recessione brutale e ampia [diminuzione del PIL del 22% dal 2010 al 2014], ad un’emigrazione massiccia dei settori più qualificati della popolazione attiva e, infine, ad una razzia senza precedenti della ricchezza pubblica.
Contemporaneamente, il popolo ha chiesto di abolire tutti gli strumenti approntati per imporre l’austerità: gli attacchi alla democrazia ed ai diritti, l’istituzione dell’autoritarismo, lo Stato poliziesco, il dominio dell’arbitrio del sistema giuridico contro il mondo del lavoro, contro il diritto di sciopero [precettazione dei salariati in alcuni settori come la metropolitana, l’insegnamento, etc.].
Le prime dichiarazioni di molti nuovi ministri di questo governo hanno sottolineato la necessità di porre fine a queste politiche. Sono dichiarazioni in perfetta sintonia con l programma di Salonicco (1): reintrodurre un salario minimo a 751 euro [in vigore nel 2009 prima del memorandum], così come la contrattazione collettiva, riassumere i bidelli delle scuole messi in aspettativa, così come le lavoratrici del settore delle pulizie di alcuni ministeri, ripristinare la tredicesima per i pensionati che percepiscono meno di 700 euro mensili, porre fine ad ulteriori privatizzazioni, disarmare la polizia durante le manifestazioni, proteggere i diritti dei migranti e riconoscere la nazionalità greca ai bambini nati o scolarizzati nel paese. Le dichiarazioni di questi ministri hanno quindi creato molte attese nelle grandi masse popolari, anche in quelle che non avevano votato SYRIZA [in occasione della presentazione programmatica, l’8 febbraio 2015, Alexis Tsipras ha confermato in grandi linee il programma di Salonicco; questo articolo è stato pubblicato sei giorni prima].
Alcune reazioni
Ma l’abolizione dell’austerità è una politica in netta contraddizione con gli interessi della classe dirigente, che ne ha approfittato negli anni dei memorandum [dal 2010 in poi]
Così, malgrado le lacerazioni interne ai loro partiti [in particolare Nuova Democrazia e Pasok] a causa della loro sconfitta, la destra e le altre forze pro memorandum hanno contestato immediatamente il ministro degli “interni”; ed è stato proprio Kyriakos Mitsotakis (2) ad affermare che i nuovi capi dei ministeri chiave hanno “idee pericolose per quanto riguarda le privatizzazioni”!
Anche i tardivi “sostenitori critici” del governo, esponenti dalla classe dirigente, hanno criticato pesantemente il ministro “degli interni”. Il capo redattore dell’influente ToVima, Stavros Psycharis, nell’edizione del 1° febbraio 2015, mette in guardia Tsipras o si congratula con a seconda che esso “prenda le distanze” o meno dalle dichiarazioni radicali dei suoi ministri. Ecco cosa scrive:” Sono passate solamente 24 ore dal giuramento del nuovo Consiglio dei ministri e i suoi componenti hanno già iniziato a fare dichiarazioni a proposito della realizzazione di una politica radicale – secondo loro. C’è voluto un impegno immediato ed un intervento decisivo di Tsipras per attenuare queste dichiarazioni ministeriali che hanno provocato la caduta della borsa. La lista delle opinioni irrealistiche di alcuni dirigenti di Syriza riguardano, ad esempio, gli investimenti della Cina in Grecia…” [Tra l’altro l’interruzione della seconda fase della privatizzazione del porto del Pireo].
Probabilmente non è un caso se ultimamente le prime dichiarazioni su queste “opzioni irrealistiche” sono state “modulate” . E’ stata relativizzata, ad esempio, “la priorità del governo relativa alla reintroduzione immediatamente di un salario minimo di 751 euro. Anche il progetto di riesaminare tutte le privatizzazioni (dichiarazioni esplicite di M.Varaufakis) è stato rivisto. Le nostre preoccupazioni per quanto riguarda il fatto di non rimettere in causa le privatizzazioni non ha solamente basi ideologiche. Esse si fondano su fatti materiali concreti. Ad esempio, non è possibile salvare il sistema pensionistico, che sta affondando rapidamente, senza disporre delle enormi risorse (e dunque della proprietà) dell’OPAP (Organizzazione della Lotteria Nazionale). Questa istituzione è stato venduta per un piatto di lenticchie ad amici locali e stranieri di Samaras. O ancora: non è possibile realizzare una politica a favore della popolazione senza il controllo totale di Dimosia Epichirisi Illektrismou (la società elettrica pubbilca).
I Carburanti
Qunado si conduce una guerra sono comprensibili tutti i tipi di alleanze: con Obama contro Merkel, con Hollande e Renzi contro Schäuble, con Schulz e Lagarde contro gli oligarchi greci. Ma il combustibule nucleare di cui dispone SYRIZA è tutt’altra cosa:
– Prima di tutto è il vento di speranza che smuove tutti i popoli dell’Europa e l’impatto politico che dà alla sinistra in Spagna, in Irlanda, in Francia, in Inghilterra e persino in Germania e inTurchia.
– In secondo luogo, e ancora più importante, è l’appoggio massiccio del popolo greco per SYRIZA, in particolare da parte dei lavoratori, dei disoccupati, dei giovani e degli agricoltori.
