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SantinoMatteoPubblichiamo qui di seguito le risposte del nostro candidato al Consiglio di Stato Matteo Pronzini pubblicate in un’intervista su La Regione di venerdì 27 febbraio 2015.

1) Il territorio cantonale è fortemente urbanizzato a fondovalle. Lo sviluppo economico, sostengono in molti, va gestito e orientato. È d’accordo ? E se sì, quali le misure prioritarie ?

Certo. Lo sviluppo economico nelle sue diverse sfaccettature (sviluppi settoriali, formazione, condizioni contrattuali per il personale, ecc) deve essere oggetto di una discussione politica che coinvolga la società nel suo insieme. Vi sono delle ragioni urbanistiche ed ambientali ma soprattutto delle ragioni quantitative: la nostra società è composta nella sua stragrande maggioranza (oltre 80%) di salariate e salariati, cioè persone che, per poter vivere, devono lavorare, cioè vendere la propria forza-lavoro su quello che viene chiamato il mercato del lavoro…I partiti di governo in questi 4 anni non hanno fatto nulla per impedire l’estendersi del dumping salariale. Anzi vi hanno contributo promuovendo contratti normali a 3000 franchi e bloccando la messa in votazione dell’iniziativa popolare dell’MPS “Basta con il dumping salariale in Ticino”.

 

2) Il forte traffico motorizzato del Sottoceneri è un problema che si trascina da anni, fra scelte sbagliate e cause esogene. Quali gli errori, a suo giudizio, e quali le soluzioni ?

La mancanza di un reale ed efficiente trasporto pubblico accessibile finanziariamente a tutte le fasce della popolazioni. Anche su quest’aspetto i partiti di governo hanno la loro responsabilità avendo ridotto i contributi ed i finanziamenti per il trasporto pubblico e rifiutato le proposte di concedere l’utilizzo gratuito dei mezzi di trasporto pubblico a specifiche fasce di popolazione. Noi riteniamo che il trasporto pubblico debba essere gratuito e che a pagare i costi dei trasporti debbano essere coloro che il traffico lo generano: centri commerciali, aziende, etc. Ma, come abbiamo visto, persino una modesta proposta come quella di Zali è stata rintuzzata dal padronato con il sostegno attivo di buona parte dei partiti. E Zali, spaventato dal proprio iniziale coraggio, ha pensato bene di fare marcia indietro. Proprio un coraggioso!

 

3) La manodopera frontaliera è tutta ‘dannosa’ ? Qual è il ‘giusto’ contingente per l’economia ticinese ?

Quanto sta succedendo in queste settimane in numerose aziende ticinesi dimostra che ciò che è dannosa è la politica padronale di attacco ai salariati (svizzeri, residenti o frontalieri) e alle loro condizioni salariali ed più in generale di lavoro. Il padronato in questi anni ha cercato di dividere i salariati alfine di poter mantenere ed aumentare i propri profitti per gli azionisti e proprietari. Si è iniziato con gli accordi bilaterali, poi con il dumping di stato (salari minimi di 3000 franchi), l’esplosione del lavoro temporaneo ed ora siamo ai tagli salariali. Contro questa politica padronale bisogna opporsi e resistere tutti assieme senza distinzione di sorta. Oggi costoro vengono a dirci che “siamo tutti nella stessa barca” (come ci ha ancora ricordato nei giorni scorsi Franco Ambrosetti, presidente Camera Commercio e membro del CdA della Exten di Medrisio). Certo i lavoratori sono tutti nella stessa barca (che comincia a far acqua) mentre il padronato naviga su comodi, sicuri e lussuosi yaght!

 

4) La scuola dell’obbligo ha bisogno di… (indichi tre proposte)
La scuola dell’obbligo ha bisogno di una radicale diminuzione del numero di allievi per classe (un primo passo potrebbe essere quello di portare il massimo a 20 o a 18), di una riorganizzazione delle griglie orarie e dei programmi (in particolare operando delle scelte sulle lingue: studiarne di meno ma meglio, in particolare potenziando l’italiano e la lettura), una riqualificazione salariale e professionale degli insegnanti (prioritarie: aumento cospicuo dei salari per gli insegnanti di scuola elementare e dell’infanzia e diminuzione delle ore di insegnamento per tutti). Vi sarebbero ancora altre cose, ma per cominciare non sarebbero male queste. In ogni caso nessuna riforma della scuola sarà credibile e seria se non fondata su un aumento massiccio delle risorse finanziarie a lei destinate. E questo non lo si può fare sostenendo la road map o il principio del freno all’indebitamento come, nella sua qualità di membro del governo, continua a fare il capo del DECS.

 

5) Contenimento della spesa pubblica. Da dove inizierebbe lei ? Da quali settori e per quanti milioni ?

Da nessuna parte: direi che la spesa pubblica non va contenuta ma ampliata per quantità e migliorata per qualità. Con molto orgoglio posso dire di essere stato l’unico dei novanta deputati al parlamento cantonale ad essermi opposto sistematicamente ad ogni proposta di taglio della spesa pubblica e alla legge sul freno all’indebitamente (tutti i partiti ne hanno invece condiviso il principio, anche coloro che, non d’accordo su aspetti di dettaglio, si sono opposti alla legge). Oggi è fondamentale poter investire e mettere a disposizione maggiori risorse finanziarie nel settore della scuola, della sanità e della socialità, dello sviluppo economico, per combattere la disoccupazione. Non dimentichiamo che i soldi ci sono e che bisogna andare a prenderli attraverso una forte leva fiscale.