Il governo Tsipras sta continuando nella sua tattica di cercare di allargare i consensi coinvolgendo esponenti del centro e della destra. Una tattica che permette di dire che oltre il 70% dei greci oggi sostiene il governo, ma che viceversa inquieta e preoccupa molti militanti, che temono sia il preambolo di una fase di ricerca del compromesso con l’UE. Il dibattito comunque, si sviluppa apertamente e con chiarezza. Riportiamo intanto due prime prese di posizione, di DEA e della deputata Gianna Gaitani.
Dichiarazione di DEA
Ricorrendo a una procedura d’urgenza, Alexis Tsipras ha proposto come presidente della Repubblica Prokopis Pavlopulos, tipico esponente della cosiddetta «destra illuminata». Costituzionalista, eminente membro di Nuova Democrazia, ministro sotto il governo di Konstantinos Karamanlis (2004-2009), adepto di un equilibrio regolamentato tra mercato e Stato, era agli Interni al momento della sollevazione dei giovani nel dicembre 2008. Propagandisticamente si sostiene che all’epoca Pavlopulos avrebbe evitato una carneficina, opponendosi ai suggerimenti di altri eminenti quadri che chiedevano una repressione brutale, incluso facendo intervenire l’esercito. La verità è che Pavlopulos ha seguito un’efficace strategia politica, cercando di isolare le proteste giovanili dalle principali forze del movimento operaio e della sinistra, come condizione essenziale per soffocare definitivamente la rivolta.
La proposta di eleggere Pavlopulos è stata presentata contemporaneamente al gruppo parlamentare e alla stampa. Si sono avute forti reazioni da parte dell’ala radicale di Syriza, i cui membri tuttavia hanno fatto un passo indietro di fronte alla possibilità che ne venisse compromessa l’immagine di Tsipras – soprattutto alla vigilia di negoziati cruciali con l’UE.
È questo clima che i compagni di Dea e di Red Network hanno deciso di rompere: intervenendo in una riunione comune del gruppo parlamentare e della segreteria politica di Syriza, Antonis Ntavanellos (membro della direzione di Syriza) ha detto che non vi era accordo sulla proposta di un presidente della Repubblica proveniente dalla destra: Ha messo in rilievo come la politica della “coabitazione” rompesse con il progetto politico del “governo della sinistra” approvato dal congresso di Syriza. Quindi, ha affermato che non accettava la disciplina rispetto a questa scelta politica. Il giorno dopo, il compagno Antonis Ntavanellos ha sviluppato il suo punto di vista pubblicamente alla radio di Syriza (“Nel Rosso”).
Al momento dell’elezione del Presidente, la deputata Gianna Gaitani (membro di Dea) si è astenuta (si è “assentata”), nonostante la minaccia di immediata espulsione.
Riportiamo di seguito la sua dichiarazione politica, ripresa ampiamente dai mezzi di comunicazione di massa, che hanno colto l’importanza di questa presa di distanza pubblica. Finora, non ci sono state misure disciplinari contro di lei, al contrario, si è manifestata un’impressionante ondata di solidarietà nei suoi confronti da parte dei militanti di Syriza.
Dichiarazione del 18 febbraio 2015 di Gianna Gaitani sulla sua assenza al momento del voto per il presidente della Repubblica
Non ho assistito alla seduta parlamentare in cui si è votato per eleggere il Presidente della Repubblica. Per motivi di coscienza e per tradizione politica, infatti, non riuscivo a sostenere con il voto la proposta di Syriza, il partito grazie al quale sono stata eletta. Continuo ad appoggiare con forza il progetto politico di Syriza, i suoi impegni e il suo programma e il governo della sinistra. Non credo sia possibile sostenere questo progetto politico con rapporti consensuali con Nuova Democrazia e dirigenti politici della destra. Continuo a credere che questo progetto si potrà realizzare in maniera vincente con il funzionamento collettivo di Syriza, grazie all’attività dei suoi iscritti e attraverso il coinvolgimento del suo gruppo parlamentare.