– Infine,il mondo del lavoro intravvede, attraverso SYRIZA, la possibilità, sia in Grecia che nel resto dell’Euopa, di organizzare la società in modo diverso e capisce che l’austerità non è l’unica opzione.
La gente sa ora che dalle esternazioni sulla “vita austera” e le auto “Porsche Cayenne” [si allude a una dichiarazione di Varoufakis] si rischia poi di passare alla fase “abbiamo vissuto tutti al di sopra delle nostre risorse” che comporta una severa austerità per i poveri e non certo per i proprietari delle Porsche. SYRIZA deve dunque tener fede alla promese contenute nel discorso di Salonicco e realizzarle “qualunque sia il risultato dei negoziati” con l’UE, senza lungaggini, come si può invece presagire dalle dichiarazioni del ministro delle Finanze.
Se SYRIZA interrompe la sua guerra contro l’austerità, essa disperderà il suo “combustibile nucleare”, senza il quale né Obama, né Hollande né nessuno tra di loro, sebbene animati ognuno dalle proprie ragioni particolari nell’opporsi alla Merkel, sarebbero interessati.
Punto critico: le banche
Uno degli ambiti cruciali in cui l’attenuazione delle “opzioni irrealistiche” di SYRIZA può ostacolare tutti gli impegni presi a Salonicco è il settore delle banche. Il programma di SYRIZA prevede che il sistema bancario diventi “di proprietà e sotto il controllo del governo, con cambiamenti radicali nel suo funzionamento e negli obettivi che persegue attualmente”. Anche in questo caso non siamo confrontati ad un problema d’ordine ideologico, ma ad una questione direttamente legata a bisogni materiali. Il ruolo del governo nel sistema bancario è determinante per il controllo della fuga di capitali all’estero; per la lotta contro il prelevo massicio di depositi (bank run), che può essere organizzato dalla classe dominante (che ha perso il potere); per il controllo dei prestiti senza interessi né rimborso che sono stati concessi – e lo sono ancora – ai due altri poli del triangolo della corruzione (partiti borghesi, responsabili dei media); infine per il controllo della politica economica globale del nuovo governo.
Putroppo, i primi passi del governo in questo campo vanno nella direzione opposta. L’Eurobank [3a Banca di Grecia, presente in Bulgaria, Romania, Serbia e Turchia e della quale Spira Latsis è la figura chiave], resta, per ora, nella mani di una società canadese. Il peggio è che la società proprietaria ne avrà il controllo anche in futuro perché – dopo la vittoria di SYRIZA – ha imposto un nuovo presidente ed un nuovo amministratore delegato di sua scelta. Ambedue provengono dallo “Stato banchiere profondo”, da quel gruppo di persone che ha condotto il sistema bancario greco in questa crisi senza precedenti, e per salvarlo il popolo greco ha subito molte sofferenze. I ministri competenti, Dragasakis e Stathakis hanno accettato questo cambiamento amministrativo. Per altre banche sistemiche – come Piraeus e Alpha – non sono nemmeno previsti dei cambiamenti. La dichiarazione del portavoce del governo è completamente incomprensibile quando afferma che: “gli amministratori delle banche che hanno conseguito dei successi non verranno sostituiti” e che amministratori “del partito” non prenderanno il loro posto nelle banche.
Tutto questo significa che sarà dunque il “partito” legato ai banchieri che continuerà a sorvegliare le banche. La questione cruciale è sapere se SYRIZA riuscirà a prendere almeno decisioni simili a quelle prese da Obama nei confronti dei banchieri che hanno provocato la crisi negli Stati Uniti. Per esempio, è possibile che SYRIZA accetti che continui a restare al suo posto il presidente dalla Banca di Grecia, il presuntuoso M. Stournaras, sempre sorridente anche di fronte alle sofferenze della popolazione, [nominato nel giugno 2014], almeno stando a quanto dichiarato da Gavril Sakellaridis [Segretario di Stato presso il Consiglio dei ministri] in una trasmissione di Skay TV il 2 febbraio? Speriamo proprio di no…
1. Il 15 settembre 2014, invitato alla fiera di Salonicco, Tsipras ha presentato il programma di governo di Syriza, fondato su quattro pilastri. In questo programma vi erano anche tutte le misure urgenti per far fronte alla crisi e sconfiggere la politica di austerità.
2. Membro di una famiglia di politici greci conservatori, alla quale appartiene l’ex primo ministro (1990-1993) Kostantinos Misotakis, Kyriakos è stato molto vicino agli ambienti bancari ed imprenditoriali; è poi stato ministro delle Riforme nel governo Samaras e le voci di una sua implicazione con la Siemens nell’ambito di un’importante vicenda di corruzione si sono sempre fatte più insistenti. Sua sorella è la ex-sindaca di Atene, Nora Bakoyannis, una delle attuali aspirante alla direzione di Nuova Democrazia.
*pubblicato, il 4 febbraio 2015, sul quindicinale di DEA (Sinistra Operaia Internazionalista, una delle componenti di Syriza), di cui Petros Tsagaris è uno dei redattori. La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di Solidarietà. La nota 1 e le precisazioni tra parentesi quadra sono state aggiunte dalla redazione.